“Quale memoria per quei reggini inghiottiti nelle foibe?”

Giorno della memoria: al Circolo Culturale “L’Agorà” si parla dei reggini inghiottiti nelle foibe

StrettoWeb

I massacri delle foibe sono stati degli eccidi ai danni di militari e civili italiani, avvenuti durante e subito dopo la seconda guerra mondiale da parte dei partigiani jugoslavi e dell’OZNA. Tra essi migliaia di istriani e triestini, italiani ma anche slavi, antifascisti e fascisti che vennero giustiziati e gettati nelle cavità rocciose dell’altopiano del Carso. In quel triste elenco anche dei reggini, sia essi militari che civili. Tra il 1943 e il 1947 morirono oltre diecimila italiani nelle foibe. Ogni 10 febbraio l’Italia celebra il Giorno del Ricordo in memoria di quelle vittime. È una delle pagine più tristi della storia della Penisola italiana.

Torna l’appuntamento degli “Avvisi ai naviganti”, organizzato dal Circolo Culturale “L’Agorà”, contenitore informativo, tradotto in video, recanti comunicati, notizie e momenti di riflessione a cura del Circolo Culturale “L’Agorà”. Tale nuovo percorso divulgativo trasformerà in immagini in movimento, video, gli argomenti trattati dal sodalizio culturale reggino, riprendendo così in modo dinamico le attività e le proposte del Circolo Culturale “L’Agorà”. Il nuovo appuntamento ha come tema “Quale memoria per quei reggini inghiottiti nelle foibe?”. Ogni 10 febbraio viene commemorato il ricordo di quelle migliaia di istriani e triestini, italiani ma anche slavi, antifascisti e fascisti che vennero giustiziati e gettati nelle cavità rocciose dell’altopiano del Carso, tristemente conosciute come Foìbe.

La Giornata del Ricordo commemora anche l’esodo giuliano-dalmata ed il dramma umano e sociale scaturito da quelle tristi vicende. A tal riguardo sono state catalogate circa 1700 aree, ma il numero di quei morti non è quantificabile, secondo alcune stime esso supererebbe le dieci mila unità. Tra le vittime innocenti figurano anche diversi reggini, sia essi civili che militari. In pochi fecero ritorno, tra i civili risulterebbe il Signor Severino Quartuccio, nato a Chorio (poco distante da Roghudi, fascia jonica reggina).

Di altri civili e militari non si hanno tracce, come il Signor Michele Lubrano, nato a Radicena (l’attuale Taurianova) nel 1900. Svolgeva le mansioni di Capo tecnico CRDA ed era residente a Monfalcone. Venne arrestato il 3 maggio del 1945, incarcerato fino al 20 maggio dello stesso anno nelle galere di Monfalcone, prima di scomparire nel nulla. Tra gli scomparsi prima del primo maggio del 1945 si ricorda Giacomo Spezzano, di Reggio Calabria, guardia di pubblica sicurezza, scomparso da Gorizia il 10 settembre 1944. L’agente di pubblica sicurezza Giuseppe Crea nato a Motta San Giovanni (Reggio Calabria) venne deportato da Gorizia in Slovenia nel 1945. Il caporale dei bersaglieri Antonio Mùràca di Reggio Calabria ucciso a Tolmino (Slovenia).

Il sergente e telefonista del Genio militare Giuseppe Candiloro Benedetto, nato a Montebello Ionico (Reggio Calabria) il 10 febbraio del 1912. Venne internato a Boròvenizza (Slovenia). Morì il 17 agosto dello stesso anno nell’ospedale di SkofjaLoka (Alta Carniòla, Slovenia).

Questi alcuni dei nomi presenti nei registri, mentre per altri nostri concittadini non si hanno tracce, ne risultano presenti iscritti in tali tristi elenchi. Forse sarebbe opportuno, doveroso, chein riva allo Stretto, istituzioni, comitati, si ricordassero anche di loro nella giornata del ricordo, quello riportata sul calendario istituzionale del 10 febbraio. Tanto dovevamo per fatto di onestà nei confronti di tutti i reggini caduti, ripetesi, solo per la loro diversità storico-politica.

La conversazione, organizzata dal sodalizio culturale reggino, sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da sabato 10 febbraio.

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