Ponte di Longobucco, ma a che punto siamo?

Il sindaco di Longobucco, Pirillo, ha incontrato gli ingegneri Anas che si stanno occupando dei lavori: "siamo soddisfatti"

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Qualcuno si ricorda del famoso Ponte di Longobucco, quell’infratruttura inaugurata poco meno di dieci anni fa e che è crollata come un castello di carta lo scorso maggio? Bene, mentre il resto dei calabresi è andato avanti con le proprie vite, i longobucchesi stanno passando i guai senza quel viadotto che lega l’entroterra alla Provincia di Cosenza. A tal proposito, il sindaco dott. Giovanni Pirillo e gli assessori Murrone e Greco sono stati ricevuti dagli ingegneri ANAS, Francesco Caporaso, Domenico Renda, Salvatore Arcuri che hanno illustrato lo stato d’arte dei lavori di intervento sulla strada SS 177 DIR Sila-Mare dove – assicura Anas – “i lavori stanno proseguendo senza alcune interruzione”.

Questione “viadotto crollato”: per il progetto esecutivo nelle prossime settimane è prevista la fase di condivisione con l’autorità di bacino; successivamente, acquisiti i pareri, prevista l’approvazione e la consegna dei lavori. Nel frattempo si attende il parere paesaggistico di Provincia e Sovrintendenza. Si è passati poi alla questione “ripristino del rilevato”: concluse le fasi di indagini e si sta predisponendo la progettazione delle briglie, onde evitare problemi futuri in riferimento al rilevato a mezzacosta, interessato dallo scalzamento. Anche questa progettazione è da condividere con l’autorità di bacino.

Le attività lungo la SS 177 a monte e a valle di Longobucco proseguono, per mantenere in efficienza la viabilità verso la strada 106. In atto gli studi necessari per la messa in sicurezza dell’intera infrastruttura. “Siamo soddisfatti per la collaborazione con l’ente ANAS che, insieme alla regione Calabria, sono impegnati per risolvere le problematicità dell’infrastruttura in questione – spiega il sindaco – inoltre colgo l’occasione per ringraziare i dirigenti ANAS e gli operatori per l’eccellente lavoro che stanno svolgendo sulla strada del Macrocioli, assicurandone la percorribilità per raggiungere l’altopiano Silano”.

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