Israele, Lion Udler a StrettoWeb: “la guerra continuerà, vi spiego perchè non c’è differenza tra palestinesi e Hamas”

Intervista a Lion Udler, giornalista esperto di strategie militari di Israele e situazione Medio Orientale, sulla guerra nella Striscia di Gaza: tutta la verità oltre la propaganda di Hamas

StrettoWeb

La guerra tra Israele e e Hamas nella Striscia di Gaza è al centro del dibattito politico italiano, seppur in modo deviato: dalle accuse di “genocidio” ad Israele rivolte dal palco di Sanremo alle manifestazioni di piazza di estremisti che sostengono fantomatiche ragioni della Palestina, l’Italia sembra diventato un Paese canaglia con una parte consistente della propria opinione pubblica schierata dal lato dei terroristi. E così mentre il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha voluto fortemente presiedere la riunione del G7 di oggi a Kiev nel giorno dell’anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina, nel Paese monta un’onda antisemita alimentata in gran parte da bufale e fake news frutto proprio della propaganda palestinese.

Per fornire una visione più approfondita di quello che sta succedendo e fare il punto della situazione reale in Israele, abbiamo intervistato Lion Udler: analista specializzato nel Medio Oriente, giornalista, esperto di strategie militari di Israele, sempre in prima linea sul fronte della guerra da cui racconta con notizie in lingua italiana pubblicate sul proprio canale Telegram seguito da oltre 18 mila persone, fornendo informazioni aggiornate minuto per minuto.

Come ti spieghi le pulsioni antisemite diffuse in Italia, le manifestazioni di piazza e le posizioni di artisti e personaggi famosi contro Israele?

Il racconto che viene storicamente fatto al pubblico in Italia, e anche in altri Paesi europei, è da tempo sbilanciato a favore dei palestinesi perchè loro fanno molta propaganda. E’ la loro arma migliore, perchè non hanno alcuna possibilità di vincere militarmente una guerra e quindi da tempo hanno deciso in modo strategico di puntare sulla propaganda. I palestinesi odiano Israele e non ne accettano l’esigenza: hanno sempre cercato di fare la guerra, inizialmente insieme ai Paesi arabi, ma hanno sempre perduto. Per 75 anni, anzi anche di più perchè il conflitto arabo-israeliano è iniziato più di cento anni fa, prima della nascita di Israele, hanno provato ad eliminare Israele con la violenza ma non ci sono riusciti. La prima sconfitta l’hanno rimediata nel 1949, poi hanno continuato a fare la guerra fin quando nel 1973 i Paesi Arabi – dopo l’ennesima sconfitta militare – hanno deciso di accettare Israele, hanno fatto la pace e si sono fermati. I palestinesi, invece, non hanno mai accettato le sconfitte militari e hanno sempre continuato a covare odio adoperandosi per distruggere Israele. I palestinesi sono gli unici che da 50 anni continuano a credere che possono eliminare Israele e impossessarsi dell’intero territorio israeliano con la guerra, realizzando il loro obiettivo che è quello di creare un nuovo Stato arabo. Questo non è mai successo, quindi adesso hanno puntato sulla propaganda basata sulla menzogna per cercare di avere il sostegno della comunità internazionale, cosa che parzialmente gli è riuscita ma in ogni caso questo non gli ha fatto raggiungere il loro obiettivo”.

Com’è possibile che questo tipo di propaganda possa fare breccia nella società occidentale?

C’è un punto fondamentale che viene ignorato e oscurato in occidente: i palestinesi vogliono avere uno Stato al posto di Israele, distruggendo ed eliminando Israele. Non hanno un’alternativa, non hanno mai accettato le numerose proposte di due popoli e due Stati, nonostante i ripetuti fallimenti militari della storia sono ancora convinti che la guerra e la violenza siano la strada per raggiungere il loro obiettivo, comunque irrealistico che non potrà mai succedere (cioè la scomparsa di Israele). Al contrario, con i colloqui di pace sono sempre riusciti ad ottenere buoni risultati per loro. In occidente molte persone non sono al corrente della reale storia e delle reali intenzioni di Israele e dei palestinesi in Medio Oriente, per questo sono esposti alla propaganda palestinese: sarebbe opportuno che tutti conoscessero la verità storica”.

Qual è l’obiettivo di questa propaganda palestinese?

Loro cercano di evitare le spedizioni di armamenti e munizioni ad Israele, cosa che non sono riusciti a fare, anche se alcuni Paesi occidentali hanno fermato il trasferimento di alcuni armamenti. Ma Israele ha la sua industria bellica autonoma, inoltre ha un sostegno americano che non si può fermare perchè c’è una legge americana ad hoc. Forse il pubblico non lo sa, ma negli USA ci sono leggi che obbligano il governo – che sia democratico o repubblicano – a mantenere la superiorità militare israeliana nel Medio Oriente. Questo è un punto molto importante che fa capire che qualunque manifestazione, qualunque attività di propaganda, non può cambiare questo fatto. L’America non deciderà mai di non trasferire più armamenti ad Israele. Una volta ogni anno i responsabili del Pentagono devono fare un rapporto ai legislatori americani spiegando cosa hanno fatto durante l’ultimo anno, appunto, per mantenere la superiorità di Israele nel Medio Oriente”.

Tu non fai mai grande differenza tra Hamas e palestinesi, eppure in occidente ci sono molti che considerano Hamas una cosa e la popolazione civile un’altra.

Non è così e vi spiego perchè. Dobbiamo andare a guardare storicamente la volontà dei palestinesi. I palestinesi hanno l’obiettivo di impossessarsi del territorio israeliano e lo dicono da sempre a voce aperta, non si nascondono, è quello che insegnano ai loro figli. La società palestinese, non solo nella Striscia di Gaza ma anche in Samaria, prevede l’educazione dei bambini a casa, negli asili nido, nelle scuole, nelle università, all’unica cultura della guerra contro Israele. In una società in cui già ai bambini insegnano a fare la guerra come cosa giusta per perseguire il loro obiettivo della nazione palestinese, abbiamo soltanto persone che hanno imparato questo da bambini e la considerano la cosa giusta, l’unica cosa possibile. Sono davvero pochissimi i palestinesi che ripudiano questa dottrina. Ne conosco alcuni, sono davvero rari: si tratta di persone troppo intelligenti per arrivare a ripudiare tutta l’educazione che hanno avuto da bambini, aprirsi e comprendere che era tutto sbagliato. Ma ripeto sono molto rari. Uno di questi è famoso, si tratta di Mus’ab Hasan Yusuf, è il figlio di uno dei fondatori di Hamas, è cresciuto come guerrigliero palestinese, poi vedendo l’orrore di Hamas contro gli stessi bambini e civili ha abbandonato quel mondo ed è scappato in Israele. Yusuf ha compreso che è una follia l’ideologia irrealistica secondo cui si possano uccidere 9 milioni di persone – la popolazione di Israele – per poter un giorno creare lo Stato di Palestina al posto di Israele. Le persone che lo comprendono sono davvero poche, e ovviamente devono scappare tutte dai territori palestinesi e si devono rifugiare in Israele”.

Quindi nella Striscia di Gaza sono tutti terroristi di Hamas o in qualche modo complici?

Possiamo dire che la stragrande maggioranza dei palestinesi appoggia Hamas. Hamas ha ottenuto nella Striscia di Gaza la maggioranza dei voti quando ci sono state le elezioni e così ha iniziato a governare il territorio e la popolazione. Poi hanno eliminato dagli uffici amministrativi quelli che appartenevano all’autorità nazionale palestinese, hanno ucciso appartenenti ad al-Fatàh per dominare la striscia di Gaza anche dal punto di vista amministrativo. E’ successo nel 2007: sono quasi 20 anni che Hamas domina la Striscia di Gaza, non hanno mai più voluto fare altre elezioni per mantenere con la forza il loro dominio. Nei sondaggi che si fanno a Gaza e negli altri territori palestinesi, la maggior parte dei palestinesi è favorevole ad Hamas, perchè la loro educazione è quella di eliminare Israele. I bambini sono educati così: è un vero e proprio lavaggio del cervello, quindi quando crescono appoggiano Hamas. Questo tentativo che viene fatto in occidente di differenziare Hamas dai cittadini palestinesi è un tentativo buonista, un tentativo di far credere che Hamas è il male però non tutti i palestinesi sono come Hamas. Prima del 7 ottobre, esattamente queste stesse persone che vogliono far credere che ci sia differenza tra Hamas e i palestinesi, dicevano che Hamas non era solo un’organizzazione terroristica ma che era anche un partito politico. Dal 7 ottobre non lo dicono più: prima cercavano di sdoganare Hamas politicamente. In occidente purtroppo siamo di fronte ad una non conoscenza di quello che sono i palestinesi dal punto di vista ideologico. Questa non conoscenza porta a credere e a far credere alla gente che i palestinesi siano persone normali come tutti gli altri e che non hanno la stessa ideologia genocida che ha Hamas. Hamas non nasconde l’intento genocida nel suo statuto: c’è scritto che vuole eliminare Israele, che questo è il loro obiettivo. Non si può far finta di niente, non si può essere indifferenti a questa ideologia terrorista, sostenuta dalla stragrande maggioranza dei palestinesi”.

Quali sono i veri numeri della guerra? Chi fornisce i bollettini sui morti a Gaza?

I dati sono pubblicati esclusivamente da Hamas, che è un’organizzazione terroristica: nessuno dotato di un minimo di intelletto può considerare realistici questi numeri, perchè ovviamente Hamas fa propaganda. Non c’è nessun’altra autorità a Gaza che ha controllo del territorio, degli ospedali, dei cimiteri, e quindi ha contezza da poter fornire i numeri della guerra: sul campo ci sono solo Hamas e adesso l’esercito israeliano. I numeri forniti dall’esercito israeliano sono molto diversi. Hamas dice che dall’inizio della guerra nella Striscia di Gaza sono morte 30 mila persone, di cui circa 12 mila bambini. Secondo Israele, invece, sono morti circa 10 mila terroristi più altri 5 mila che sono dispersi sotto le macerie. Se Hamas dice che ci sono 30 mila morti e Israele dice che ci sono 15 mila terroristi morti, chi sono i 30 mila morti che dice Hamas? Se 15 mila sono terroristi, significa che già la metà di quelli che dicono loro non sono civili”.

Eppure le manifestazioni pro-Palestina in occidente si fanno proprio in base ai numeri dei morti forniti da Hamas.

Ovviamente, perchè fa parte della propaganda di Hamas: gonfiare il numero di morti, parlare di civili anziché terroristi, per portare dalla loro parte i Paesi occidentali e quindi mettere in difficoltà gli alleati di Israele. Io ogni giorno seguo i bollettini di Hamas e posso dire che quando ci sono attacchi di Israele, loro dicono sempre un numero di morti. Quando dicono che ci sono 40-50 morti, il giorno dopo dicono che sono stati più di 100. Se ogni giorno raddoppiano il numero di morti effettivi, loro stanno fornendo un totale che è superiore del doppio al reale numero dei morti. Io credo sia molto più attendibile il dato di Israele, un Paese democratico e liberale: da un lato c’è un’organizzazione terroristica che parla di 30 mila morti di cui 12 mila bambini, dall’altro c’è un Paese democratico che parla di 15 mila terroristi eliminati. Secondo voi chi dice la verità?”.

Quindi morti civili a Gaza non ce ne sono?

Non c’è dubbio che tra i morti ci sono anche donne e bambini, perchè in una zona urbana così densa come Gaza, in una società come quella che usa civili come scudi umani, è inevitabile che sia così. Ma non è certo colpa di Israele. Ci sono episodi testimoniati dai soldati israeliani che raccontano come i bambini vengono utilizzati per trasferire armi e munizioni da un posto all’altro: i soldati di Israele hanno raccontato che durante i combattimenti notano come da una casa all’altra escono dei bambini con pacchi con bombe, granate e proiettili, per trasferirli in un’altra casa dove ci sono altri terroristi che ne hanno bisogno. In questi casi i soldati israeliani non sparano a questi bambini perchè i bambini non minacciano direttamente i soldati, però bisogna capire che in una situazione di guerra nella striscia di Gaza dove i bambini passano da un posto all’altro quando in mezzo c’è il fuoco tra terroristi di Hamas e soldati israeliani, è ovvio che alcuni di loro vengono colpiti. Bisogna però anche porsi la domanda su chi li colpisce: gli israeliani o Hamas? Io ricordo quella storia di quel razzo che ha colpito il parcheggio dell’ospedale dove inizialmente era stato raccontato, nell’immediatezza, che Israele aveva bombardato un ospedale con 500 morti. C’era stato grande sdegno in occidente, poi invece si è capito e dimostrato scientificamente che si trattava di un razzo che l’organizzazione terroristica della jihad islamica aveva lanciato da un cimitero vicino e che era caduto per sbaglio nel parcheggio dell’ospedale, dove c’erano stati tra 10 e 50 morti. Ma loro dicendo che c’erano 500 morti per accusare Israele, hanno gonfiato di oltre 10 volte il conteggio ufficiale! Un doppio imbroglio: sulla provenienza del razzo e sul numero dei morti. E in quel caso è dimostrato in modo inequivocabile, alcuni grandi media internazionali hanno dovuto chiedere scusa per le conclusioni affrettate, ed oggi è pacifico e nessuno lo mette in discussione. Sappiamo inoltre che circa il 25% dei razzi e dei mortai che cadono nella striscia di Gaza uccidendo le persone sono quelli di Hamas che non funzionano, hanno problemi o vengono lanciati male. Per loro la vita non vale nulla, anche perdere tante persone per errore è accettato. E’ Hamas che uccide tanti bambini a Gaza: io stesso ho pubblicato filmati in cui si vedono i terroristi lanciare mortai che poi vanno a cadere dove ci sono persone. Quindi è ovvio che ci siano morti anche civili, donne e bambini ma i numeri non sono quelli e in ogni caso non muoiono per mano di Israele ma di Hamas. E comunque nessuno può credere ai dati forniti da Hamas: sono enormemente gonfiati. Il numero reale dei morti è di gran lunga inferiore ai 30 mila che dicono loro, e non è affatto vero che sono morti 12 mila bambini. Ogni volta che qualcuno riporta questi numeri, raccontategli la verità”.

Sappiamo quante persone si trovano oggi nella Striscia di Gaza?

All’inizio di questa guerra nella Striscia di Gaza c’erano circa 2 milioni e 300 mila persone. La maggior parte si sono rifugiate nel Sud, ad Al-Mawasi, sulla spiaggia, una zona disabitata dove adesso ci sarebbe circa un milione di persone; e poi a Rafah, la città più meridionale di Gaza al confine con l’Egitto, dove dicono che ci sono un milione e mezzo di persone. Quindi capisci subito che i numeri non tornano: se davvero fossero questi, vuol dire che oggi a Gaza ci sarebbe qualche centinaia di migliaia di persona in più rispetto a prima, nonostante tutti quelli che sono morti e tutti quelli che sono fuggiti. Quindi sono numeri da prendere con le pinze, come sempre quando c’è di mezzo Hamas che non dice mai la verità. Di certo c’è che la maggior parte dei palestinesi si trova a Rafah, dove i combattimenti non sono ancora arrivati perchè l’esercito israeliano non è ancora arrivato, e sulla costa di Al-Mawasi dove non ci sono combattimenti. Pochi cittadini sono rimasti nel centro e nel nord della Striscia di Gaza, nonostante gli avvertimenti dell’esercito israeliano che per settimane ha avvertito la popolazione invitandola a spostarsi, dichiarando quelle aree zone di combattimento in base alle norme del diritto internazionale. Israele lo ha fatto in modo preventivo, prima di iniziare della guerra, proprio per mettere nelle condizioni chi non voleva essere coinvolto di andare via. Quelli che non sono andati via, io penso siano terroristi o comunque hanno un legame con i terroristi. Non dimentichiamo che tradizionalmente i terroristi palestinesi usano anche i loro bambini come scudi umani, quindi ogni terrorista tiene con sé in teatro di guerra anche la famiglia. Migliaia di terroristi non hanno mandato via i loro figli per tenerli con loro, e li usano nella guerra”.

Intanto l’Egitto, un Paese arabo, ha costruito un muro enorme per evitare che i palestinesi possano entrare in Egitto: un fatto che fa crollare tutte le ipocrisie dell’occidente pro-Palestina.

Il mondo arabo sa benissimo chi sono i palestinesi e per questo non ha mai voluto la presenza dei palestinesi a casa propria. In Giordania negli anni ’80 i palestinesi avevano cercato di iniziare una rivolta e Re Husayn, il padre dell’attuale sovrano, ha deciso di mandare l’esercito che ha ucciso migliaia di palestinesi che da allora si sono calmati. Il mondo arabo sa che i palestinesi, nonostante abbiano già perso tutte le guerre contro Israele, hanno questa ideologia estremista secondo cui loro continueranno la guerra anche a costo di morire tutti, perchè per loro è meglio combattere anziché lasciare Israele in vita. Gli arabi lo sanno, negli ultimi anni sempre più si sono dichiarati contrari all’ideologia palestinese e per questo ora non vogliono i palestinesi nei loro Paesi perchè sanno che potrebbero solo creargli problemi anche gravi, non è un caso che quando è stata fatta la pace tra Israele ed Egitto, l’Egitto non si è voluto riprendere la Striscia di Gaza che dal 1948 al 1967 era territorio egiziano. Quando nel 1967 Israele ha liberato Gaza e il Sinai dall’Egitto, l’Egitto per fare la pace ha chiesto soltanto il Sinai e non ha voluto Gaza perchè non voleva più avere a che fare con i palestinesi. Gli arabi non vogliono i palestinesi nei loro Paesi perchè creano violenza con la loro ideologia jihadista. L’Egitto ha chiuso il valico di Rafah: lascia uscire solo i feriti gravi e persone che pagano tanti soldi, ma questo non dipende dal governo egiziano ma da chi gestisce il valico che si fa corrompere con i soldi. Il mondo arabo negli ultimi anni si è sempre di più avvicinato ad Israele – cosa che una volta era impossibile – allontanandosi sempre di più dai palestinesi. Gli arabi stessi hanno sempre cercato di convincere i palestinesi ad abbandonare la loro ideologia anti israeliana e di cercare un futuro di convivenza con la pace. In quest’ottica di recente Emirati Arabi Uniti, Bahrein e Marocco hanno normalizzato le relazioni con Israele. L’Arabia Saudita non ancora ma ci sono rapporti in corso: oggi il mondo arabo è più vicino ad Israele che ai palestinesi”.

Che previsioni attendibili si possono fare per la guerra di Gaza?

Il gabinetto di sicurezza dello Stato di Israele è l’unico organo che può dichiarare la fine della guerra. Nel gabinetto c’è il governo di Israele e l’opposizione, riuniti appositamente in uno spirito d’unità nazionale proprio per l’emergenza terroristica di Hamas. All’inizio di questa guerra il gabinetto ha definito tre obiettivi:

1) eliminare le capacità militari e governative di Hamas
2) liberare gli ostaggi
3) fare in modo che la striscia di Gaza non torni più ad essere una minaccia come lo era il 7 ottobre.

Guardando questi obiettivi, si può dire che questa guerra andrà avanti ancora a lungo e si estenderà anche a Rafah, perchè lì oggi si sono spostate le capacità militari e governative di Hamas. Oggi a Rafah abbiamo 4 battaglioni della brigata di Rafah di Hamas. Bisogna eliminare questi battaglioni, altrimenti la minaccia del 7 ottobre rimarrà. Nella Striscia di Gaza centrale sono rimasti 2 battaglioni, mentre in quella settentrionale tutti i battaglioni sono stati distrutti anche se ci sono ancora terroristi sparsi qua e là, ma senza un comando. La guerra continuerà, Israele non intende fermarsi finché non ha raggiunto gli obiettivi. Per fare in modo che la Striscia di Gaza non torni ad essere una minaccia come il 7 ottobre, il piano israeliano è creare un governo amministrativo da parte di palestinesi della striscia di Gaza che non hanno nulla a che vedere con il terrorismo di Hamas e con l’autorità nazionale palestinese. Bisognerà quindi creare un organo nuovo che non sia mai esistito prima, per evitare la rinascita del terrorismo nella striscia di Gaza. Presumo quindi che Israele stia cercando le persone che devono avere un’esperienza nel dirigere il settore pubblico, che dovranno amministrare Gaza dopo la guerra dal punto di vista civile. Israele sta già lavorando per costruire dentro Gaza una zona cuscinetto di circa 1 chilometro oltre il confine, e per questo motivo stanno pulendo tutto il confine con Israele da qualsiasi struttura. Le esplosioni che vediamo tutti i giorni, che io stesso pubblico, sono in parte quelle che avvengono a distanza di un chilometro dal confine, perchè Israele intende fare piazza pulita a distanza di 1 km dalla striscia di Gaza, in modo tale da costruire una recinzione, un muro o qualcosa dove ci sarà il controllo pieno dell’esercito israeliano. In più Israele manterrà comunque la possibilità di entrare a Gaza, non solo nel cuscinetto, ma in qualsiasi posto della Striscia, per svolgere attività anti terrorismo, che è esattamente quello che succede in Giudea e Samaria dove nelle città palestinesi, e nei villaggi dei dintorni, quando Israele ha indicazioni di attività terroristica, l’esercito entra, fa quello che deve fare e poi esce. Sono città amministrate dall’autorità nazionale palestinese dal punto di vista civile, ma dal punto di vista di sicurezza c’è Israele che fa anti terrorismo. Lo stesso modello si farà nella Striscia di Gaza. Ci sarà un’amministrazione locale dei servizi dei cittadini nelle mani dei palestinesi (non di Hamas ovviamente), ma Israele potrà entrare in qualsiasi posto contro eventuali terroristi. Visti gli obiettivi della guerra approvati dal gabinetto di sicurezza il futuro è questo: non stiamo parlando di domani mattina, ci vorranno un po’ di mesi finche anche gli altri battaglioni che sono in vita verranno smantellati, poi ci sarà una resistenza di terroristi sciolti che di volta in volta bisognerà eliminare. La ricostruzione della Striscia di Gaza potrà avvenire soltanto quando ci sarà la smilitarizzazione di Hamas, che è l’obiettivo definitivo di Israele. A Gaza non ci deve più essere potere terroristico, soltanto in quel momento finirà la guerra”.

L'enorme muro costruito dall'Egitto per impedire l'ingresso dei palestinesi in fuga da Gaza
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