Docente aggredito a Reggio Calabria: “l’ultimo di una lunga serie”

La nota stampa della Presidente LIDU di Reggio Calabria, Daniela De Blasio, sul docente aggredito a Reggio Calabria

StrettoWeb

L’ennesimo caso di aggressione ai danni di un docente è avvenuta a Reggio Calabria presso l’Istituto comprensivo “San Sperato-Cardeto”. E’ solo l’ultimo episodio di una lunga serie che sta diventando preoccupante ed è solo la punta di un iceberg molto più esteso e complesso che non può essere ignorato o minimizzato.
La violenza in ambito scolastico è un fenomeno che non può essere sottovalutato e che richiede un’analisi approfondita delle dinamiche che lo alimentano“. Lo si legge in una nota stampa della Presidente LIDU di Reggio Calabria, Daniela De Blasio.

Secondo il Rapporto Eurispes: “un insegnante su quattro, alle superiori, almeno una volta nel corso della propria carriera è stato aggredito da un alunno” ed “almeno un docente su dieci nelle scuole primarie e secondarie ha subito aggressioni da parte dei genitori degli alunni”. La causa di questi episodi di violenza è complessa e connessa a fattori molteplici.

Uno dei problemi da prendere in considerazione è la mancanza di rispetto per l’autorità degli insegnanti – prosegue De Blasio – da parte degli studenti e dei genitori stessi che può derivare dalla perdita dei valori fondamentali nella società, dalla mancanza di educazione alla coesistenza pacifica o da modelli di comportamento violenti che vengono trasmessi e spesso osannati, che possono contribuire a creare un ambiente in cui la violenza e la mancanza di rispetto per l’altro diventano un modo per risolvere i conflitti o esprimere la propria frustrazione“.

È evidente che il sistema educativo necessita di un cambiamento che abbia un approccio olistico in grado di coinvolgere genitori, insegnanti, istituzioni e collettività. Non sarà certo un disegno di legge, che in questi giorni è in discussione al Senato e che mira a rafforzare il voto in condotta e a modificare il sistema delle sospensioni, ad arginare il problema.

La questione non può essere risolta da sole politiche pubbliche, ma richiede un impegno collettivo, necessario affrontare il problema della violenza a scuola allo scopo di creare un sistema educativo che sia in grado di formare cittadini rispettosi e consapevoli.
È fondamentale promuovere una cultura basata sul rispetto reciproco, la diversità e la non violenza, sia all’interno della scuola che nella società nel suo complesso.

Devono essere messe in atto politiche e risorse adeguate per affrontare questo fenomeno in modo efficace, attraverso la promozione di programmi di prevenzione, la presenza di figure di supporto, quali psicologi e mediatori, e l’adozione di politiche disciplinari giuste ed bilanciate.

E’ fondamentale investire maggiormente nella formazione degli insegnanti sulla gestione e prevenzione delle situazioni conflittuali, affinché siano preparati a stabilire un livello di fiducia e collaborazione con gli studenti, favorendo così un clima di apprendimento positivo e la risoluzione costruttiva dei conflitti.

Inoltre, l’istruzione deve essere mirata allo sviluppo delle competenze sociali ed emotive degli studenti, in modo da promuovere l’empatia, la gestione delle emozioni, il rispetto reciproco e il dialogo. Parimenti occorre coinvolgere attivamente i genitori nel percorso educativo dei loro figli.

Creare un clima di collaborazione tra scuola e famiglia può contribuire a prevenire situazioni di violenza e favorire un ambiente più sereno e favorevole alla conoscenza. E’ necessario saper guardare oltre il singolo episodio e riflettere sulla società in cui viviamo.

Il decadimento urbano, la disoccupazione, la scarsa integrazione sociale e la povertà economica sono solo alcune delle variabili che possono essere causa di attrito e contribuire a sviluppare l’aggressività tra gli individui.

Solo attraverso una comprensione approfondita delle dinamiche e dei contesti in cui si verificano questi episodi, si potranno sviluppare strategie efficaci per prevenire e contrastare la lunga serie di episodi di violenza nelle scuole italiane“, conclude la nota.

Condividi