Autonomia differenziata, Ieraci: “facciamo si che l’Italia viaggi alla stessa velocità”

Ieraci: "prima facciamo si che l'Italia "viaggi" alla stessa velocità, dove non ci siano più Regioni di serie A e di serie B, e poi iniziamo a parlare di autonomia differenziata"

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“Prima facciamo si che l’Italia “viaggi” alla stessa velocità , dove non ci siano più Regioni di serie A e di serie B, e poi iniziamo a parlare di autonomia differenziata”. E’ quanto afferma Roberto Ieraci, Presidente dell’Associazione Culturale “Nuovi Orizzonti per il Sud”. “Il disegno di legge voluto dal Ministro Calderoli ha come obiettivo quello di attribuire alle Regioni a Statuto ordinario una maggiore autonomia legislativa in uno spazio fin ora oggetto di competenza legislativa concorrente tra Stato e Regioni. Le Regioni potranno negoziare con lo Stato l’attribuzione di nuovi poteri e potranno anche trattenere per se il gettito fiscale, che in tal modo non verrà più ridistribuito a livello nazionale in base alle necessità di tutti, ma verrà invece utilizzato a livello regionale. Ciò comporterebbe però il potenziale rischio che l’Italia si divida in due tra un nord industrializzato e quindi più ricco e meglio organizzato ed un Sud sempre più povero e meno attrattivo. Si creerebbe così un sistema che anziché far diminuire le distanze tra i vari territori aumenterebbe le disuguaglianze”, sottolinea Ieraci.

“L’attuazione dell’autonomia differenziata è subordinata in ogni caso ai LEP (Livelli Essenziale di Prestazione), previsti dalla Costituzione e riguardanti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti a tutti i cittadini, in maniera equa su tutto il territorio. Ciò mette a nudo la drammatica divergenza che da sempre affligge la nostra nazione, con una disuguaglianza nei servizi offerti al cittadino . Le Regioni del nord hanno il vantaggio dalla loro di riuscire a garantire uniformità nei servizi al cittadino a discapito di un Sud dove i servizi lasciano molto a desiderare. Pensiamo ai trasporti, ma anche alla Sanità, nota dolente della nostra Regione, che vede ogni anno lievitare i costi dovuti sopratutto “all’emigrazione” verso i grandi ospedali del Nord a dimostrazione anche della poco fiducia che si nutre verso i nostri nosocomi”, rimarca Ieraci.

E allora perché non cancellare tali difformità? Perché nel corso degli anni si è preferito investire in modo insensato, con sperpero del denaro pubblico, quando invece tante opere utili e tanta occupazione si sarebbe potuta creare? Perché nel 2024 in Calabria, Regione a forte vocazione turistica, non si parla di Alta Velocità, di infrastrutture strategiche, di occupazione? La nostra classe politica dovrebbe impegnarsi affinché il Mezzogiorno e la Calabria non vengano condannati a vivere in condizioni di marginalità. Lo dobbiamo ai tanti giovani che hanno deciso di investire e rimanere nella nostra Terra. Lo dobbiamo ai tanti amministratori che quotidianamente devono fare fronte alle problematiche ed alle criticità nella gestione della cosa pubblica divenuta sempre più faticosa. Lo dobbiamo a noi stessi per scrivere una nuova pagina di riscatto di un territorio che vuole essere messo nelle condizioni di poter esprimere il suo potenziale e non passare alla storia per aver vissuto di solo assistenzialismo”, conclude Ieraci.

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