Abusivismo edilizio, confiscato il Castello delle Cerimonie

La Corte di Cassazione ha confiscato La Sonrisa: la location passerà nelle mani del Comune

StrettoWeb

“La Sonrisa” potrebbe non sorridere più: la location più famosa – è più trash – divenuta protagonista nella fortunata serie di Real Time, Il Castello delle Cerimonie, non è poi della famiglia Polese. La decisione arriva a seguito della sentenza della Corte di Cassazione che ha confiscato l’immobile per abusivismo edilizio. Il simbolo di Sant’Antonio Abate, dimora del compianto Don Antonio Polese, ora è di proprietà del Comune.

La Suprema Corte ha anche sancito la prescrizione dei reati contestati agli indagati. Il lungo iter giudiziario ha avuto inizio nel 2011 quando gli inquirenti hanno contestato il reato di abuso edilizio che riguarda un’area di oltre 40mila metri quadrati: beni immobili e terreni, a partire dal 1979, risulterebbero infatti non corrispondenti alle regole vigenti in tema di edilizia. Per quanto riguarda gli indagati, invece, il Tribunale di Torre Annunziata aveva condannato a un anno di reclusione Rita Polese, la defunta moglie del Don, Tobia Antonio Polese e Agostino Polese, il fratello del boss delle Cerimonie, che ricopriva la carica di amministratore.

La struttura ricettiva rimane comunque aperta al pubblico ma la preoccupazione riguarda i lavoratori: la gestione resta in mano ai Polese fino a quando subentrerà il Comune. Due le opzioni a disposizione dell’amministrazione comunale: demolire La Sonrisa o utilizzarla, ma solo a scopi di pubblica utilità. A nome della famiglia parla Ciro Polese, nipote di Don Antonio: “stiamo valutando cosa fare con i nostri legali, non escludiamo di ricorrere alla Corte di Strasburgo”.

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