Marina di Sibari senz’acqua, Articolo VENTUNO: “la verità dei fatti”

Si legge nella nota: "oggi si spende tantissimo per feste e festicciole e si elemosina il Presidente della Regione per ottenere un finanziamento"

StrettoWeb

“Ha riscosso molta attenzione la nostra nota di qualche giorno addietro sull’annoso problema del Villaggio di Marina di Sibari. Alcuni amici ci hanno fornito una ricostruzione oggettiva dei fatti accaduti che riproponiamo di seguito. La questione dell’acqua a Marina di Sibari è una storia vecchia e tutta socialista che vede come artefice, insieme al padre nobile al quale si vorrebbe per gratitudine intitolare una piazza, l’attuale Sindaco di Cassano”. 

“Una storia ancora una volta di persecuzioni rispetto a chi non la pensava come loro, una storia di sequestri e di lacerazioni nella comunità, oltre all’infausto dissesto finanziario subito, per la visione megalomane e spendacciona di chi amministrava. Quella storia si ripete puntuale ancora oggi ed a farla rivivere è uno dei figli, partoriti da quella triste esperienza: ci pensa dunque l’attuale Sindaco a farci riassaporare quei momenti che, come lo smemorato di Collegno, cancella le responsabilità cercando d’apparire come il verginello nato ieri.

All’epoca, attraverso le grandi intuizioni del regime, Marina di Sibari per lungo è stata considerata alla pari di “un nemico da abbattere” per il semplice motivo che gli animatori di quelle esperienze imprenditoriali erano simpatizzanti della parte avversa a quella socialista. Mentre le altre Amministrazioni di Comuni vicini  al nostro portavano l’acqua dai centri storici verso il mare, il nostro lo faceva solo dove piaceva ai socialisti. 

Una storia con denunce a firma anche dell’attuale Sindaco che, con la stessa cattiveria di oggi, mandò a processo persone per bene, ovviamente poi assolte in pieno. Si arrivò addirittura alla revoca di una concessione, salvo poi riconcederla raddoppiata nel silenzio di tutti, “per fortuna.” Chi ha memoria e non s’è trasferito a Collegno, ci ricorda che chi era a capo delle rivolte popolari quando mancava l’acqua a Lauropoli aizzava la gente, sostenendo che la portata dell’acqua era poca perché dirottata sul nuovo Villaggio. Se si facesse una disamina storica dei fatti, qualcuno dovrebbe arrossire per la profonda vergogna!

Si pensi che in quegli anni si portò l’acqua a 200 metri nella vicina Millepini/Bruscate, ma i socialisti evitarono accuratamente di fare lo stesso per Marina e, quando addirittura arrivarono dei finanziamenti regionali, fu proprio l’attuale Sindaco in prima persona, in Consiglio comunale, a sostenere che i soldi pubblici non dovevano essere spesi in un villaggio che si riteneva privato.

La storia attuale la conosciamo, una storia di tante promesse, tante bugie ed altrettanti disservizi per gli utenti del villaggio. E nel frattempo si continua ad imporre e riscuotere tasse per servivi inesistenti. Oggi, dopo le responsabilità sopradescritte e dopo che in Dieci Anni non sono stati realizzati nemmeno 100m di rete idrica – ciò nonostante le tante opportunità avute, finalmente esce fuori la genialata di scaricarla sulla Regione.

La solita logica: uno spende e qualcun altro prima o poi paga. Dunque, oggi si spende tantissimo per feste e festicciole e si elemosina il Presidente della Regione per ottenere un finanziamento. Ieri, quando altri avevano ottenuto il finanziamento regionale destinato a Marina, si gridava allo scandalo e si facevano le barricate. La solita doppia morale da strapazzo. Ed a pagarne il prezzo sono stati sempre e solo i villeggianti di ieri e di oggi.

È la mancanza di visione che oggi offre a questo territorio a vocazione turistica: un villaggio senza acqua potabile, senza strade immediate, senza ferrovia e con una discarica spaventosa. Troppo tardi per gridare nel mentre per anni è stato svenduto un territorio in cambio di denari o assunzioni. In questo contesto, chi ha creato questa situazione anche solo facendo l’ignavo, oggi non può continuare ad illuderci di poterla risolvere. Chi ha contribuito a creare questa situazione , non può presentarsi come la soluzione.

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