Giornata della Memoria a Reggio Calabria, la frecciata: “offesi come cittadini”. Cosa è successo

La riflessione del Circolo Culturale “L’Agorà” sulla Giornata della Memoria a Reggio Calabria

StrettoWeb

Torna a Reggio Calabria l’appuntamento degli “Avvisi ai naviganti”, organizzato dal Circolo Culturale “L’Agorà”. Si tratta di un contenitore informativo, tradotto in video, recanti comunicati, notizie e momenti di riflessione a cura del Circolo Culturale “L’Agorà”. Tale nuovo percorso divulgativo trasformerà in immagini in movimento, video, gli argomenti trattati dal sodalizio culturale reggino, riprendendo così in modo dinamico le attività e le proposte del Circolo.

Il nuovo appuntamento ha come tema “Pietra d’inciampo a Reggio Calabria: un mosaico per quale memoria?”. La pietra d’inciampo è un piccolo blocco quadrato di pietra (10×10 cm), ricoperto di ottone lucente, posto o in un luogo ad acta o davanti la porta della casa nella quale ebbe ultima residenza un deportato nei campi di sterminio nazisti. Ne ricorda il nome, l’anno di nascita, il giorno e l’eventuale luogo di deportazione, la data della morte, se conosciuta. Questo tipo di informazioni intendono ridare individualità a chi si vedeva ridurre soltanto a numero. L’espressione “inciampo” deve dunque intendersi non in senso fisico, ma visivo e mentale, per far fermare a riflettere chi vi passa vicino e si imbatte, anche casualmente, nell’opera.

Le pietre d’inciampo vengono posate in memoria delle vittime del nazismo, indipendentemente da etnia e religione e fungono la funzione ad un mosaico del ricordo, indirizzato a tenere viva la Memoria di tutti i deportati. Quindi un voto solenne per ricordare le loro anime ed il pensiero rivolto deve sempre rimanere nei nostri cuori, nella memoria collettiva e non in quella della “sbandierata memoria”.

Il ricordo a Reggio Calabria e quel gesto non andato giù

“Nella giornata della Memoria commemorata a Reggio Calabria – si legge nella nota del Circolo – si è assistito alla scopertura, come riporta la cronaca, di una “pietra d’inciampo”, dove viene riportata la seguente dicitura: “In memoria di tutti i calabresi deportati nei lager nazisti, vittime dell’olocausto delle leggi razziali naziste”. Non viene riportato, per come dovrebbe essere, nessun nome, nessun anno di nascita, nessun giorno e luogo di deportazione, nessuna data di morte. Solo qualcosa di anonimo e freddo, ubicato nel luogo che fu il quartiere ebraico di Reggio Calabria, la via che ricorda la Giudecca”.

“Si rimane molto perplessi su tale infelice scelta e a dire il vero, ci si sente offesi come cittadini, in quanto quella dicitura non ne ricorda i nomi, lasciando così quei nostri concittadini nell’oblio”, evidenzia il Circolo nella nota. “Quella iscrizione è un’offesa nei loro confronti ed ai rispettivi parenti, ma anche alla Città ed alle sue vicende ed alla Storia. La Storia (quella con la S maiuscola), quella caratterizzata da documenti archivistici, da ricerche, da testimonianze e non da sunti delle scuole elementari”.

Quale messaggio si vuol dare alle nuove generazioni? Su quali elementi andranno a riflettere “famiglie, bambini o turisti”? Questo sarebbe il metodo a preservare la memoria storica in modo tangibile e duraturo? È opportuno, doveroso, ricordare e far ricordare i nomi di quei nostri concittadini per evitare ulteriori limitazioni a chi, in quell’epoca, sacrificò la propria vita per la più grande conquista civile, la Democrazia”, si chiude la nota.

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