Agricoltori, la protesta si infiamma: Parigi sotto assedio, bloccata anche la SS106 Taranto-Reggio Calabria | LIVE

Anche oggi i trattori hanno bloccato la SS106 Taranto-Reggio Calabria a Botricello, nel catanzarese, in Calabria

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Continuano anche oggi le proteste degli agricoltori in Francia e Italia, dopo che quest’iniziativa era partita da Paesi Bassi e Germania nelle scorse settimane. Grande preoccupazione per la situazione in Francia, dove la Fnsea e i Giovani agricoltori, due tra i principali sindacati del settore, hanno previsto l’installazione di otto posti di blocco attorno Parigi a partire dalle 14:00. Nel resto della regione parigina, l’Ile-de-France, sono previste delle operazioni per il rallentamento del traffico. Il ministero dell’Interno ha fatto sapere che verranno mobilitati 15 mila agenti delle forze dell’ordine per impedire l’ingresso dei trattori nella capitale francese.

Non abbiamo intenzione di entrare a Parigi ne’ di bloccare Rungis (i mercati generali a sud della citta’)“, ha detto all’emittente radiotelevisiva “France info” Clement Torpier, presidente dei Giovani agricoltori.

Parigi assediata” è l’obiettivo di centinaia di agricoltori francesi che hanno come obiettivo, nel primo pomeriggio di oggi, quello di isolare la capitale con più di 600 trattori. A partire dalle 14 è prevista la chiusura di otto autostrade intorno alla capitale per via della protesta e quello che stato annunciato come “l’assedio di Parigi“, come spiega l’emittente Bfmtv. Il ministero degli Interni ha previsto che in campo scenderanno 15mila poliziotti nell’Ile-de-France per cercare di evitare un’escalation della situazione ai posti di blocco degli agricoltori.

Bloccata la SS106 Taranto-Reggio Calabria a Botricello

Anche oggi i trattori hanno bloccato la SS106 Taranto-Reggio Calabria a Botricello, nel catanzarese, in Calabria come possiamo vedere dai video a corredo dell’articolo girati da Graziano Tomarchio dove i manifestanti raccolgono grandi consensi e sostegno nella popolazione locale nonostante i pesanti disagi e le ripercussioni al traffico. “Sono qui come padre e responsabile di una comunità che guarda con attenzione al mondo agricolo perché i nostri fratelli che lavorano in questi ambiti sono quelli che fanno fruttificare la terra e, quindi, hanno una grande dignità e una grande valenza umana. Noi siamo con loro nella difesa del loro desiderio di lavorare, nel loro desiderio di essere messi nelle condizioni migliori per fare un lavoro di dignità e qualità“. Lo ha detto monsignor Angelo Raffaele Panzetta, arcivescovo di Crotone-Santa Severina che ha fatto visita, a Botricello, ad uno dei presidi permanenti in atto da parte degli agricoltori in Calabria.

Sono molto contento – ha aggiunto il presule – di essere qui in questo momento. E sono venuto per portare la solidarietà, la vicinanza e la condivisione di tutta la nostra chiesa per stare insieme ai lavoratori di questo settore e le famiglie. La posta in gioco non riguarda solo loro ma tutti noi. In questi giorni abbiamo vissuto tutti un po’ un sano disagio perché abbiamo avuto delle difficoltà dovute alle manifestazioni sulle strade. Però questo disagio ci ha fatto comprendere i problemi che questi nostri fratelli sollevano davanti ai nostri occhi”. “Abbiamo capito tante cose – ha sostenuto ancora l’arcivescovo – perché ognuno di noi segue il proprio settore , i propri interessi, le sue occupazione e fatiche. Gli agricoltori, le loro famiglie e tutto l’indotto che gira intorno al settore, parlano di problemi che riguardano tutti noi. La legislazione europea, con le sue sfide e i suoi interrogativi, i passi del Governo nazionale. Si tratta di questioni che dovrebbero tutta darci da pensare perché l’Italia e soprattutto la Calabria ha in questo settore un contesto vitale che noi vogliamo sia custodito e valorizzato. Non dobbiamo permettere che ci siano interventi che anziché promuovere questo settore comportino, direttamente o indirettamente, un ridimensionamento. Penso che turismo e agricoltura di qualità siano il futuro della Calabria. La nostra gente con sacrificio sta facendo questi passi. Vorremmo che il governo nazionale e l’Ue creassero le condizioni perché questo sforzo non sia vanificato”.

Mons. Panzetta, dialogando con i manifestanti, ha assicurato che porterà le istanze raccolte tra i lavoratori della terra all’assemblea dei vescovi calabresi. “In questi anni, da quando sono qui – ha sostenuto il presule – ho visto tanto desiderio di fare qualità. Anche nelle visite pastorali nelle attività agricole che insistono nelle parrocchie che ho visitato, ho constatato tanta voglia di misurarsi con i grandi mercati con il desiderio di fornire prodotti di qualità. Si tratta di dunque di difendere quelle impostazioni normative che consentono in Italia e in Calabria di fare qualità e soprattutto di difendere posti di lavoro“.

La protesta degli agricoltori si infiamma in tutt’Italia

La protesta degli agricoltori dilaga anche in Italia, come un’onda che partita dalla Germania e dalla Francia sembra non fermarsi per contrastare una politica europea troppo penalizzante, orientata come è al Green Deal. E coltivatori e allevatori italiani ridotti allo stremo da costi di produzione esagerati e basse remunerazioni faranno sentire sempre di più la loro voce sfilando con i loro trattori per le strade e nelle piazze. Raduni sono previsti martedì prossimo 30 gennaio in varie zone della Lombardia, in Toscana e Sardegna dal movimento ‘Riscatto Agricolo’ mentre mercoledì 31 a Verona un altro gruppo sta organizzando un grande presidio in occasione della inaugurazione di Fieragricola, la fiera di riferimento del settore che si tiene nel quartiere fieristico.

Non ci sentiamo rappresentati dalle organizzazioni agricole, ci sono questioni che riguardano la politica europea ma molte vanno affrontate anche a livello nazionale come il fatto che venga riconosciuto un costo di produzione, fermo dal 2019” afferma all’Adnkronos Giorgio Bissoli, contoterzista di Verona, portavoce di un movimento di base, che risponde allo slogan ‘Uniti si vince’. Una protesta dunque che esula dalle appartenenze di ciascun agricoltore o allevatore alle associazioni del settore come Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Copagri. Martedì scorso Remo Roncari, 52 anni, commerciante veneto di materie prime, ha partecipato ad una manifestazione sempre a Verona nei pressi del mercato ortofrutticolo che si è svolta in maniera pacifica. Gli agricoltori si sono accampati nei pressi del mercato ortofrutticolo per due giorni, sono rimasti tutta la notte e sono andati via il pomeriggio del giorno seguente.

Siamo arrivati con 400 trattori, eravamo un migliaio, – riferisce raggiunto al telefono – se non avremo risposte andremo avanti ma non vogliamo fare blocchi stradali, noi chiediamo sempre le autorizzazioni. Nel mio gruppo whatts app siamo circa 900 persone”. Si tratta infatti di gruppi di centinaia di contadini che interagiscono tra loro e si autoconvocano via social nelle varie province, da nord a sud.

Il mercato sta cambiando per via delle massicce importazioni di prodotti agricoli come il mais che fanno abbassare i prezzi delle nostre produzioni mentre non si sono abbassati i costi produttivi e gli agricoltori non ce la fanno – spiega ancora Roncari – e quello che ci fa anche innervosire è che il prezzo al consumo non si è abbassato”. Anche le tasse, dall’Imu all’Irpef pesano sui redditi agricoli ed incombe la minaccia che possa essere tolta l’agevolazione sul carburante, secondo quanto riferiscono i diretti interessati, come è avvenuto per i colleghi francesi e tedeschi. Tra le varie rivendicazioni anche quella di contenere la fauna selvatica che provoca ingenti danni come, ad esempio, le nutrie in Emilia Romagna. Steven Tuffi, 27 anni, è titolare di un’azienda agricola con vacche da latte a Frosinone, ha partecipato ad una manifestazione di tre giorni in piazza a Frosinone con corteo in città nei giorni scorsi con una partecipazione numerosa con circa 200 trattori.

”Ci stiamo battendo per una giusta remunerazione che viene ostacolata da norme europee, come quella sull’obbligo di non coltivare il 4% dei terreni, ma non solo. – sostiene l’imprenditore agricolo – Noi vogliamo tutelare i prodotti italiani e sfatare l’opinione che gli agricoltori inquinano quando invece siamo i custodi dell’ambiente. Noi stiamo scendendo in piazza senza bandiere sindacali perché le associazioni a cui aderiamo non sono riuscite a raggiungere determinati obiettivi e ci siamo rotti le scatole. Il latte che proviene dall’estero viene venduto come italiano e questo è intollerabile, inoltre la filiera guadagna ma al produttore arriva ben poco”.

Quanto alla politica Tuffi afferma: ”siamo aperti al dialogo con il ministero e con l’Europa ma dobbiamo raggiungere determinati risultati. Siamo compatti e vogliamo far sentire la nostra voce sui territori comunali, provinciali e anche a livello nazionale. Facciamo manifestazioni pacifiche e ci dissociamo da chi può creare danni alla popolazione. Ma siamo disposti ad andare avanti perché vogliamo salvaguardare le nostre aziende e le nostre famiglie“.

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