A Cosenza è meglio curarsi da soli: tra mosche e soldi buttati, i cittadini si fanno il segno della croce

Non solo una mosca in sala operatoria, ma anche le ridicole giustificazioni di De Salazar e la costosa auto del direttore Graziano: a Cosenza meglio curarsi da soli

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Diciamo che la sanità pubblica cosentina non se la sta passando proprio bene: c’è chi incolpa Occhiuto, governatore e commissario straordinario della sanità calabrese, dicendo che dopo l’arrivo dei medici cubani e delle auto mediche usate, non ha fatto altro “se non svendersi alla privatizzazione”. E risulta chiaro che i soldi dei contribuenti calabresi non finiscono nella gestione di un sistema sanitario nazionale funzionante ma per aiutarli a curarsi fuori Regione (si parla di 254 milioni di euro per far curare i propri cittadini fuori per evidenti limiti delle proprio strutture).

Un paradosso incredibile, soprattutto se si prende in considerazione quanto sta accadendo a Cosenza. Mentre, da un lato, abbiamo un’eccellenza nel campo degli studi, con l’Unical e la storica apertura della facoltà di medicina e del polo infermieristico al chiostro di San Domenico, dall’altro abbiamo un ospedale che cade a pezzi e presidi provinciali che cadono come mosche. E a proposito di mosche, mi preme parlare delle immagini virali che mostrano il volatile, amico fedele di feci e immondizia, che gironzola per una sala operatoria durante un intervento chirurgico all’Annunziata.

La notizia si arricchisce di particolari (e di schifo) nel momento in cui, come riportano i presunti operatori sanitari che hanno girato il video, sul tavolo operatorio era in corso l’asportazione di un tumore al cervello. I fatti sono scandalosi, ma a nessuno sembra importare, così come non importa l’infermiera presente all’operazione, che indossa jeans e scarpe da ginnastica. Come a dire, un attimo che apriamo il cranio di questo paziente e poi ci sono. Faccio veloce eh, mi butto un camice addosso e arrivo.

Una schifezza totale: ma l’assurdità non sta in quella mosca che si poggia sul camice del chirurgo, sulle condizioni igienico-sanitarie inesistenti. L’assurdità arriva nel momento in cui Giuseppe Mazzuca (Presidente del Consiglio Comunale di Cosenza) chiede spiegazioni. E Vitaliano De Salazar, commissario pro tempore, prima si giustifica dicendo che l’azienda non era sotto la sua gestione, poi comunque cerca di tranquillizzare Mazzuca e cittadini dicendo che “il fatto risale al 2022 e che la mosca è stata lì per pochi minuti”.

Non contento, dà la colpa a una finestra che non doveva essere aperta in quel momento e che è stata subito chiusa. E le scarpe e i jeans dell’infermiera invece, come li giustifichiamo? Diciamo che pure i suoi indumenti sono entrati per caso dalla finestra aperte e, magicamente, gli sono caduti addosso? La questione è ridicola, come ridicoli i tentativi di riscatto: il primo, quella di dire “che io non c’ero nel 2022, quindi non è colpa mia”. Il secondo invece, che sottolinea la data dell’accaduto, come se un evento passato fosse meno grave.

E poi il terzo, che ti viene voglia di operarti da solo: sono stati solo pochi minuti, e che sarà mai! Ma le basi, questi pseudo professionisti, le hanno dimenticate? Lo so anche io, che se vedo un camice svengo, che la sala operatoria e tutto il circo all’interno deve essere STERILIZZATO. Altrimenti torniamo ai metodi di una volta, quelli della nonna, con il medico improvvisato di turno che passava il coltello e l’ago al fuoco e poi ti tagliuzzava.

Tanto, peggio di così, non credo possa andare. D’altronde, cosa possiamo aspettarci da un ospedale che fa comando ad un Asp dove il direttore Antonio Graziano, tra le spese riportate nella delibera n. 2149, in data 10 ottobre, ha disposto della “modica” cifra di 75mila euro per spostarsi comodamente su una Audi A6 Business Design 50. Cari lettori, siamo alla frutta o peggio, alla fine: se dovessimo sentirci male, facciamoci il segno della croce e portiamo un ammazzamosche, che non si sa mai.

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