Porti in ginocchio, 7 Paesi del Sud Europa chiedono di rinviare la direttiva ETS

Porti in ginocchio, 7 Paesi del Sud Europa, tra cui Italia e Spagna, hanno inviato una lettera alla Commissione europea chiedendo di rinviare l'applicazione, prevista a partire da gennaio, del sistema Ets 

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La diretta ETS sta creando enormi polemiche in varie nazioni europee. Sette Paesi, tra cui Italia e Spagna, hanno inviato una lettera alla Commissione europea chiedendo di rinviare l’applicazione, prevista a partire da gennaio, del sistema Ets. Secondo quanto scrive il Financial Times online, i sette Paesi temono che, per evitare di pagare nuove imposte stimate in circa 11 miliardi di euro, le navi sceglieranno di fare scalo nei porti della sponda Sud del Mediterraneo come Tangeri in Marocco e Porto Said in Egitto.

Nella lettera inviata a Bruxelles i ministri dei governi di Roma, Madrid, Atene, Lisbona, Nicosia, La Valletta e Zagabria sottolineano che “i costi dell’iniziativa superano i benefici in termini di lotta all’inquinamento e che le conseguenze dell’applicazione del sistema Ets possono incidere negativamente sui flussi dell’import-export e sugli investimenti nelle infrastrutture portuali”. Sulla questione si è registrata una mobilitazione del governo italiano e delle autorità locali particolarmente preoccupate per l’impatto della decisione Ue sul porto di Gioia Tauro. Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini aveva preannunciato l’avvio di un’azione presso la Commissione sottolineando che “mettere nuove tasse sui porti europei significa avvantaggiare altri. Siamo già d’accordo con diversi ministri europei, per il momento siamo in sette, per raggiungere l’obiettivo di bloccare la nuova tassa sulle emissioni di Co2, che rischia di essere un regalo per i Paesi extraeuropei e che non aiuta l’ambiente”.

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