Intorno al docufilm sulla storia di Gianni Versace nelle ultime settimane s’è scatenato un enorme e ingiustificato polverone. L’opera, intitolata “L’imperatore dei sogni” è prodotta da Minerva Pictures e Quality film e racconta la storia del grandissimo stilista reggino dalla sua infanzia in riva allo Stretto fino al suo successo esploso a Milano e dilagato nel mondo intero. Le polemiche delle ultime settimane sono state scatenate dall’esclusione della proiezione in anteprima del film alla Festa del Cinema di Roma: molto dure le parole del regista Mimmo Calopresti, che ha parlato addirittura di “censura” con interviste roboanti sulla stampa locale e nazionale. In realtà, però, l’uscita della pellicola è semplicemente rinviata perchè ancora incompleta.
A spiegarlo magistralmente è stato Gianluca Curti, noto produttore cinematografico della Minerva, che ha spiegato come il film non fosse ancora “idoneo” ad una proiezione ufficiale. “A parere nostro non è finito, bisogna lavorarci ancora” ha detto Curti. “E finché il film non è finito, non si può vedere. Andava migliorato“. In una dichiarazione pubblica, l’imprenditore ha spiegato la situazione con estrema serenità: “Nessuno ha sbagliato. Invito tutti a mantenere la calma, altrimenti si rischia di far male al prodotto. Meglio uscire più tardi, ma con un film migliore. Ci sono altri festival: Berlino, Cannes e persino Roma 2024“.
Le riprese del film sono state girate a Reggio Calabria nei mesi scorsi e rispetto alle polemiche su stampa e social network negli ultimi giorni appare particolarmente bizzarro che nel mirino sia finito proprio Santo Versace, che con Minerva ha fortemente voluto quest’opera e che di Gianni è il legatissimo fratello. E non c’è ombra di dubbio alcuna che su tutto il Pianeta non ci sia persona che voglia onorare la memoria di Gianni di più e meglio dello stesso Santo.