Claudio Ranieri teme il Granillo. Certo, considerando la sua carriera da tecnico, forse “temere” è un verbo esagerato, ma uno dei tecnici italiani migliori in circolazione sa cosa è la Serie B, si è calato perfettamente nella realtà rilanciando il suo Cagliari, che sabato sarà ospitato dalla Reggina in un bel big match. La gente di Reggio lo ha capito e sta “spingendo”, tra città tappezzata di striscioni e prevendita a gonfie vele.
E lo ha capito anche Ranieri, che ne ha parlato in conferenza stampa: “stadio pienissimo, con 3 euro a Curva e le Tribune a 5 euro. Ci sarà il pienone e sicuramente soffieranno dietro. Noi però siamo pronti, sono playoff, dobbiamo andare là e ripetere la prestazione fatta contro l’Ascoli, senza tempi morti. La Reggina in casa su 14 gare ne ha vinte 7 e pareggiate 2, con 5 perse. O dentro o fuori fanno. Segnano tanto, hanno gli stessi gol nostri in casa. Fa gol, ha ottimi giocatori, lo sappiamo”.
Il tecnico dei sardi esalta anche Inzaghi: “io temo la Reggina in sé e per sé, perché all’andata era in testa e ora sta avendo piccoli problemi. Ho visto le partite, sa quello che deve fare. Inzaghi è stato un grandissimo attaccante e fa giocare le sue squadre da attaccante, si riversano tutti in area, oltre alle ali e all’attaccante anche le due mezz’ali”.
E’ curioso il passaggio iniziale in conferenza del mister, che parla di unione e di fischi che non gli sono piaciuti. Una situazione che, di recente, è stata vissuta anche sullo Stretto: “i fischi a fine primo tempo mi hanno fatto male – ha detto Ranieri in riferimento all’intervallo di Cagliari-Ascoli – per due motivi: innanzitutto perché sin dal primo giorno ho chiesto l’aiuto di tutti, da solo non ce la faccio. Il nostro pubblico ci deve dare una mano soprattutto quando le cose vanno male.Il pubblico paga il biglietto, è un suo diritto fischiare: ma se vogliamo raggiungere il nostro obiettivo dobbiamo restare tutti uniti. I tifosi sono il nostro sangue”.