Naufragio migranti, parenti in protesta a Crotone: “no al trasferimento delle salme”

I familiari dei migranti morti a Cutro si oppongono al trasferimento delle salme imposto oggi dal Viminale: saranno portate a Bologna già in giornata

VIDEO
Naugrafio migranti: parenti delle vittime in protesta a Cotrone
StrettoWeb

Oltre al danno anche la beffa. Non basta il dramma vissuto per la morte dei propri famigliari. Oggi diverse decine di persone, parenti dei migranti rimaste vittime del naufragio del 26 febbraio scorso, hanno occupato pacificamente a Crotone la strada che conduce al Palamilone, dove sono state sistemate le 72 salme finora restituite dal mare. La protesta, in base a quanto riferito da alcune delle persone presenti, è dovuta alla decisione di trasferire i corpi dalla Calabria a Bologna, contestata dai congiunti delle vittime. Sul posto si sono recate le forze dell’ordine.

L’avviso dello spostamento delle salme è arrivato dal Viminale. Saranno infatti tutte trasferite entro oggi al cimitero musulmano di Bologna. La decisione è stata presa dal ministero degli Interni ed ha colto di sorpresa le famiglie che si trovano a Crotone e che hanno inscenato una protesta con un sit-in davanti al Palamilone. I parenti chiedono di attendere qualche giorno per avere la possibilità di avviare le pratiche per il trasferimento nei Paesi di origine. Il comune di Crotone, che ha raccolto le loro istanze, aveva già deliberato delle somme per i costi del trasferimento prelevandole dal Fondo migranti che poi sarebbe stato rimborsato dal Ministero.

Il trasferimento delle salme è una soluzione provvisoria

Il trasferimento a Bologna delle salme delle vittime del naufragio di Steccato di Cutro è una “soluzione provvisoria e non definitiva. Presa per dare immediata dignità alle salme. Anche perché in Afghanistan non è semplice procedere nell’immediato al rimpatrio“. Lo fanno sapere fonti del Viminale. In ogni caso, viene precisato, “si procederà sulla base delle richieste di ogni nucleo familiare con la soluzione definitiva. Qualora sia richiesto il rimpatrio della salma, lo Stato italiano se ne farà carico di tutti gli oneri“.

Familiari della vittime, ‘Il governo gioca con i morti’

Il governo italiano gioca con i morti“. Così recita il cartello di una donna afgana che nel naufragio di Steccato di Cutro ha perso la figlia ed il genero. Lei arriva dalle Germania come molti dei parenti delle vittime che stanno protestando pacificamente contro la decisione del Governo di trasferire entro oggi al cimitero musulmano di Bologna tutte le salme delle vittime. “Noi vogliamo i corpi delle vittime in paesi di origine in Afghanistan o dove famiglia vuole” è scritto in un altro cartello che spiega il motivo della protesta. “Hanno cercato di portare via bare senza dire niente prima” dice un altro afgano disteso sulla strada.

Trasferimento delle salme, l’espatrio non sarà a spese dello Stato

Oggi lo stato italiano ha comunicato, alle famiglie in attesa da 10 giorni, che i corpi dei loro congiunti non potranno essere espatriati. Non a spese dello stato. Dopo tante promesse e una attesa penosa, straziante per noi ma soprattutto per loro. Oltretutto non viene concesso loro neanche di avere qualche giorno per autorganizzazioni. Entro oggi le salme dovrebbero essere trasferite a Borgo Panigale. I familiari non lo accettano. Non lo permettono“. E’ la denuncia della Rete 26 febbraio, che include quasi 300 associazioni.

Dimostriamo che l’Italia non è questo. Che siamo migliori del governo che (non) ci rappresenta. Che crediamo in una umanità unica e unita capace di stringersi forte attorno al dolore di ogni singolo individuo. Di ogni madre, di ogni figlia – dicono – Sono uomini, donne e bambini che hanno avuto la sola sfortuna di nascere dalla parte sbagliata del mondo, che hanno inseguito il miraggio di una vita migliore e sono morti alla porta di casa nostra. Diamo loro, da morti, la dignità che non gli fu concessa in vita. Permettiamo che riposino secondo i loro desideri nella terra dei loro avi o vicino ai loro cari“.

Condividi