Il significato di “Tango” di Tananai: la vera storia di Olga e Maxim “fra le palazzine a fuoco”

Il testo e il significato di "Tango", la canzone che Tananai porta a Sanremo 2023: la storia vera di una coppia ucraina separata dagli orrori della guerra, un amore a distanza raccontato in un video che tocca il cuore

StrettoWeb

Tananai, nome d’arte di Alberto Cotta Ramusino, torna a Sanremo dopo l’ultimo posto della passata edizione, un piazzamento che fra risate, un brano leggero e la capacità di prendersi poco sul serio, gli è valso un grande successo post Festival. All’Ariston si ripresenta elegante, con un fiore nel taschino della giacca, romantico, ben lontano dal mood di “Sesso occasionale”.

La sua “Tango”, scritta da Davide Simonetta, Alessandro Raina e Paolo Antonacci (figlio di Biagio), è il racconto malinconico e struggente di una storia d’amore, completata dal video ufficiale (in calce all’articolo) che dà un volto e un nome ai protagonisti.

Il significato di “Tango”, la vera storia di Olga e Maxim

Il brano è ispirato ad una storia vera, quella di Olga e Maxim, una coppia ucraina che dopo l’invasione russa e il conseguente scoppio della guerra, è costretta a separarsi. Nel video, realizzato con la vera corrispondenza di filmati e videochiamate attraverso i quali i due si tenevano in contatto, si vedono le due vite separate: Olga mostra le immagini della sua vita di tutti giorni, in una apparente normalità; Maxim fa lo stesso, ma la sua quotidianità è scandita dalla guerra, dal freddo e dalla paura.

La canzone racconta l’addio fra i due, con la speranza che si tratti solo di una separazione temporanea. Riaffiorano i ricordi, le serate fra coccole e spensieratezza, interrotte bruscamente dalle prime avvisaglie del conflitto. L’amore è saldo “va bene amore mio, non sei di nessun altro e di nessuna io“, ma la lontananza fa male al punto che il ragazzo chiede alla ragazza di tornare “alla notte che ti ho conosciuta“, per non offrirle da bere, non conoscersi mai e quindi non farla soffrire oggi, nel presente in cui sono distanti.

Impossibile.Lo so quanto ti manco“, è la malinconica consapevolezza che dà vita a una domanda senza risposta “chissà perché Dio ci pesta come un tango“. Il tango, che dà il titolo alla canzone, è un ballo sensuale in cui si avvinghia al partner, un’antitesi rispetto a quanto i due ragazzi stanno vivendo in questo momento: il tango, per loro, si riduce all’impeto, privato di ogni passione, dei passi di qualcosa di più grande di loro (la guerra) che li schiaccia ogni giorno. E in momenti come questo, ci si chiede dove sia Dio, perchè stia facendo accadere tutto questo, o se ne sia complice (ci pesta).

Il ritornello è un quadro. “Amore, fra le palazzine a fuoco, la tua voce riconosco“: nella periferia di una città, fra le case illuminate dal rosso acceso di bombardamenti in lontananza (struggente l’immagine nel video), il ragazzo riconosce la voce della fidanzata e riesce a sorridere nonostante tutto. “Noi non siamo come loro“, l’amore contrapposto alla crudeltà della guerra.

Poi la promessa d’amore, improvvisata, con poco tempo a disposizione, in ginocchio sotto la luce dell’insegna al neon di un poco romantico sexy shop. Ma bella lo stesso. E la preghiera, quella di mettersi in salvo “se amarsi dura più di un giorno, è meglio che non rimani qui“, accompagnata dalla certezza di rivedersi presto “io tornerò lunedì“.

La seconda parte del brano ci riporta ai giorni nostri e si apre con una domanda a bruciapelo: “come si salva un amore se è così distante?“. Se, in qualche modo, i primi momenti di distanza, avevano contribuito a dare ancor più valore al loro sentimento, adesso “è passata la poesia“. La lontananza è solo dolore, una guerra che si sperava potesse finire presto, non sembra voler terminare. “È un anno che mi hai perso“, ammette il ragazzo aggiungendo “quel che sono (un soldato) non volevo esserlo“.

Il nuovo giro di ritornello scorre uguale fra i ricordi, cambia solo la promessa finale: “tornerò lunedì, ma non è mai lunedì, qui non è mai lunedì“. Questa guerra non vuole terminare, il giorno in cui potersi riabbracciare sembra non arrivare mai. Al termine del video, in una notte di ghiaccio, Maxim rivolge un messaggio ad Olga:amore mio, noi stiamo bene, fa un po’ meno freddo. Ora ci sono -12 gradi, ma c’è molto vento. Comunque non abbiamo freddo… mi sta scaldando il tuo amore… e il tè. Va tutto bene. Ti amo“.

Il retroscena di Tananai: “doveva essere un amore a distanza, ma poi…”

Il motivo che c’è dietro e che mi ha portato a voler fare così tanto Sanremo è la storia di Olga, Maxim e la loro figlia di 14 anni: si sono dovuti separare a causa della guerra in Ucraina, ci hanno dato accesso ai loro scambi di video in questi mesi. – ha dichiarato Tananai ai microfoni di “Radio Italia” – Sono contento di non essere in un video per una ragione, finalmente. Non è un video politico, è molto umano: mi spezza come queste due persone cerchino di darsi forza, con sorrisi carichi di speranza perché sperano di rivedersi. È un messaggio di pace e umanità. Se serve a renderci conto della situazione e a sentirci grati per quello che abbiamo, possiamo essere persone migliori.

Avevo iniziato a scrivere “Tango” pensando a un amore a distanza – aggiunge il cantante – poi ho parlato con il mio amico e videomaker, che fa i video per me dal giorno zero: avevo la stesura del brano e lui mi ha raccontato che ricollegava la storia a quella vicenda, da lì in poi, continuando a scrivere la canzone ho pensato a Olga e Maxim continuamente. Così il brano, il video e la mia partecipazione a Sanremo parlano di loro, servono a far conoscere la loro storia“.

Testo “Tango” di Tananai

Non c’è un amore senza una ragazza che pianga
Non c’è più telepatia
È un’ora che ti aspetto
Non volevo dirtelo al telefono
Eravamo da me, abbiamo messo i Police
Era bello finché ha bussato la police
Tu, fammi tornare alla notte che ti ho conosciuta
Così non ti offro da bere e non ti ho conosciuta
Ma ora addio, va bene amore mio
Non sei di nessun altro
E di nessuna io
Lo so quanto ti manco
Ma chissà perché Dio
Ci pesta come un tango
E ci fa dire
Amore tra le palazzine a fuoco
La tua voce riconosco
Noi non siamo come loro
È bello, è bello, è bello
È bello stare così
Davanti a te in ginocchio
Sotto la scritta al neon di un sexy shop
Se amarsi dura più di un giorno
È meglio, è meglio
È meglio che non rimani qui
Io tornerò un lunedì
Come si salva un amore se è così distante
È finita la poesia
È un anno che mi hai perso
È quel che sono, non volevo esserlo
Eravamo da me, abbiamo messo i Police
Ridevamo di te che mi sparivi nei jeans
Tu, fammi tornare alla notte che ti ho conosciuta
Così non ti offro da bere e non ti ho conosciuta
Ma ora addio, va bene amore mio
Non sei di nessun altro
E di nessuna io
Lo so quanto ti manco
Ma chissà perché Dio
Ci pesta come un tango
E ci fa dire
Amore tra le palazzine a fuoco
La tua voce riconosco
Noi non siamo come loro
È bello, è bello, è bello
È bello stare così
Davanti a te in ginocchio
Sotto la scritta al neon di un sexy shop
Se amarsi dura più di un giorno
È meglio, è meglio
È meglio che non rimani qui
Io tornerò un lunedì
Ma non è mai lunedì
Qui non è mai lunedì
Amore, tra le palazzine a fuoco
La tua voce riconosco
Noi non siamo come loro
È meglio, è meglio
È meglio che non rimani qui
Io tornerò un lunedì
Ma non è mai lunedì

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