Reggio Calabria, gruppo di genitori deposita ricorso al TAR contro le scuole chiuse: “è assurdo che i nostri bambini possano fare tutto tranne che andare in classe”

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Reggio Calabria, 40 genitori di scuole diverse si uniscono nella battaglia legale: la chiusura delle scuole disposta dal Comune sarebbe illegittima, domani attesa la sentenza

E’ assurdo che i nostri bambini possano fare tutto tranne che andare a scuola, studiare, imparare il mondo, crescere socializzando. Ne hanno disperato bisogno dopo due anni di lockdown, isolamenti, quarantene, didattica a distanza. Ne abbiamo bisogno anche noi genitori, stanchi di sostituire lo Stato abbandonando la nostra professione con gravi ripercussioni economiche per fare da assistenti per le tecnologie didattiche necessarie alla dad. Ieri a Gambarie i nostri figli erano ammassati in migliaia sulle piste a giocare con gli slittini, ogni giorno sono in centinaia a giocare allegramente alla Villa Comunale o alle giostrine delle piazze. E vivaddio che sia così, che possano avere la loro vita e che siano sempre sorridenti. Il pomeriggio vanno alla ludoteca, si incontrano a casa con gli amici. E’ paradossale che in tutto questo non possano andare a scuola per scelta del Comune, mentre in tutto il resto d’Italia i loro coetanei sono regolarmente in classe“.

Un gruppo di 40 genitori di Reggio Calabria ha presentato ricorso al Tar avverso l’ordinanza del sindaco f.f. Brunetti che ha chiuso, per la seconda settimana consecutiva, le scuole nel territorio comunale per Covid. Nella città in cui già lo scorso anno scolastico è stato quello con le chiusure più lunghe per decisione degli isterici politici locali, adesso si ripete il solito copione di schizofrenia e arbitrario “‘mpanicamento“. E molti istituti sono chiusi da oltre un mese.  “La nostra non è una battaglia politica” ci tengono a precisare i genitori, che ricordano come lo scorso anno si opposero allo stesso modo al presidente della Regione f.f. Spirlì che adottava analoghe chiusure mentre gli studenti delle altre Regioni erano regolarmente in classe.

Il ricorso è stato depositato dagli avvocati Pedà e Romeo, entrambe del foro di Reggio Calabria, entrambe mamme che riscontrano personalmente quanto sia problematica la didattica a distanza per il percorso di crescita, educazione e apprendimento dei bambini e per la quotidianità delle famiglie. Il pronunciamento della sentenza è atteso per la serata di domani, martedì 18 gennaio. “Se il ricorso verrà accolto, le scuole del Comune di Reggio Calabria potranno riaprire già da mercoledì 19, come noi ci auguriamo. E’ una fondamentale battaglia di civiltà, anche perché mentre noi abbiamo disposto il ricorso per il bene dei nostri bambini, dal Comune giungono voci dell’ennesima proroga dell’ordinanza settimanale, di settimana in settimana“. Insomma, a Palazzo San Giorgio non avrebbero neanche il coraggio di annunciare per quanto tempo hanno intenzione di tenere chiuse le scuole, rinnovando di settimana in settimana un’ordinanza aspettando di svegliarsi una mattina e come per magia assistere alla fine della pandemia. Tutto questo mentre i bambini e i ragazzi di tutto il resto d’Italia e d’Europa sono regolarmente, ogni giorno, in classe, come tra l’altro indicato in modo molto deciso dal governo guidato da Mario Draghi, che ha predisposto un protocollo che prevede il ricorso alla Dad per 10 giorni soltanto per le classi in cui eventualmente si dovessero riscontrare due casi positivi. In Calabria, come al solito, ha prevalso la psicofobia. Nell’ossessivo tentativo di “proteggere” dal Covid i bambini (che di Covid non rischiano comunque nulla in termini sanitari, e che in ogni caso non sono “protetti” in quanto con le scuole chiuse fanno comunque altre attività in cui stanno a contatto tra loro e con altre persone), gli si preclude una crescita sana e genuina. Con conseguenze collaterali enormemente più gravi rispetto all’eventuale contagio.

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