Personaggi storici messinesi, lo scultore Giuseppe Bottone: dalla formazione col Montorsoli alla prematura morte per la peste nera

StrettoWeb

Il viaggio di StrettoWeb tra i personaggi storici messinesi ci porta oggi alla scoperta dello scultore Giuseppe Bottone

Continua il viaggio di StrettoWeb alla scoperta dei personaggi che hanno fatto la storia di Messina: oggi è la volta di Giuseppe Bottone, scultore che ha vissuto appieno l’epoca peloritana del ‘500, morto prematuramente a 36 anni a causa della peste nera.

Nato nel 1539, Bottone può essere considerato sin da subito un esponente del movimento che in quell’epoca la faceva da padrone: il Rinascimento. Le sue opere d’arte, un mix tra sacro e profano, sono fortemente condizionate dall’influenza e formazione del fiorentino Giovanni Antonio Montorsoli, non prima di aver collaborato con Martino Montanini e aver assunto la direzione dei lavori della Fabbrica del Duomo di Messina. Annoverato nell’elenco del “Privilegium pro marmorariis et fabricatoribus” stilato a Palermo nel 1487, muore di pesta nera nel 1575, lasciando – nonostante l’età – un buon repertorio di opere conservate tra Sicilia e Calabria.

Le opere d’arte dello scultore messinese Giuseppe Bottone

Sono otto le opere del Bottone, dalla sua prima – nel 1558, a 19 anni – all’ultima nel 1568. Dieci anni di grandi produzioni, alcune però riconosciute soltanto postume. Come “Santa Caterina d’Alessandria”, statua marmorea su base ottagonale, rappresentante il martirio della Vergine, inizialmente attribuita a Vincenzo Gagini per la somiglianza con un’altra opera, dallo stesso nome (Santa Caterina d’Alessandria), realizzata però dal padre di Vincenzo. E’ stata una scoperta non troppo remota ad aver attribuito il lavoro al Bottone. Discorso simile per la la “Madonna della Febbre”, attribuita anche a Giovan Battista Mazzolo. Ecco tutte le opere del Bottone.

  • 1558, “Fabbrica del Duomo di Messina”;
  • 1558, “Santa Caterina”, custodita nella chiesa di Santa Caterina di Forza d’Agrò;
  • 1560, “Santa Caterina d’Alessandria”, custodita nella chiesa di Santa Caterina d’Alessandria di Milazzo
  • 1560, “Madonna della Febbre”, custodita nella chiesa di San Francesco d’Assisi di Cosenza
  • 1568, “Madonna delle Grazie”, custodita nella chiesa della Madonna delle Grazie di Sant’Eufemia d’Aspromonte;
  • 1568, “Nostra Donna delle Grazie”, custodita nella chiesa della Madonna delle Grazie di Santo Stefano in Aspromonte;
  • 1568, “Ciborio”, custodita nella Cappella del Santissimo Sacramento della chiesa di San Martino a Drosi, Rizziconi;
  • 1568, “Ciborio”, custodita al Museo Regionale di Messina.
Condividi