‘Ndrangheta: arrestato in Brasile latitante reggino [NOME e DETTAGLI]

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Localizzato e catturato a San Paolo del Brasile il latitante della ‘ndrangheta calabrese Vincenzo Macrì, 52 anni

manetteArrestato in Brasile il latitante Vincenzo Macrì. Al termine delle indagini coordinate dalla procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria e condotte dal servizio centrale operativo della Polizia di Stato e dalla squadra mobile di Reggio Calabria con l’attività di raccordo svolta del servizio per la cooperazione internazionale di Polizia e dalla rete dell’Interpol, agenti della Polizia brasiliana hanno localizzato e catturato a San Paolo del Brasile il latitante della ‘ndrangheta calabrese, 52 anni, esponente apicale della cosca della ‘ndrangheta Commisso operante a Siderno, già proposto per l’inserimento nell’elenco dei latitanti pericolosi stilato dal Ministero dell’Interno. L’arrestato è figlio di Antonio Macrì soprannominato per la sua caratura criminale ”boss dei due mondi”, particolarmente influente anche oltreoceano in Canada e Stati Uniti, ucciso in un agguato a Siderno il 20 gennaio 1975, nell’ambito della prima guerra di ‘ndrangheta. Vincenzo Macrì, che negli ultimi anni si era stabilito ad Aalsmeer (Olanda), dove gestiva gli interessi illeciti del sodalizio mafioso di riferimento, è stato rintracciato all’aeroporto di San Paolo del Brasile, diretto a Caracas, dove viveva da qualche tempo utilizzando una falsa identità individuata proprio dagli investigatori della Squadra Mobile reggina e dello Sco.

polizia-auto-primaIn particolare, fa sapere la Polizia, la collaborazione tra Sco ed Fbi è avvenuta nell’ambito del progetto ‘Pantheon’, siglato nel 2005, che ha dato nuovo impulso agli storici rapporti che legano i due Uffici investigativi. “Si è rivelato decisivo ai fini della cattura anche lo scambio di informazioni, attivato tramite il Servizio Cooperazione Internazionale di Polizia, tra le Polizie del Venezuela e Brasile, in un’ampia cornice di collaborazione tra l’Italia ed i Paesi del Sud-America interessati“, ragguaglia la nota. “L’inserimento di Vincenzo Macrì nella cosca Commisso di Siderno è ampiamente comprovata dalle risultanze probatorie dell’ambito dell’Operazione Acero-Krupy Connection della Procura distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, condotta congiuntamente dalla Polizia e dall’Arma dei Carabinieri il 28 settembre 2015, in esecuzione del decreto di fermo di indiziato di delitto per i delitti di associazione mafiosa e di traffico internazionale di sostanze stupefacenti con l’aggravante della transnazionalità. E’ stato ritenuto, appunto, appartenente al vertice della famiglia di ‘ndrangheta ‘Commisso’ di Siderno, operante nel territorio sidernese e zone limitrofe, nonché oltre i confini nazionali, in particolar modo in Canada (città di Toronto), ed in Olanda, determinando decisioni criminali con altri soggetti di vertice della medesima organizzazione“.

Come è emerso dall’attività tecnica svolta dalla Polizia nell’ambito dell’ operazione Acero Krupy Connection, Vincenzo Macrì nell’entroterra pontino e in Olanda collaborava con Vincenzo Crupi nella gestione di importanti stabilimenti floro-vivaistici. In tale contesto, – spiega la nota – vennero registrate alcune conversazioni ambientali all’interno della società olandese tra Macrì e Crupi che forniscono anche un importante spaccato dei rapporti tra diverse fazioni della ‘ndrangheta reggina, radicate in Canada; in particolare, Crupi, di ritorno da un viaggio a Toronto (Canada), riferiva a Macrì alcune importanti circostanze, apprese in Canada, riguardanti frizioni in atto tra membri di clan di ‘ndrangheta presenti nell’Ontario, specie a seguito della morte del boss Carmine Verduci, assassinato a Woodbrige, il 25 aprile 2014. Con riguardo al traffico di sostanze stupefacenti, spiega ancora la nota, “Macrì, insieme ad altri, viene ritenuto tra i promotori ed organizzatori del sodalizio. Il 28 settembre 2015, si sottraeva all’esecuzione del fermo di indiziato di delitto, trovandosi in Olanda“. Macrì ha già scontato negli Stati Uniti d’America, dal 18 luglio 1989 per traffico internazionale di stupefacenti, una condanna fino al 27 settembre 2002. “Al termine delle relative procedure di estradizione dal Brasile, – spiega ancora la nota – Macrì verrà condotto in Italia per essere sottoposto al regime di custodia cautelare in carcere“.

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