Calcio: la soluzione degli arbitri contro le sviste? Negare l’evidenza pur di mantenere la “mafia” del palazzo

StrettoWeb
Il gol di Robinho sabato a Catania: il fermo-immagine di Sky dimostra inequivocabilmente come il pallone sia completamente dentro!

Per Marcello Nicchi quello di Robinho a Catania non era gol. Il numero 1 degli arbitri italiani, ospite in studio prima a Sky Tg 24 e poi a Sky Sport 24, replica alle critiche del Milan che, cosi’ come ha dichiarato Galliani, si sente defraudato per i due episodi dei gol non assegnati a Muntari (contro la Juventus) e a Robinho (sabato scorso a Catania). “Su quello di Muntari in Milan-Juventus c’e’ poco da discutere, l’abbiamo visto tutti, io ero allo stadio, e’ stato un errore anche grossolano e la prima cosa che abbiamo fatto e’ studiare come sia potuto accadere. E’ come quando un portiere sbaglia un intervento, un attaccante un gol, o una zolla diventa decisiva – ha spiegato il presidente dell’Aia -. L’episodio di Catania, invece, e’ diverso. Il gol di Robinho non c’era, nessuno puo’ dimostrare che era gol. Si parla di una cosa che non esiste, la palla non era entrata, lo sostengo con forza, quello non era gol“. Nicchi ci tiene a sottolineare che “gli arbitri accettano le critiche, perche’ danno la forza per continuare a lavorare e migliorarci, e’ umano che una societa’ che come noi lavora per raggiungere il massimo possa avere un momento di amarezza, ma se c’e’ educazione nelle critiche non c’e’ nulla da eccepire“.
Ma come fa, Nicchi, a dire che quello di Catania non era gol? Qui non è una questione di essere milanisti o juventini, ma la palla calciata da Robinho è entrata completamente dentro la linea di porta, come dimostrano tutte le immagini televisive, compresa quella di Sky Sport che alleghiamo a corredo dell’articolo.
Se, come dice Nicchi, gli arbitri “accettano le critiche“, devono prima di tutto accettare l’evidenza delle immagini che dimostrano i loro errori. Quello di Catania era assolutamente gol, e lo diciamo da giornalisti osservatori. A maggior ragione dovrebbe sostenerlo Nicchi che quelle immagini televisive le avrà viste mille e mille volte in questi tre giorni.
La realtà è che non si vuole la moviola in campo per poter continuare a garantire la “mafia” del palazzo, con arbitraggi spesso in cattiva fede.
Per l’amor di Dio, l’arbitro è un uomo e può anche sbagliare. Ma la tecnologia no. I sensori sui pali per rivelare se il pallone entra in porta o meno non costano nulla, risolverebbero subito il problema ma ci si ostina ad affidare la scelta a un guardalinee lontano 30 metri, spesso coperto nella visuale o non ben posizionato. E ogni domenica si ripetono tanti episodi di “gol fantasma”, che rischiano di condizionare ogni campionato non solo per lo scudetto ma anche per gli altri traguardi, a partire dalla salvezza, vitale per molte società minori rispetto alle “grandi“.
Quanto dovremo ancora aspettare affinchè la moviola in campo diventi realtà? Solo quel giorno avremo un calcio più giusto e pulito …

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