Sicilia, molte attività commerciali cinesi risultano fuori norma. Numerosi anche i lavoratori in nero

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Si tratta di un servizio simultaneo e coordinato portato a termine in tutte le province siciliane dagli Ispettori del Lavoro della Sicilia, coadiuvati dai Carabinieri specializzati del Nil, il Nucleo ispettorato del lavoro, e dai militari dell’Arma territoriale.
A coordinare il servizio ispettivo, il Dirigente generale del dipartimento Lavoro dell’assessorato regionale alla Famiglia, Anna Rosa Corsello, nell’ambito dell’attività  programmata per l’anno in corso tra l’assessorato regionale al Lavoro e l’Arma dei Carabinieri, impegnati nel contrasto al lavoro sommerso e irregolare. Le ispezioni su 39 attività commerciali hanno portato alla luce i seguenti dati: delle 39 attività oltre il 50% è fuori norma; scoperti anche 20 lavoratori ”in nero” e 3 irregolari, ovvero assunte, ma con forme contrattuali errate; sono state inflitte 136 sanzioni amministrative per un importo complessivo di 248 mila euro; sono state accertate 17 violazioni in materia di sicurezza e conseguentemente elevate 19 contravvenzioni per un importo complessivo di 104 mila euro. Inoltre, sono stati recuperati contributi Inps e Inail per un importo complessivo di 25.200 euro; sono state sospese 10 attivita’ commerciali per aver superato il limite del 20% di lavoratori impiegati in nero, e un’altra attivita’ sospesa per aver toccato il 100%. Infine, 8 persone sono state denunciate a piede libero per violazioni sulla normativa sulla video sorveglianza e sulla somministrazione di mano d’opera irregolare. I titolari delle attivita’, che in questo caso hanno subito la chiusura delle loro aziende, possono ottenerne la riapertura pagando una multa di 1.500 euro e assumendo immediatamente e regolarmente i dipendenti riscontrati ”in nero”.

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