‘Ndrangheta, processo “Crimine”: 93 condanne e 34 assoluzioni, il punto sulla sentenza

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Sono 93 gli imputati condannati nel maxi processo Crimine in corso di celebrazione davanti al Gup di Reggio Calabria Giuseppe Minutoli. Trentaquatro, invece, sono state le assoluzioni. I pm nella loro requisitoria avevano chiesto pene per quasi millesettecento anni di carcere per i 127 imputati che hanno deciso di farsi processare con il rito abbreviato, mentre una quarantina sono gli indagati che hanno deciso di farsi processare con il rito ordinario davanti al Tribunale di Locri. Un processo scaturito, quello che oggi è andato a sentenza, dalla maxioperazione del 13 luglio 2010 in cui, sull’asse Reggio-Milano, furono tratti in arresto oltre trecento presunti affiliati. Secondo la ricostruzione del pool di investigatori coordinato dal pm Gratteri la `ndrangheta si sarebbe strutturata con un organo superiore, detto “Provincia”. Una ricostruzione che in passato non era mai stata riconosciuta con sentenza definitiva, soprattutto con riferimento ai processi “Olimpia” e “Armonia”. Nell’indagine emerse la figura di Domenico Oppedisano, 80enne di Rosarno, fino a quel momento sconosciuto: secondo gli inquirenti, Oppedisano avrebbe rivestito l’importante ruolo di “Capocrimine” nell’annuale riunione presso il Santuario di Polsi, nel corso della quale gli affiliati discutono e cercano di trovare soluzioni su gerarchie e diatribe in seno all’associazione criminale. Nel procedimento sono parti civili la Regione Calabria, la Provincia di Reggio Calabria, l’Anas e le associazioni Sos Impresa e FAI (Federazione Antiracket Italiana), ma, soprattutto, la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero dell’Interno. Proprio Domenico Oppedisano era tra i destinatari delle richieste più pesanti, 20 anni di reclusione, ed è stato condannato a dieci. Insieme al vecchio padrino alla sbarra c’erano boss e picciotti, manovalanza e colletti grigi. “L’impianto accusatorio comunque alla luce della sentenza del Gup ha tenuto”. Ha dichiarato il Procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri, che poi ha proseguito: “Bisogna ora aspettare di leggere le motivazioni per capire come il Gup sia arrivato alle determinazioni del conteggio della pena, delle condanne e delle assoluzioni”.

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