Il 15 agosto 1991 a Terme Vigliatore (Me) crollò il palco del concerto di Albano e Romina: per la cassazione il comune è responsabile

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Il palco del concerto di Laura Pausini crollato lunedì scorso a Reggio Calabria

La Cassazione opera un giro di vite per scongiurare il crollo dei palchi in occasione di concerti. E, con una sentenza della Terza sezione civile – la numero 3951 – ha stabilito che i comuni dove si svolgono manifestazioni canore o altri spettacoli sono responsabili della sicurezza e dunque sono tassativamente tenuti ad osservare “obblighi specifici e cogenti” e, piu’ in generale, il principio del “‘neminem laedere’, adottando tuttte le misure preventive e protettive onde prevenire rischi e scongiurare pericoli per l’incolumita’ e la sicurezza pubblica sia all’atto dell’autorizzazione, sia durante lo spettacolo“. Il caso si riferisce ad un crollo avvenuto vent’anni fa in occasione di un comncerto di Albano e Romina, ma i principi fissati sono piu’ che mai di attualita’, visti i recenti crolli per il concerto di Jovanotti e di Laura Pausini. In questo modo la Cassazione ha accolto il ricorso di Domenico e Lina C., genitori di un bambino che, in occasione di una festa in piazza a Terme Vigliatore, in provincia di Messina, nei pressi del palco dove dovevano esibirsi Albano e Romina Power rimase ferito ad una gamba per il crollo della impalcatura di legno. La Corte d’appello di Messina, nell’ottobre 2008, aveva escluso la responsabilita’ del Comune data “l’imprevedibilita’ ed eccezionalita’ del cedimento del palco“. Ora la Cassazione ha ribaltato il verdetto richiamando i comuni alle loro responsabilita’. In particolare, la Suprema Corte ha bacchettato i giudici del precedente grado di giudizio che non hanno esaminato “se nell’accaduto la normativa generale e speciale e’ stata esaminata“, limitandosi ad attribuire la causa dell’incidente al crollo delle impalcature di legno travolte dalla ressa che si era accalcata per assistere al concerto di Albano e Romina. Dopo vent’anni ci sara’ un nuovo giudizio davanti alla Corte d’appello di Messina.

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