Gruppo Coca cola, solo arance made in Italy. Il punto

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In seguito agli aspetti messi in risalto, da alcuni giornali stranieri, in particolare riguardo la situazione dei lavoratori “in nero” impiegati per la raccolta delle arance, si sono verificati alcuni incontri per gestire l’atmosfera di crisi che ne era scaturita. Infatti, quasi contemporaneamente ai punti messi in risalto dai giornali, il Gruppo Coca Cola aveva deciso di non rinnovare il contratto al fornitore di succo di arancia concentrato che comprava le arance dalle imprese agricole calabresi. Il ministro delle Politiche agricole Mario Catania ha incontrato il Gruppo e sembra che si sia trovato un punto di accordo. “Abbiamo avuto un incontro con il Gruppo Coca Cola perche’ c’era da parte mia preoccupazione per le notizie che provenivano dalla regione Calabria“, spiega il ministro. “La decisione e’ che il Gruppo continuera’ ad acquistare succo concentrato delle arance calabresi confermando una linea aziendale che prevede di acquistare sul territorio nazionale il succo destinato al nostro mercato“. Anzi, “quest’anno ci sara’ anche un incremento sia in Sicilia che in Calabria”, prosegue Catania. Ma non si e’ parlato solo di questo: Il ministro spiega che e’ intenzione dell’azienda di inserire una verifica sui termini di pagamento ai fornitori e definire contratti pluriennali. “Faremo un lavoro di approfondimento, Bisognera’ indagare su quanti e quali passaggi ci sono tra l’azienda agricola e il primo step della trasformazione“, insiste il ministro. “Prendiamo il cento per cento del succo di arancia in Italia e continueremo a fare cosi’. Non e’ mai stata nostra intenzione di abbandonare il territorio“, spiega Salvatore Gabola, responsabile affari europei del Gruppo Coca Cola. “In Italia il 12 per cento del gusto della Fanta e’ adattata al succo delle arance siciliane“. Come prevede d’altronde la norma 286/1961 che vieta di colorare le bibite di fantasia se non contengono almeno il 12% di succo di agrumi, in ossequio alle solite norme europee.

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