George Clooney arrestato e poi rilasciato a Washington per una manifestazione pro-Sudan

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George Clooney: un arresto annunciato, preparato, come sul set. Un’abile regia, ma comunque un modo spettacolare per attirare l’attenzione sulla tragica situazione di una delle aree piu’ martoriate del mondo, quella al confine tra il Sudan e il Sud Sudan. L’attore e’ finito in manette mentre partecipava ad una manifestazione davanti all’ambasciata del Sudan a Washington. Insieme ad altre decine di persone protestava contro il presidente di quel Paese, Omar al Bashir, accusato di aver provocato una crisi umanitaria, portando avanti una ”campagna di morte” con i continui bombardamenti sul confine sud L’attore e’ rimasto in stato di fermo alcune ore insieme ad altri manifestanti, tra cui il padre settantottenne Nick e il deputato democratico della Virginia, Jim Moran. Le manette sono scattate quando, dopo essere stati avvertiti per tre volte dagli agenti, Clooney e altri contestatori hanno occupato simbolicamente il suolo di proprieta’ dell’ambasciata sudanese. L’attore, sorridente, non ha opposto resistenza ed e’ stato caricato su un furgone della polizia in mezzo a decine di fotografi e operatori tv. Missione compiuta. Il rilascio e’ avvenuto dopo un paio d’ore. ”Bisogna agire ora. Altrimenti, se entro tre-quattro mesi non saranno presi provvedimenti, assisteremo a un vero disastro umanitario, si rischia il disastro”, sono state le sue prime parole appena tornato libero. Da anni Clooney si batte per aprire gli occhi del mondo sulla tragica situazione del Darfur e del Sud Kordofan. Da pochi giorni e’ rientrato da quella regione, e ha raccontato l’orrore visto con i suoi occhi prima al Congresso americano, partecipando ad una riunione della commissione esteri. Poi e’ stato ricevuto alla Casa Bianca, invitando il presidente Barack Obama e il segretario di Stato Hillary Clinton a fare tutto quanto e’ in loro potere per fermare quello che ha definito un vero e proprio massacro. Da parte del presidente al Bashir – ha denunciato la star di Hollywood – si sta conducendo ”une vera e propria campagna di morte” che non risparmia i piu’ piccoli. La gente per sfuggire ai bombardamenti si rifugia tra le montagne di Nuba. E il regime sudanese impedisce il passaggio degli aiuti umanitari, dal cibo ai medicinali, destinati alla popolazione colpita dal conflitto. Per questo non c’e’ tempo da perdere. ”Essere arrestati – ha detto il premio Oscar – e’ sempre una umiliazione, a prescindere da quello che hai fatto. Ma sono contento di essere qui insieme con mio padre. Quello che cerco di fare – ha aggiunto – e’ suscitare l’attenzione su quanto accade nel sud del Sudan. Il Congresso deve sapere. Il presidente deve sapere”. A quelli che criticano ”la sceneggiata”, quindi, replica: ”L’importante e’ che la notizia delle condizioni di quel Paese si diffonda. Tutti – insiste – devono sapere”.

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