Disoccupazione: tutti i dati dell’Istat aggiornati a gennaio 2012

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Il 2012 parte male sul fronte lavoro, con la disoccupazione che tocca nuovi record: il tasso dei senza posto raggiunge quota 9,2%, il valore massimo dall’inizio del 2004, ovvero da quando sono cominciate le serie storiche mensili. Lo stesso vale per il numero dei disoccupati, un esercito di oltre 2,3 milioni di persone, che, guardando ancora piu’ indietro, risulta essere il livello maggiore dal terzo trimestre del 2000. A pagare il prezzo piu’ alto sono ancora una volta i giovani, per loro il tasso di disoccupazione e’ pari al 31,1%. Tuttavia a gennaio, insieme alla cifra di chi e’ alla ricerca di un impiego, sale anche il numero degli occupati. Un recupero dietro a cui, con tutta probabilita’, si nasconde la mancata uscita degli over 55, che, sopratutto a causa del cosiddetto effetto finestra, sono costretti a restare piu’ a lungo sul posto di lavoro. Insomma, a fronte di un sensibile aumento della disoccupati (in crescita del 2,8%, ovvero di 64 mila unita’, su dicembre e del 14,1%, ovvero di ben 286 mila persone, su base annua) c’e’ stato un modesto rialzo dell’occupazione (in aumento dello 0,1%, circa 18 mila lavoratori, e di 40 mila rispetto a gennaio 2011). Quindi, il quadro e’ sicuramente peggiorato; l’unica nota positiva potrebbe essere rappresentata dal calo dell’inattivita’, cioe’ di coloro che ne’ hanno ne’ cercano un impiego (-63 mila in un mese). Mentre il tasto piu’ dolente riguarda le nuove generazioni, il tasso di disoccupazione tra gli under 25 ormai si colloca sopra quota 30% da 5 mesi, ovvero da settembre. E a gennaio ha di poco sfiorato il record raggiunto a novembre 2011 (31,2%). Oltre che per i giovani gennaio risulta un mese ‘nero’ anche per la componente maschile, con il tasso degli uomini senza lavoro che tocca una quota record (8,7%). Nonostante i continui rialzi il tasso di disoccupazione in Italia si mantiene sotto la media del Vecchio continente, pari al 10,7% nella zona euro, dove tocca la percentuale piu’ alta dall’ottobre del 1997, e al 10,1% nell’Intera Ue. Il presidente della Commissione Ue Jose’ Barroso ha parlato, infatti, di livelli ”drammatici”, sottolineando come ora la priorita’ ”sia creare occupazione”. Il quadro, pero’, cambia se si restringe il campo ai soli giovani: la quota dei senza lavoro under 25 nella Penisola e’ ampiamente al di sopra del dato medio registrato sia per l’area euro (21,6%) che per l’Ue a 27 (22,4%). Tra i sindacati e le associazioni del mondo imprenditoriale i nuovi dati dell’Istat non fanno che riaccendere i timori per l’emergenza lavoro. Il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, definisce ”molto preoccupanti” le cifre sula disoccupazione, sottolineando che ”se non ricominciamo a crescere i problemi saranno molto forti”. Per la Cgil i numeri sui senza posto mostrano ”che il problema dovrebbe essere fermare i licenziamenti e non facilitare la flessibilita’ in uscita”. Allarme viene espresso dalla Cisl, che evidenzia come sia necessaria ”una chiusura positiva della trattativa” sulla riforma del mercato del lavoro, a riguardo il leader Raffale Bonanni invita a ”reagire”.

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