Carceri, Sappe: “aggressione di Reggio Calabria conferma mancanza di sicurezza”

StrettoWeb

“L’episodio non puo’ non portare all’attenzione, ancora una volta, le condizioni in cui e’ costretto ad operare il personale di polizia penitenziaria, a causa del sovraffollamento e della carenza di uomini e donne”. E’ questo il commento espresso in una nota dal Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe), all’aggressione avvenuta stamani all’istituto di Reggio Calabria, in cui un agente di polizia, di turno al reparto psichiatrico, e’ stato aggredito con un pugno al volto da un detenuto. Nella nota si chiede, inoltre, “l’immediata chiusura” del reparto di osservazione psichiatrica, “per la mancanza di sicurezza di chi vi effettua servizio”. “Nell’istituto reggino, infatti – spiegano Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe, e Damiano Bellucci, segretario nazionale – a fronte di una capienza regolamentare di 180 detenuti, attualemente ce ne sono oltre 370, molti dei quali appartenenti alla criminalita’ organizzata. In ragione di tale tipologia di detenuti, la maggior parte dei quali non ancora condannati definitivamente nei tanti processi in corso – proseguono – la polizia penitenziaria deve gestire molti maxi processi”. “La presenza della sezione di osservazione psichiatrica – puntualizzano Durante e Bellucci – aggrava ancora di piu’ il lavoro degli uomini e delle donne della polizia penitenziaria. Non bisogna dimenticare, inoltre, che a Reggio Calabria c’e’ anche la sezione femminile, dove, in passato, spesso si e’ verificato che i turni di servizio sono stati effettuati da personale maschile per carenza di poliziotte. A causa della carenza di personale, infine, il ricorso al lavoro straordinario e’ quotidiano. Esprimiamo piena solidarieta’ al personale di Polizia Penitenziaria coinvolto nella vicenda”, concludono.

Condividi