Attacco al governo regionale dal Pdl. Il tema è l’emergenza lavoro

StrettoWeb
Innocenzo Leontini, Pdl

Il duro attacco al governatore Lombardo viene dalle file del Pdl. A parlare è il capogruppo dell’Ars, Innocenzo Leontini, e il deputato regionale, Giuseppe Limoli, entrambi del Pdl. “C’è un’emergenza lavoro, in Sicilia? I “Forconi”scendono in piazza per difendere il lavoro agricolo, sempre più penalizzato e bastonato? Ebbene, l’unico a non porsi il problema è l’onorevole Lombardo. Egli risponde all’emergenza lavoro semplicemente mantenendo il proprio governo privo di assessore al Lavoro. Dopo le dimissioni di Piraino, il governatore tiene il posto libero per attirare qualche partito nell’orbita di un suo quinto governo. Siamo all’indecenza!” tuonano i due esponenti del Pdl. E aggiungono: “La gente grida in piazza e Lombardo esalta la bontà delle sue alchimie (imbrogli) politiche per la costituzione di un nuovo governo che funga da cartello elettorale per le prossime amministrative e regionali. E, oggi, ferito dalla vicenda palermitana, esclude Udc e Grande Sud, entrambi per loro scelta già assenti dal governo. Ieri, li aveva chiamati a raccolta. Domani, chissà cosa sperimenterà. La verità è che il Re è nudo – riprendono Limoli e Leontini – ed è sempre più isolato. Dal suo cartello, cancelli le formule e scriva gli impegni e le soluzioni per la Sicilia. E la smetta di far dipendere da Roma, falsamente e tutti gli anni, la formulazione del bilancio. Tanto, tutti hanno capito che il suo movimento, l’autonomia, l’ha soltanto citata nel proprio nome ma l’ha sempre più tradita nei fatti“. Leontini e Limoli invocano poi la nomina di un assessore dedito al ramo lavorativo: “Nomini un nuovo assessore e gli affidi l’incarico più urgente. Perchè il fatto che in Sicilia manchi il lavoro dovrebbe far raddoppiare l’impegno e non può mai far perdonare la mancanza di un assessore proprio in tale ramo. Non possiamo sopportare un governo inversamente proporzionale. Se Raffaele Lombardo, tra le sue brighe politiche e i suoi spot, volesse dichiarare lo stato di crisi, farebbe il primo atto utile per portare avanti in tutte le sedi le soluzioni a sostegno delle rivendicazioni dei “Forconi” e di tutto il mondo produttivo. Ci sarebbe l’impegno – concludono i parlamentari – sulle calamità naturali più recenti. Ma sappiamo tutti che la calamità più pesante è il governatore stesso, con il suo governo“.

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