Appello della Coldiretti: “al sud servono nuove infrastrutture e più accesso al credito”

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L’isolamento infrastrutturale del Sud, dalla Sicilia alla Calabria, dalla Puglia alla Basilicata, e’ uno dei problemi piu’ sentiti nel settore primario. Le merci viaggiano ancora su gomma, quasi inesistenti i trasporti marittimi e il deficit ferroviario ormai non fa piu’ notizia. E’ la Coldiretti, l’organizzazione agricola, guidata da Sergio Marini, a denunciarlo mentre accende un faro sui problemi del Sud, in questi giorni, con alcune iniziative in Sicilia e Calabria, regioni che nel recente passato sono state protagoniste di vibranti proteste. “In Calabria ci sono ferrrovie da Far west – denuncia il presidente di Coldiretti Calabria, Pietro Molinaro – se si dice no al Ponte sullo Stretto allora con quelle risorse si possono fare centomila ferrovie, altrimenti come ci arriviamo al Ponte?”. Gli fa eco il presidente della Coldiretti Sicilia, Alessandro Chiarelli, che denuncia: “Cristo si e’ fermato a Napoli” a proposito del trasporto su ferro. E si appella al governo affinche’ si possano creare le cosiddette “Autostrade del mare, delle quali si parla da anni”. E tutto questo gap infrastrutturale non fa altro che aumentare traffico, inquinamento e prezzi in funzione anche del caro carburanti. A Palermo e Catania oggi sono stati distribuiti quintali di arance, frutta e verdura per sensibilizzare i consumatori all’acquisto di prodotti regionali visto che il recente accordo Ue-Marocco rischia, di provocare danni enormi all’economia agricola nazionale e, in particolare, a quella siciliana. E sempre, in difesa degli agrumeti italiani, martedi’ prossimo, il 6 marzo, a Rosarno, in provincia di Reggio Calabria, partira’ la mobilitazione con il coinvolgimento del comune, per dire ”No all’aranciata che spreme Agricoltori e lavoratori e inganna i Consumatori”, dopo le polemiche per la decisione di Coca-Cola Corporation di disdire i contratti di fornitura delle arance con i produttori calabresi dopo l’inchiesta pubblicata dal quotidiano ”The Ecologist”. In Calabria si rechera’ una delegazione della commissione Agricoltura della Camera dei deputati, composta dai parlamentari Nicodemo Oliverio del Pd e da Giovanni Dima del Pdl. I deputati, sollecitati dal sindaco della citta’ calabrese Elisabetta Tripodi e dal presidente Molinaro, prenderanno parte all’assemblea in programma martedi’ per fare il punto con gli agricoltori sulle conseguenze derivanti dalla decisione di Coca-Cola Corporation. ”La commissione Agricoltura – sottolinea il presidente Paolo Russo – si impegna a recepire le sollecitazioni che emergeranno dalla manifestazione e si attivera’, nel rispetto dei propri compiti istituzionali, per favorire un rapporto piu’ equilibrato all’interno della filiera e per tutelare i prodotti del made in Italy. Non e’ un caso che si guardi con attenzione anche alla proposta di legge che prevede l’aumento delle percentuali di frutta nelle bevande a base di agrumi rispetto a quelle attualmente consentite dalla legge”. I produttori della Coldiretti spiegano poi che sugli agrumi si e’ aperta una grande questione dovuta al recente accordo dell’Unione europea con il Marocco che penalizza moltissimo le nostre arance. “Il Marocco ha creato 1.200 ettari di nuovi impianti per la produzione di agrumi. Secondo il Ministero dell’agricoltura marocchino, quest’anno la produzione aumentera’ del 6% rispetto alla stagione precedente, per un totale di 1,86 milioni di tonnellate. Secondo l’Associazione di produttori di agrumi del Marocco (Aspam), l’aumento dell’offerta si tradurra’ in un incremento dell’8% delle esportazioni” spiega la Coldiretti. E come se non bastasse, si aggiunge un altro danno per gli agrumeti calabresi che riguarda la mancanza di chiarezza sulle etichette di origine per i succhi di frutta in vendita sugli scaffali. Oggi e’ consentito vendere aranciate che contengono solo il 12% di arancio e l’origine della materia prima non viene indicata, cosi’ e’ frequente il caso che vengano utilizzate arance marocchine brasiliane al posto di quelle siciliane o calabresi che hanno costi di produzione maggiori. Laddove la legge del 2011 che rende obbligatoria l’etichetta per tutti gli alimenti lo consentirebbe attraverso i decreti attuativi. Ma gli agricoltori del Sud lamentano anche un altro grosso problema legato all’accesso al credito. Di qui la richiesta di “ampliare fondi di garanzia per gli investimenti dei Psr e per sostenere l’accesso al credito per la gestione delle aziende qui in Calabria, – denuncia Molinaro – la Regione non ha fatto niente e noi chiediamo che le risorse vengano prese anche dal bilancio regionale”.

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