Mafia, sequestrati beni per 14 milioni a tre imprenditori palermitani

StrettoWeb

Beni per un valore complessivo di 14 milioni sono stati sequestrati a Palermo dalla Guardia di Finanza, che ha eseguito anche un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal gip di Termini Imerese, nei confronti di tre imprenditori palermitani, accusati di trasferimento fraudolento di valori.
La Guardia di Finanza ha anche messo i sigilli a una società operante nel settore degli impianti si metanizzazione. Pare che i tre imprenditori, in passato, fossero stati indicati, da alcuni collaboratori di giustizia, come vicini ad amabienti mafiosi e a esponenti di Cosa Nostra.Grazie a tali esponenti, tra i quali figurerebbe anche Bernardo Provenzano, i tre imprenditori avrebbero ottenuto l’aggiudicazione di commesse pubbliche e l’apertura di cantieri in territori controllati da famiglie mafiose. Nel settembre 2011, poi, accertata la loro pericolosità, i tre sono stati sottoposti a sorveglianza speciale. Inoltre, è scattato nei loro confronti un provvedimento di confisca per beni e imprese ritenute di derivazione illecita, tra cui alcune società operanti nel settore della costruzione e manutenzione pubblica, con sede a Palermo.
Le indagini hanno ora condotto all’arresto dei tre imprenditori. A coordinare i lavori il sostituto procuratore di Termini Imerese, Francesco Gualtieri. Le ricerche hanno permesso di accertare che gli imprenditori, una volta colpiti dalla misura di prevenzione e per proseguire la loro attivita’ imprenditoriale negli stessi settori, hanno provveduto a costituire una nuova societa’, questa volta nella provincia di Messina, intestandola fittiziamente a propri familiari ma gestendola direttamente.A questo punto, è scattata la denuncia a piede libero per altre cinque persone, per concorso nello stesso reato. Questi ultimi avrebbero infatti svolto la funzione di prestanome. Un sistema che ha permesso ai tre imprenditori di aggiudicarsi importanti commesse pubbliche e la costruzione e la manutenzione di reti di gas naturali e per la gestione del servizio di distribuzione di gas in Sicilia, Calabria e Abruzzo. I beni complessivamente sequestrati comprendono un’impresa con sede a Milazzo (Messina), che si occupa di costruzione di opere pubbliche per il trasporto di fluidi, 12 terreni ubicati nel territorio di Milazzo, 16 autoveicoli e 37 autocarri, per un valore complessivo di poco inferiore a 14 milioni di euro.

Condividi