Ponte sullo Stretto, per il “Comitato Ponte Subito” l’iter prosegue e manca solo l’ok del Cipe

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Son bastate due lettere, quella di Raffaele Lombardo (Governatore della Sicilia) e quella di Peppe Scopelliti (Governatore della Calabria), indirizzate al nuovo Presidente del Consiglio, Mario Monti, con le quali, dopo aver ribadito che il Ponte sullo Stretto è una priorità strategica per le due Regioni del profondo Sud, hanno chiesto l’accelerazione dell’iter realizzativo della grande infrastruttura tra le due sponde, son bastate le due lettere per mobilitare i signor No con l’eterna richiesta del benaltrismo. E giù l’elenco delle opere da realizzare, anche se sostanzialmente generico, fatto di “dotazione infrastrutturale di base, opportunità di lavoro per il nostro capitale umano che ha ripreso ad emigrare, e la messa in sicurezza del territorio”, elenco che ha tutta l’aria di essere sciorinato con il solo obiettivo di evitare di dire soltanto No al Ponte dimostrando così che, anche tra i detrattori del ponte, c’è chi ancora arrossisce e si vergogna della scelta ‘ideologica’ del rifiuto dell’opera in tempi di profonda disoccupazione e di crescita che arranca” lo ha dichiarato, con una nota, Giovanni Alvaro, fondatore e responsable del Comitato Ponte Subito .

L’elenco – ha aggiunto Alvaroanche se generico non possiamo non condividerlo, anzi potremmo addirittura renderlo più corposo e meno generico stante il gap infrastrutturale che patisce il Mezzogiorno intero, con Calabria e Sicilia in particolare, nei confronti dell’intero paese. C’è un piccolo particolare, però, che sfugge a chi pratica il benaltrismo e, pur essendo politico di lungo corso e quindi abbastanza informato sui meccanismi di finanziamento, fa finta di vivere su un altro pianeta (nella migliore delle ipotesi), e pratica (nella peggiore) un colossale imbroglio nei confronti delle nostre popolazioni. I benaltristi dovrebbero dire, di questi tempi, con la crisi finanziaria, con i guai dell’euro e con le necessarie misure restrittive avviate prima da Berlusconi ed ora da Monti, dove si possono trovare i fondi per finanziare immediatamente le opere che si considerano necessarie. Sostenere che basta spostare i fondi del ponte per il ‘ben altro’ è il più grande imbroglio che si possa perpetrare contro gli ignari cittadini dato che il grosso del finanziamento, pari al 60% del costo dell’intera opera, è ancora da reperire sul mercato internazionale dei capitali e potrà essere fatto solo dopo che il Cipe si sarà espresso sul progetto definitivo, cosa che dovrà avvenire a breve. Ma è proprio questo tipo di finanziamento, che va sotto il nome di ‘financing project’, che dimostra l’imbroglio dei benaltristi perché la Cina, la Danimarca e gli altri paesi magari disponibili a farsi carico di 5/6 mila miliardi per la costruzione del Ponte, non saranno certamente disponibili a fare la stessa operazione per ammodernare strade statali, difendere il territorio, ridurre il divario infrastrutturale col Nord d’Italia, perché l’operazione sarebbe a fondo perduto e non rimborsabile con il pedaggio ferroviario e autostradale previsto per l’attraversamento dello Stretto. Blaterare, quindi, sul ben altro, da considerare prioritario, è una semplice ginnastica verbale, tanto per tenere la scena, ma con il risultato poco apprezzabile di imbrogliare i cittadini. Un’operazione squallida soprattutto perché il ‘ben altro’ non funziona da moltiplicatore economico come la grande infrastruttura che punta a realizzare il corridoio Helsinki-Palermo e a fare del Mezzogiorno la piattaforma logistica dell’Europa.  I nemici del Ponte, qualunque sia il motivo della loro opposizione, sono nemici del Sud e in particolare della Calabria attualmente isolata dal resto d’Italia perché priva di ‘alta velocità’, ‘alta capacità’, riduzione di treni, e riduzione di voli. Il Ponte avvierebbe un processo di crescita impensabile con altri scenari. Il governo dei tecnici, con Monti e Passera, non può non tenerne conto dovendo avviare la fase della crescita e dello sviluppo, dopo la fase delle lacrime e del sangue.

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