Google aiuta un padre ad uccidere le figlie: in Canada tre sorelle musulmane muoiono per annegamento

StrettoWeb

Lodiamo ogni giorno l’utilità di Internet, ma a volte non è per apprendere nuove e vantaggiose conoscenze che ci troviamo seduti davanti ad un computer. Mohammad Shafia, 58 anni, il figlio, Hamed Mohammad Shafia, 20 anni, e Tooba Mohammad Yahya, moglie del primo, 41 anni, grazie alle informazioni trovate sul web si sono macchiati di un terribile omicidio. Il 30 giugno del 2009 nelle acque del canale di Kingston, in Ontario, fu ritrovata un’auto sommersa con dentro i corpi di tre sorelle musulmane, figlie dello stesso Shafia, e di una donna di 50 anni che poi si scoprì esser stata la prima moglie del padre delle giovani ragazze. La polizia canadese, a distanza di due anni, ha scoperto che nel computer di famiglia qualcuno aveva digitato su Google parole macabre per cercare consigli su come uccidere senza essere scoperto; la ricerca in questione è stata effettuata pochi giorni prima del ritrovamento dei corpi, e ha costretto le forze dell’ordine ad arrestare gli unici possibili colpevoli del malefatto: padre, madre e fratello. Ma era già da un mese circa che padre e figlio architettavano il piano omicida cercando ciò di cui necessitavano sulla rete degli Emirati Arabi durante i loro viaggi d’affari a Dubai.

La ragione dell’uccisione di Zainab, 19 anni, Sahar, 17,  Geeti, 13, è quella più comune in casi come questi: la colpa di queste ragazze era avere il fidanzato, che, nel sistema musulmano, a volte, equivale a un disonore della famiglia. Dal processo in corso è anche emerso che le figlie di Shafia avevano spesso tentato la fuga da casa e si erano addirittura rivolte all’autorità per cercare protezione dalle violenze che subivano giornalmente. Rimane, però, oscuro il motivo dell’omicidio di Rona Amir Mohammad, la prima moglie dell’uomo musulmano, che, nonostante non fosse una parente diretta delle figlie, viveva con loro.

Quello stesso 30 giugno 2009 la famiglia tornava da una gita alle cascate del Niagara, ed il tutto fu camuffato come se fosse stato un incidente. Nonostante i finestrini aperti, non furono trovati segni di panico nei volti delle quattro donne morte per annegamento; anche se gli esperti affermano che è difficile riconoscere le espressioni facciali in situazioni come queste. Probabilmente non riuscirono a scappare, e probabilmente non furono capaci di nuotare.

Le vittime di omicidi a sfondo religioso sono le protagoniste di quelli che si dimostrano sempre di più ragionamenti estremisti e pregiudizi frutto di irrazionalità; un padre, che di norma dovrebbe proteggere e amare in ogni circostanza i propri figli, si trasforma nel peggiore degli assassini. La famiglia, piccolo focolare di sicurezza e luogo primario di protezione, diventa l’ambiente più pericoloso. Ed Internet si mostra complice di azioni che segnano l’involuzione della mente umana.

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