Giusto processare gli assassini di Gheddafi o meglio la legge del taglione?

StrettoWeb

Occhio per occhio ,dente per dente. La legge del taglione ha condannato  Muammar Gheddafi prima che la giustizia facesse il suo corso. “Chiunque abbia premuto il grilletto per porre fine alla vita dell’ex dittatore libico morto il 20 ottobre a Sirte, in circostanze non del tutto chiare, dopo essere stato catturato vivo dai combattenti del Cnt , sarà giudicato e avrà un processo equo”, ha dichiarato il vicepresidente del Cnt Abdel Hafiz Ghogha. Lo scenario che si prospetta ,quindi trova molte contraddizioni da un lato ma anche qualche sprazzo di giustizia.

Questo argomento è stato dibattuto più e più volte ma la mancata soluzione ancora adesso è la riprova che la morte di un uomo,o meglio rendere giustizia attraverso l’uccisione del carnefice non risani la coscienza delle vittime o la ripaghi dei torti subiti. Certo non si può neanche omettere o fare finta che una vera e propria dittatura di 45 anni possa scivolare sulle spalle dei libici senza lasciare il minimo segno,oltretutto sapendo che l’arricchimento del dittatore è stato favorito sulla spalle di questa gente. Le ferite dei libici che hanno prodotto una vera e propria rivolta conclusasi positivamente,mettendo spalle al muro il dittatore, è il segno più evidente che si è trattato di un atto quasi di disperazione e di un bisogno di giustizia che in una ipotetica democrazia  non potrà mai essere incentivata. E’ paradossale che un bisogno di giustizia si raggiunga con la messa in atto della violenza,giustificandola e magari renderla necessaria per la salvezza come la storia c’insegna. Ma se proprio si deve giustificare un atto di violenza,lo si fa per difendere il proprio diritto alla vita libera e senza costrizioni,un altro conto è per il solo piacere di vendetta che ha portato gli uccisori all’estremo gesto. Quindi la volontà di processare gli assassini di Gheddafi nasce da un senso di giustizia interno da parte del popolo che ha condotto la rivolta per liberarsi dalle catene del dittatore, ma non per punirlo senza un vero e proprio processo che vorrebbe dire vanificare le reali ragioni di una rivolta. Dunque è passato il messaggio dell’uccisione di Gheddafi per una pura vendetta e magari non per la voglia di libertà del popolo (condannando a prescindere la morte come sentenza definitiva).Ma ripercorriamo le tappe della rivolta:

FEBBRAIO 2011

-15-19: manifestazione contro il regime, violenti repressioni a Bengasi e Al Baida (est). La rivolta si estende.
– 21-22: i minsitri della Giustizia, Mustapha Abdel Jalil, e dell’Interno, Abdel Fatah Younes, si uniscono alla rivolta. Decine di rappresentanti politici e militari faranno lo stesso.
– 23-25: la zona dalla frontiera egiziana fino a Ajdabiya, che include Tobruk e Bengasi, passa nelle mani degli        insorti.
MARZO 2011
– 10: la Francia è il primo Paese a riconoscere il consiglio nazionale di transizione (CNT), creato a fine febbraio dall’opposizione a Bengasi.
– 17: l’Onu autorizza un ricorso alla forza contro le forze fedeli al colonnello per proteggere i civili.
– 18-19: i pro-Gheddafi attaccano Bengasi, capitale dei ribelli. La coalizione passa all’offensiva e bombarda i lealisti che si ritirano a ovest.
– 31: la Nato prende il comando delle operazioni.
APRILE 2011
– 20: dopo Londra, Parigi e Roma inviano consiglieri militari presso il CNT seguiti da Egitto e Stati Uniti.
MAGGIO 2011
– 11: dopo due mesi di assedio e di combattimenti, i ribelli prendono l’aeroporto di Misurata (a est di Tripoli).
GIUGNO 2011

– 29: la Francia riconosce di aver paracadutato armi da fuoco ai ribelli nelle montagne di Nefoussa (a sud-est di Tripoli).
LUGLIO 2011
– 15: il gruppo di contatto, guida politica dell’intervento, riconosce il CNT ”autorita’ governativa legittima”.
– 28: viene assassinato il generale Younes, capo di stato maggiore della ribellione.
AGOSTO 2011
– 9: il regime accusa la Nato di aver ucciso 85 civili in raid nell’ovest.
– 20: scoppio della ribellione su Tripoli con l’appoggio aereo della Nato. Il 23, viene conquistato il bunker del colonnello, Bab al-Aziziya, mentre da piu’ parti lo danno in fuga.
SETTEMBRE 2011
– 1: l’Onu e le grandi potenze sbloccano 15 miliardi di dollari di beni libici che erano stati congelati.
– 15: Nicolas Sarkozy e David Cameron vanno in Libia
– 16: l’Onu riconosce il CNT.
– 20: la rivoluzione ha provocato 25mila morti (secondo il presidente del CNT, Mustapha Abdel Jalil).
– 21: le forze del nuovo regime conquistano Saba e Waddan, nel sud desertico.
OTTOBRE 2011
– 9 e 11: i ribelli avanzano a Sirte con la conquista dell’universita’ e del centro di conferenze Ouagadougou, poi il quartier generale della polizia.

– 13: riapertura parziale dello spazio aereo. Riparte il gasdotto Greenstream tra la Libia e l’Italia.
– 17: Bani Walid, a sud-est di Tripoli, ”totalmente liberata” (comandante CNT).
– 18: visita a sorpresa a Tripoli del segretario di stato Usa Hillary Clinton.
– 19: il numero due del CNT, Mahmoud Jibril, esprime preoccupazione per la battaglia politica futura che potrebbe gettare il Paese nel caos.
– 20: Il colonnello Gheddafi viene catturato e ucciso. Sirte, ultimo bastione del regime, viene liberata.

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