Potremmo dire Berlusconi, ma è troppo facile. Diciamo però Renzi e Conte. E oggi Salvini. Destra o Sinistra non fa distinzione, perché se sei un politico, che tu nasca a Roma, Milano, Napoli o Palermo non cambia: se vieni a Reggio Calabria, la tappa da Gelateria Cesare è obbligatoria. Perché Cesare a Reggio Calabria è come Sorbillo a Napoli, è come il Colosseo a Roma, è come la Tour Eiffel a Parigi, è come il sugo sulla pasta, è come la camicia bianca sotto la giacca nera. Insomma, è tappa fissa, è storia, è cultura, è tradizione, è simbolo, è sacro. Sì, e il sacro non si tocca, il sacro non si insulta. Invece oggi, a Reggio Calabria, anno del signore 2025 (a proposito di sacro), succede anche questo. Succede che Davide Destefano, proprietario della Gelateria Cesare, venga insultato e deriso.
I motivi? Ha ospitato, nel suo chioschetto, Matteo Salvini, Ministro e leader della Lega ieri a Reggio Calabria per il comizio del suo partito in occasione delle elezioni regionali. Davide si è semplicemente comportato come ogni commerciante che si rispetti: ha accolto nella sua casa un Ministro, allo stesso modo di come ha accolto, negli anni, uno dei tantissimi comuni mortali che ogni giorno affollano la sua attività. Perché il suo gelato è buono, è tradizione, è storia, è innovazione. Ma non solo, non solo lo ha accolto. Davide Destefano si è anche permesso di fargli assaggiare il suo gelato. Che pazzo! Follia! Sacrilegio!
Assurdo. Tutto assurdo. Nella città in cui da due anni anche la Reggina è diventata solo questione politica, pure Gelateria Cesare viene strumentalizzata in ideologia, la stessa ideologia violenta, a senso unico, vomitante odio, che in questi giorni e in queste ore sta riempiendo le piazze d’Italia. Gli odiatori? Sempre loro. I proPal diventati proHamas, magari i No Ponte che ieri hanno provato a impedire proprio a Salvini di parlare, alla faccia della democrazia. Aggiungiamo noi: magari gli stessi che giovedì andavano ad abbracciare e baciare Giuseppe Falcomatà, dopo il suo comizio da figlio di questa città; comizio intriso di retorica e ipocrisia.
Ma non è questo il punto. Il punto è che in nome dell’ideologia, e probabilmente anche di un’invidia sopita, tanta gente ha sparato veleno sui social, sotto al post della gelateria, al grido di “Cesare ha perso un cliente, io non verrò più”. “Estic…”. No, ci fermiamo, non vorremmo scendere al loro livello. Quello che però vorremmo capire è cosa avrebbe dovuto fare Davide, all’arrivo del Ministro. E soprattutto cosa avrebbero fatto loro, questi illustri intellettuali pronti a commentare qualsiasi post, persino il sabato pomeriggio, giorno in cui avrebbero potuto ammazzare il tempo con un po’ di sano shopping o un caffè al bar. Già immaginiamo la scena: “Ministro, non è il benvenuto, se ne vada. Vuole il gelato? Vada da un’altra parte. Qui non la vogliamo”. Sicuramente avrebbero fatto così. Sì, e poi l’asino vola e la marmotta confeziona la cioccolata.
Mai nessuno si è indignato dall’altra parte…
La realtà è che mai nessuno, dall’altra parte, si è permesso di giudicare la presenza di Conte o di Renzi sempre nella stessa gelateria, negli anni scorsi. Anche perché Davide Destefano non ne ha mai fatta una questione politica, con nessuno. E lo ha anche precisato nel post della foto con Salvini. Ha ospitato indistintamente diversi Premier, negli anni, e lo stesso farebbe con Elly Schlein e Giorgia Meloni. Ma già immagineremmo le reazioni. Per fortuna, in città, c’è anche chi si sta indignando per le reazioni contro Davide, un vero figlio della città, un vero simbolo della città, una delle persone di cui oggi – a Reggio Calabria – andare davvero orgogliosi. Ma sullo Stretto c’è chi preferisce insultare chi fa del bene coi fatti, e chi rende orgogliosa la citta, mentre intanto va a baciare ed abbracciare chi, in undici anni, l’ha ridicolizzata e distrutta sotto propaganda e false promesse. Una città al contrario, da molto tempo ormai…



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