Reggio Calabria, 86enne va a votare ma risulta che ha già votato: operazioni sospese. Poi scoperto un errore di uno scrutatore. Torna lo spettro dei brogli elettorali

Reggio Calabria, vecchietta torna al seggio dopo 25 anni e fa un'amara sorpresa: dai registri risulta che ha già votato!! E il Comune ha stampato 2000 schede elettorali tra ieri e oggi: torna lo spettro dei brogli elettorali

Clamoroso episodio accaduto pochi minuti fa nel centralissimo seggio elettorale del Principe di Piemonte, scuola storica di Reggio Calabria adiacente piazza Castello. Nel corso delle operazioni di voto per le elezioni regionali, è successo un fatto gravissimo che getta ombra sulle stesse elezioni e agita lo spettro dei brogli elettorali con le analoghe modalità a quelli che si sono già consumati alle ultime elezioni comunali di Reggio Calabria, con tanto di inchieste, arresti e procedimenti giudiziari nei confronti di numerosi esponenti politici cittadini.

I fatti

Nel cuore del pomeriggio, nella sezione 23 arriva a votare una vecchietta. La signora, 86 anni, si presenta con regolare documentazione per il voto: documento di riconoscimento e scheda elettorale. Gli scrutatori, però, si accorgono subito dal registro che la donna… ha già votato! Eppure lei non si era mai presentata al seggio nelle ore precedenti!

Nessuno sa cosa sia successo, fatto sta che le operazioni di voto sono state sospese, la sezione chiusa e i verbali sequestrati nella sezione per le dovute verifiche. Da evidenziare come l’86enne non votasse dal lontano 2001 (come accertato dalla scheda elettorale), e avesse deciso di tornare a votare per la prima volta dopo 25 anni proprio oggi pomeriggio.

Dopo pochi minuti, ad operazioni sospese, l’errore è stato ricostruito: uno scrutatore avrebbe inserito i dati di un altro elettore, per errore, nel rigo della signora. Ricostruito l’accaduto, tutto è tornato alla normalità: gli scrutatori hanno fatto votare la signora, modificato i registri, e la sezione adesso risulta regolarmente aperta.

Resta l’anomalia.

Il caos all’ufficio elettorale

Da registrare un’altra anomalia: sin dalla giornata di ieri, si registra un vero e proprio caos all’ufficio elettorale adibito al rilascio delle tessere elettorali presso il Municipio di via prolungamento Torrione (appena a monte rispetto a piazza De Nava, a pochi metri dal Comando Provinciale dei Carabinieri). Un istituto necessario per chi nei giorni del voto si accorge che ha smarrito la scheda elettorale, o ha completato tutti gli spazi utili alla registrazione del voto. Ma anche il necessario punto da cui eventuali malintenzionati devono passare per ottenere schede elettorali utili a imbrogliare. E’ particolarmente curioso, infatti, che presso questo ufficio si registrano lunghe e insolite file: è possibile che stavolta migliaia di elettori abbiano smarrito la scheda o completato gli spazi utili, tutti insieme? La cifra di tessere elettorali stampate da ieri per il solo Comune di Reggio Calabria è enorme: parliamo di quasi 2.000 tessere elettorali stampate soltanto negli ultimi due giorni. E molti ne ritirano un numero elevato insieme (tre, cinque o addirittura dieci!) presentando numerose deleghe. La cifra è ufficiale e fornita dallo stesso ufficio, e abbiamo documentato questa pratica personalmente. Si tratta di un luogo pubblico e aperto al pubblico, e quello che scriviamo è facilmente riscontrabile da chiunque si recasse sul posto.

Il precedente di 2020 e 2021: quando morti, allettati e anziani inconsapevoli hanno “votato” per i candidati di Pd e FdI

L’inchiesta sui brogli elettorali alle elezioni Comunali del 2020 a Reggio Calabria e alle elezioni regionali calabresi del 2021 è denominata “Operazione Ducale“, e ha scosso profondamente (ma evidentemente non in modo adeguato!) la politica locale, rivelando un sistema di manipolazione dei voti. Le indagini hanno fatto emergere il coinvolgimento della cosca Araniti, una famiglia mafiosa della città, che secondo quanto ricostruito dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria avrebbe contribuito ad orchestrare il condizionamento del voto attraverso il favoreggiamento di alcuni candidati, in cambio di benefici e favori.

Tra i principali indagati della prima fase dell’inchiesta c’è stato il Sindaco Giuseppe Falcomatà, accusato di voto di scambio politico-mafioso: pesantissime le intercettazioni con l’amico “Danielino“, a cui il Sindaco aveva chiesto aiuto per vincere il ballottaggio, ma la Procura ha deciso di non adottare misure cautelari nei suoi confronti, ritenendo insufficienti gli elementi a suo carico. Nonostante ciò, il suo nome è stato al centro dell’inchiesta, dato il suo ruolo nel governo della città durante il periodo delle elezioni. Nella fase delle indagini preliminari, infine, la posizione del Sindaco è stata archiviata soltanto pochi mesi fa, ad inizio 2025.

Un altro nome di spicco è quello di Giuseppe Neri, capogruppo di Fratelli d’Italia (Fratelli d’Italia) al Consiglio Regionale della Calabria, anch’egli indagato per gli stessi reati. Anche Neri ha visto la sua posizione stralciata dall’inchiesta, così come Giuseppe Sera, importante consigliere comunale del PD, accusato degli stessi reati.

Ma la figura che maggiormente è legata a quest’inchiesta è quella di Antonino Castorina, capogruppo del Partito Democratico in consiglio comunale al momento delle scorse elezioni comunali. Castorina è stato arrestato e rinviato a giudizio per il suo ruolo nei brogli, con una ricostruzione in cui i due esponenti di spicco del Pd (Castorina e Sera) cercavano di incrementare illecitamente il loro consenso per superarsi l’un l’altro al primo posto della lista. Altri esponenti della maggioranza di Falcomatà sono coinvolti nell’inchiesta con l’accusa di aver utilizzato il loro ruolo politico per favorire l’alterazione dei risultati elettorali.

Il modus operandi emerso nell’inchiesta Ducale

Le indagini hanno rivelato come, attraverso l’uso di certificati elettorali ottenuti tramite deleghe, si sarebbero organizzati veri e propri “caroselli elettorali” che coinvolgevano persino persone decedute, che risultavano votanti, oltre a numerosi anziani, molti allettati, che non votavano da molto tempo.

Il modus operandi di questi brogli era stato messo a punto da tempo: gli inquirenti hanno scoperto che alcuni esponenti politici avevano contatti diretti con gli scrutatori e i presidenti di seggio, i quali avrebbero permesso l’emissione di voti falsi, anche per persone decedute. Questo ha portato a una vera e propria alterazione dei risultati elettorali, condizionando pesantemente le elezioni a favore di alcuni candidati.

Nel maggio 2025, la Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) ha chiesto il rinvio a giudizio per ben 18 persone, tra cui numerosi membri della cosca Araniti, accusati di manipolazione elettorale. Sebbene le posizioni di Falcomatà, Neri e Sera siano state stralciate, l’inchiesta ha messo in evidenza il forte condizionamento della ‘ndrangheta sulle elezioni locali e l’atteggiamento di una certa politica assolutamente spregiudicata anche nei confronti di quanto di più prezioso c’è per la nostra società: la democrazia.

L’inchiesta ha quindi rivelato un sistema elettorale manipolato, con l’ombra della criminalità organizzata che si lega ai settori più perversi e malati della politica cittadina. Che questo sistema si possa ripetere anche alle elezioni regionali di oggi e domani è soltanto un’ipotesi, ma l’episodio di oggi pomeriggio invita tutti a mantenere alta l’attenzione sul rispetto dei fondamentali principi di legalità in un momento così delicato come quello delle elezioni.