In Serie D, senza tifosi ospiti, con una squadra fallita e l’altra sfilacciata e umiliata. Avremmo potuto parlare di “grande giorno”, oggi, per il calcio sullo Stretto. Invece nei giorni scorsi abbiamo parlato di “derby più triste della storia”. In ogni caso, comunque, è storia, è statistica, è campionato. Oggi è il giorno di ACR Messina-Reggina, derby dello Stretto che, a quasi 21 anni esatti dal primo scontro assoluto in Serie A (era l’ottobre 2004 in un “San Filippo” nuovo, vestito a festa e sold out), si gioca per la prima volta in Serie D.
Il Messina lo gioca col segno meno, con una procedura fallimentare in corso (ma tra due giorni ci sarà l’asta e si saprà il nome del nuovo proprietario che si aggiudicherà il ramo sportivo), con una squadra costruita in pochi giorni, ma con tanto orgoglio e impegno, così come dimostra la classifica (senza la penalizzazione sarebbe nelle zone alte). La Reggina lo gioca in una situazione non proprio ideale, senza Ragusa e Montalto, con già due sconfitte sul groppone, tante contestazioni, prestazioni non brillanti e un avvio di torneo partito decisamente al di sotto delle aspettative, quelle che vedevano invece la squadra considerata favorita nel girone I.
Come spesso accaduto, anche questa volta il risultato della partita potrebbe determinare il futuro, quantomeno quello prossimo e immediato, di entrambe le squadre. Perché i derby, felici o tristi che siano, in Serie A o in Serie D, sono spesso partite a sé. E non resta che stare a guardare per sapere come andrà.




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