Troppa pubblicità, poca Palestina. E Greta Thunberg ‘molla’ la Flotilla

Troppa importanza alle questioni interne, poca alla Palestina: Grea Thunberg lascia il direttivo della Flotilla

Ancora problemi per la Flotilla. Prima le avverse condizioni di navigazione, poi i droni che colpiscono senza fare danni e, infine, i problemi interni. È notizia dell’ultima ora quella che riguarda l’uscita dal direttivo da parte di Greta Thunberg che ha lasciato la nave “Family” per la nave “Alma”. A raccontarlo è l’inviato del Manifesto a bordo della Sumud Flotilla Lorenzo D’Agostino: “nel pomeriggio di domenica – scrive il cronista – i partecipanti osservano Greta Thunberg trascinare la sua valigia lungo la banchina, lasciare la Family, la nave che ospita il comitato organizzatore, e trasferirsi sulla Alma. Sul sito ufficiale della missione il suo nome è scomparso dalla lista dei membri del direttivo. Secondo fonti consultate da il Manifesto, le divergenze sarebbero legate a una comunicazione troppo incentrata sulle vicende interne della flottiglia e non abbastanza sul genocidio in Palestina“.

Thunberg, racconta D’Agostino, ha detto di “credere profondamente nell’obiettivo di questa missione e nella forza della mobilitazione mondiale per una Palestina libera“. E, in una dichiarazione rilasciata al Manifesto, ha aggiunto: “tutti abbiamo un ruolo: il mio non sarà nel comitato direttivo, ma come organizzatrice e partecipante“.

Per farla breve, all’influencer non è piaciuta la rotta della Flotilla, troppo incentrata sul pubblicizzare le vicende interne e che sembra aver messo, abbastanza velocemente, la Palestina in secondo piano.

Gli altri membri del comitato direttivo contattati dal “Manifesto” non hanno commentato. “È però chiaro che sono state prese misure per correggere il tiro in fatto di comunicazione – scrive ancora l’inviato del quotidiano – In serata il giornalista e influencer Yusuf Omar annuncia su Instagram che abbandona la navigazione per ragioni di ‘strategia comunicativa’. Il suo stile sensazionalista e molto incentrato sui volti noti della missione aveva fatto infuriare diversi partecipanti. La sua copertura allarmista dell’attacco dei droni è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso“.