Fratelli d’Italia non ci sta, monta il caso degli “scopellitiani”: “non ci sono transfughi di sinistra nel nostro partito, sono loro che seguono Scopelliti e cambiano casacca”

Fonti interne alla dirigenza di Fratelli d'Italia chiariscono alcuni punti fondamentali sulle dimissioni di Laganà e Agliano dal partito per sostenere la candidatura di Sarica nella Lega: i fatti sono gravissimi, la spaccatura molto più profonda di quanto appariva in precedenza

Fratelli d’Italia a Reggio e in Calabria vive momenti tribolati, ma rispetto alle polemiche nate dalle dimissioni dei dirigenti comunali della destra storica di Reggio Calabria (Saverio Laganà e Giuseppe Agliano), il partito non ci sta e rilancia. A chiarire quello che è successo sono fonti della dirigenza del partito, che in merito alle notizie filtrate nelle scorse ore aggiungono retroscena utili ad una completa ricostruzione della vicenda. “Innanzitutto, non abbiamo transfughi della sinistra. Ramona Calafiore arriva da Azione, che alla Regione Calabria sostiene Occhiuto da anni. E’ stato Calenda che ha portato Azione fuori dalla coalizione di Centrodestra in Calabria, andando a sinistra, e un gruppo dirigente di quel partito sul nostro territorio ha preferito rimanere coerente e sostenere Occhiuto nel Centrodestra. Abbiamo chiarito alcuni punti e condiviso programmi e idee, e questi esponenti di Azione sono passati a Fratelli d’Italia. Lo avrebbero fatto anche senza la candidatura di Ramona, che abbiamo candidato perchè è molto valida e ha ampio e diffuso sostegno di tanti amministratori che la stimano e la apprezzano per le proprie competenze”.

Ma i dirigenti di Fratelli d’Italia vogliono chiarire in modo particolare un punto che è nevralgico in tutta questa vicenda: “Possiamo dimostrare e documentare in ogni modo, che Laganà e Agliano si sono auto-sospesi prima di conoscere le liste e in un momento in cui non potevano minimamente immaginare che Ramona Calafiore si sarebbe candidata con Fratelli d’Italia. Non è affatto vero, quindi, che sono andati via perchè si sarebbero trovati gente di sinistra nel partito. Far passare il messaggio che sono andati via per la candidatura di Ramona è soltanto una scusa, un alibi, un pretesto. In realtà loro sono andati via prima”.

Le tempistiche sono fondamentali per ricostruire questa spaccatura interna al partito di Giorgia Meloni, che in riva allo Stretto è ormai irrimediabile: “è una situazione che si è consumata da tempo. Loro seguono Scopelliti, e hanno deciso di sostenere la candidatura di Franco Sarica nella Lega. Tutto legittimo, ci mancherebbe. Ma dirigenti di Fratelli d’Italia non possono sostenere un candidato di un altro partito, anche se nella stessa coalizione. Si sono dimessi, perchè altrimenti sarebbero stati espulsi. E la decisione di sostenere Sarica è tutta loro. Fratelli d’Italia aveva chiesto a Laganà e Agliano la disponibilità ad una candidatura alle Regionali, e loro l’hanno negata. Anzi, in precedenza avevano indicato la figura di Marziale per una candidatura che poi non avrebbero più sostenuto, lasciandolo così in difficoltà e in imbarazzo, infatti poi sulle liste abbiamo fatto le dovute valutazioni nell’interesse del partito e di tutta la nostra comunità“.

Il tema è più profondo, riguarda chiaramente il gruppo dirigente di Scopelliti. Quando proviamo a capire se c’è una preclusione nel coinvolgimento dell’ex governatore nel partito, interrogandoci sul perchè il nuovo impegno elettorale di Scopelliti è oggi nella Lega con la candidatura di Sarica, la risposta è molto netta e inequivocabile: “a noi nessuno ha mai proposto la candidatura di Sarica in Fratelli d’Italia”. L’impressione, almeno ciò che oggi sostengono molti importanti dirigenti del partito in Calabria e a Roma, è che se dai cosiddetti “scopellitiani” fosse arrivata la proposta di Sarica, la candidatura del noto medico reggino si sarebbe fatta in FdI e non nella Lega. Invece sono stati loro ad orchestrare l’operazione nella Lega e ad uscire dal partito di riferimento della destra nazionale.

Insomma, la crisi dell’universo della destra reggina continua. Anche perchè in Fratelli d’Italia sono convinti che quello di Sarica, Laganà e Agliano sia un effettivo cambio di casacca: “sono loro ad andare in un altro partito, altro che transfughi. In Fratelli d’Italia, invece, c’è chi è sempre rimasto coerente alle nostre scelte, alle nostre idee, e non permettiamo di avere lezioni da chi non ha creduto in noi nel 2012, nel 2013, nel 2014, e anzi in quegli anni sbeffeggiava e ridicolizzava le scelte di Giorgia Meloni che con lungimiranza e sacrificio ricostruiva una casa della destra italiana, mentre storici esponenti della destra preferivano approdare in piccoli movimenti di centro poi bocciati dalla storia”.

Facciamo notare che gli stessi dirigenti dimissionari questa mattina a StrettoWeb hanno dichiarato di non aderire alla Lega, ma di sostenere l’impegno politico di un amico come Sarica in quella che hanno definito una “parentesi elettorale“, e il commento del partito è ancora più forte e più netto: “che significa una parentesi? E’ chiaro che chi lascia il partito in questo modo, non potrà tornarci mai più“.