Mentre me ne stavo sdraiato in spiaggia in attesa dei fuochi d’artificio che segnano la fine della Festa della Madonna di Reggio Calabria, allo scoccare del primo scoppio, fra il brusio di “era ura” dei reggini intorno a me, uno voce ha catturato la mia attenzione. Una bimba, seduta poco più avanti, ha detto alla mamma: “è iniziato l’ultimo giorno prima delle superiori“. Una frase, tanto semplice quanto leggera, che mi è rimbalzata in testa tutta la notte.
Complice la decisione di rinviare l’inizio di tutte le scuole di ogni ordine e grado presa dal Sindaco Falcomatà per evitare ulteriori casini durante la Festa (che già ci sono le Regionali da preparare e non ho tempo per organizzare il traffico, i vigili… Madonna… eh sì pure quella), mi era totalmente passato di mente che oggi, giovedì 18 settembre, gli studenti di Reggio Calabria tornano a scuola.

Il primo giorno di scuola: come ti sei alzato oggi?
Se hai un’età compresa fra i 6 e i 18 anni, alla sveglia non sei abituato. La fregatura è che, anche superati i 18, non ti ci abituerai. Ma hai una vita per fartene una ragione. Un’altra cosa a cui a quell’età non sei biologicamente preparato è la fine dell’estate. Da giugno ad agosto il tempo si dilata: le giornate sembrano infinite e poi a settembre ti rendi conto che sono finite troppo in fretta. Una riflessione dalla quale ti scuote la sveglia delle 07:00 (se ti è andata bene): quella del primo giorno di scuola.
Se sei fortunato, ti alzi con gli occhi impastati e un mezzo sorriso. Quello di chi sa che, in fin dei conti, la scuola non è poi così tanto male. Non vedi l’ora di rivedere i tuoi compagni e, tutto sommato, anche i prof; sei pronto a far casino tra un compito e l’altro; la prendi alla leggera; non vedi l’ora di fare nuove amicizie o rinsaldare quelle vecchie.
Ma non è così per tutti. C’è chi ieri notte non ha chiuso occhio. E, a dirla tutta, è già qualche giorno che si lamenta che ieri era luglio e di quanto l’estate sia finita troppo presto. Essere introverso a scuola è tosta. Non è che hai tutta questa voglia di rivedere i compagni, soprattutto quelli che non ti vanno a genio. Dei prof. ne faresti a meno. Voti, interrogazioni, compiti in classe a sorpresa… ma siamo seri? Devo proprio? Eh sì, fatti coraggio…
E poi ci sono quelli che… ‘metà e metà’. Quelli che le urla della mamma la mattina perchè sei in ritardo (anche se ti sei alzato alle 04:37 e la campanella suona alle 08:00) se le risparmierebbero volentieri, però sono anche contenti di tornare alla vecchia routine quotidiana che, in fondo in fondo, contribuisce a dare quel senso di libertà all’estate.
Il primo giorno di scuola: quello che mi sarei voluto sentire dire
Scrivo questo articolo con la maturità di un 30enne che, fondamentalmente, è una frase che non vuol dire niente perchè non sono abbastanza vecchio per potermi arrogare il diritto di dare lezioni di vita, né abbastanza giovane per consigliarvi di “stare nel chill” senza sentirmi in dovere di scriverlo fra virgolette.
Una cosa però mi sento di dirvela e mi sarebbe piaciuto che qualcuno, al mio primo giorno di scuola, me l’avesse detta: “sei padrone del tuo percorso scolastico, fai in modo che sia il più bello possibile“. Che tu sia un ‘primino’, con nuovi compagni, professori e materie, oppure all’ultimo anno, indeciso su cosa fare da grande e con la strizza degli esami, goditi il viaggio. E vale per tutti, nessuno escluso.
La scuola non è solo compiti, medie voto, verifiche. La scuola è un turbinio di emozioni belle e brutte che ti accompagna in una fase delicata della vita e ti forma come persona, le lezioni più importanti non le apprenderai dai professori, sui libri imparerai tanto ma l’esperienza la farai alzando la testa dal banco. Hai un nome e una personalità, non sei un voto o un’insufficienza.
Studia, leggi, acculturati per diventare una persona migliore un domani, per non farti fregare da chi ne saprà più di te, per avere gli strumenti necessari a difendere i tuoi diritti. Il torto più grande non lo farai alla tua famiglia o alla prof di matematica, ma a te stesso. Impara a pensare in maniera critica, non avere paura di essere te stesso e, soprattutto, impara a sbagliare: facciamo di tutto per evitare gli errori, al punto tale che quando si presentano non sappiamo più riconoscerli, li minimizziamo, li giustifichiamo. Sbaglia, ammettilo, comprendi i tuoi errori e migliora.
Aiuta i tuoi compagni. È di qualche giorno fa la notizia di un ragazzino suicidatosi per il bullismo subito in classe. Qui la scuola fallisce: quando insegna la filosofia prima di spiegare come essere uomini e donne; la matematica prima di capire ciò che conta davvero; l’italiano prima del reale peso delle parole. A scuola puoi ridere, piangere, innamorarti, sbadigliare, scrivere una dedica sul banco o dormire in ultima fila. Ciò che non puoi fare è perdere la voglia di vivere.
Rispetta i professori, anche se non ti andranno a genio, anche se hanno perso la voglia di insegnare, anche se pensi di meritare di più. Ti insegneranno la cosa più importante: che anche gli adulti hanno le loro fragilità, combattono le loro battaglie, fanno solo finta di non aver paura.
Ricordati che per quanto le sfide sembrino insuperabili, le materie difficili, i compiti interminabili, supererai sempre tutto, in un modo o nell’altro. E sarai ogni giorno più forte. Promettimi che non permetterai a nessuno, e per nessun motivo al mondo, di farti spegnere la fantasia.
A te che stai leggendo questo articolo, magari in classe di nascosto, di ritorno a casa, sul bus del giorno successivo: buon primo giorno di scuola.















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