Approvato. Dopo anni di ostacoli ideologici e politici, il Ponte sullo Stretto vede finalmente la luce. Mancava solo l’ok del CIPESS che, nella giornata di ieri, mercoledì 6 agosto, ha dato il via libera definitivo al progetto. Un grande risultato per il governo Meloni che ha dato seguito a un’opera sognata da Silvio Berlusconi e che per troppi anni è stata svilita, ostacolata e riposta nel dimenticatoio dalla sinistra.
Sinistra che, nonostante in passato fosse favorevole al Ponte, al giorno d’oggi ha fatto del “NO” una battaglia politica puramente ideologica, un “noi contro loro” giocato sulla pelle dei cittadini dell’intero Mezzogiorno d’Italia. L’esempio più lampante riguarda proprio i due sindaci del territorio reggino maggiormente interessati al Ponte: Giuseppe Falcomatà, sindaco di Reggio Calabria e Giusy Caminiti, sindaco di Villa San Giovanni.
Entrambi schierati a sinistra ed entrambi genuflessi a logiche di partito, anteposte al bene dei rispettivi territori, hanno ostacolato il Ponte a più riprese accettando una decisione calata dall’alto. Il problema? È che non hanno mai avuto il coraggio di dirlo apertamente.
Falcomatà senza risposte, Caminiti all’oscuro di tutto
Mentre oggi Salvini celebrava l’ok del CIPESS al Ponte sullo Stretto in quel di Santa Trada, Falcomatà prendeva l’orgogliosa decisione di non presentarsi nemmeno. Il motivo? Le mancate risposte da parte del ministro ai dubbi espressi sulla realizzazione dell’opera. Domande trite e ritrite su alta velocità, espropri ecc. alle quali il governo ha più volte risposto.
Giusy Caminiti è riuscita a fare anche peggio. Intervistata da “Il Corriere della Sera” ha detto di essere “all’oscuro di tutto”. Il sindaco di Villa San Giovanni non sa cosa succederà da qui in avanti, sul proprio territorio, in relazione al Ponte. E ha ragione. È all’oscuro di tutto perchè negli ultimi due anni ha rifiutato il confronto con la Stretto di Messina, società convocata solo dalla minoranza comunale di destra.
Il 6 maggio la risposta a tutti i dubbi di Caminiti
La Stretto di Messina, lo scorso 6 maggio, in audizione in Commissione Territorio presso il Comune di Villa San Giovanni, aveva chiarito ampiamente tutti i dubbi del sindaco. Ne riproponiamo il comunicato, evidentemente sfuggito al Primo Cittadino villese.
“Villa San Giovanni, 6 maggio 2025. Si è tenuta oggi, presso la Commissione Territorio di Villa San Giovanni, la programmata audizione degli ingegneri della Stretto di Messina relativa ai temi della cantierizzazione, viabilità e sottoservizi per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina.
Per la società Stretto di Messina erano presenti: Valerio Mele, direttore Tecnico; Gioacchino Lucangeli responsabile Alta Sorveglianza Progettazione Stradale e Responsabile Espropri; ing. Daniele Scammacca, referente per la Cantierizzazione e la Risoluzione Interferenze; ing. Rita Gandolfo, referente per il procedimento di Conferenza Servizi, i quali hanno illustrato una presentazione riguardante i 244 elaborati del progetto definitivo per la sola cantierizzazione del versante Calabria (fonte elaborato GERW0000 del 06-09-2024).
Con riferimento alle aree di cantiere e alle interferenze con la viabilità nel Comune di Villa San Giovanni, come più volte chiarito in precedenza, sia in sedi ufficiali che durante i vari tavoli tecnici, il cantiere di Villa S. Giovanni – denominato CI-01 – non interrompe la continuità territoriale. Per le quattro viabilità locali interferite sono previsti, infatti, una serie di sottopassi (nel caso del lungomare) e di cavalcavia (nel caso delle due sovrastanti strade collinari) che consentono di mantenere la percorribilità locale inalterata per tutta la durata dei lavori. Questo aspetto trova un oggettivo riscontro negli elaborati progettuali che descrivono puntualmente la cantierizzazione, oltre 30 elaborati solo per il cantiere CI-01. Sulle strade comunali villesi non ci sarà traffico di cantiere, in quanto l’area di cantiere, grazie ai prima citati cavalcavia, sarà direttamente collegata all’autostrada.
Per quanto riguarda i sottoservizi interferenti con le opere e con il cantiere, gli ingegneri della Stretto di Messina hanno chiarito che il progetto di risoluzione di tutte le interferenze, contenuto nel progetto definitivo dell’opera, è completo di tutti i dettagli tecnici richiesti in questa fase progettuale. Infatti il progetto definitivo, trasmesso alla Conferenza di Servizi (aprile 2024), contiene il censimento di tutte le interferenze con i corrispondenti progetti di risoluzione, sviluppato con l’ausilio dei rispettivi enti gestori e non sono previste interruzioni nell’erogazioni dei servizi (gas, elettricità, acqua).
Per l’approvvigionamento idrico e sistema di smaltimento acque reflue, sono state illustrate le soluzioni progettate dal Contraente Generale che non impattano sull’attuale sistema idrico e fognario. Infatti, tra le opere anticipate, è previsto il potenziamento sia delle fonti di approvvigionamento idrico che del sistema di smaltimento delle acque reflue. Nella fase di Progettazione Definitiva è stato tenuto conto della situazione del territorio, specialmente nei periodi estivi, in cui la popolazione subisce un notevole incremento dovuto all’elevato flusso turistico.
E’ stato elaborato uno studio di dettaglio della cantierizzazione che, partendo dalla localizzazione dei cantieri sul territorio e la tipologia delle opere da realizzare nel singolo cantiere, ha permesso di conoscere il fabbisogno idrico per maestranze e lavorazioni. Il Fabbisogno idrico per le attività di cantiere sul versante Calabro è pari a 34 l/s. Per soddisfare questo ulteriore fabbisogno, senza intaccare la disponibilità idrica del Comune di Villa San Giovanni, sono state studiate e analizzate diverse soluzioni che recepiscono le esigenze del territorio e tengono conto del Piano d’Ambito della Calabria e del programma degli investimenti per Villa San Giovanni.
La progettazione dell’approvvigionamento idrico mira alla realizzazione di una infrastrutturazione di lungo periodo che, oltre a garantire i fabbisogni del cantiere, possa soddisfare in parte le esigenze già esistenti e, una volta completati i lavori dell’Opera, resti al servizio del territorio. L’analisi delle diverse ipotesi di intervento, alla luce dei tempi per autorizzarle e realizzarle, in un’ottica di ridondanza e anche al fine di seguire l’evoluzione temporale del cantiere, ha portato a individuare come scelta ottimale l’attuazione congiunta della realizzazione di un nuovo pozzo a sevizio dell’acquedotto Catona e del trattamento delle acque reflue dell’attuale depuratore, previo il suo potenziamento“.
L’esempio del sindaco Basile: Messina protagonista e opere compensative
Nel triangolo dei sindaci dello Stretto, quello che ne viene fuori (per distacco) nella maniera migliore è sicuramente Federico Basile. Il Primo Cittadino di Messina, pur non essendo politicamente schierato né a destra né con l’attuale governo Meloni, non ha mai ostacolato la realizzazione del Ponte sullo Stretto.
Basile ha seguito l’iter con entusiasmo, ha sempre posto l’attenzione sul territorio peloritano e sulle tante opere compensative in programma, ha ottenuto 3 nuove stazioni ferroviarie e ieri è stato l’unico a esprimersi in maniera positiva sull’ok del CIPESS, ricordando al governo le promesse fatte sulla centralità di Messina nell’opera.
Quello che dovrebbe fare un sindaco che tutela la propria città e che va oltre la mera ideologia politica calata dall’alto. Falcomatà e Caminiti, invece, restano fermi nella loro opposizione sacrificando il loro territorio sull’altare del loro partito per una battaglia già persa. E da parecchio.
Falcomatà e Caminiti affermano di “non essere ideologicamente No Ponte” e si nascondono dietro questioni tecniche superate, dubbi già chiariti. E con essi mascherano la loro battaglia politica. Non hanno il coraggio di fare come Bonelli o Fratoianni che fanno aperta lotta politica contraria all’opera. I due sindaci reggini si vestono di ipocrisia e falsità, le stesse che propinano ai propri cittadini.



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