Modena City Ramblers, No Ponte e Pro Pal: Falcomatà spende i soldi del Comune per il concerto della Sinistra

Bandiere No Ponte, messaggi pro ONG, stendardi pro Pal: il concerto dei Modena City Ramblers trasforma l'Arena "Ciccio Franco" in un raduno della Sinistra

Reggio Calabria, bandiere No Ponte al concerto dei Modena City Ramblers

È la notte del 14 agosto. Non è il concertone del Primo Maggio, ormai monopolizzato dalla sinistra. A quanto sembra, non è nemmeno la festa dell’Unità. Abbiamo controllato bene. Eppure, se vi è capitato anche solo di passare dall’Arena dello Stretto, avrete sicuramente avuto la sensazione di essere capitati in un raduno di sinistra. E neanche poi così moderata.

Sul palco i Modena City Ramblers, gruppo combat folk fondato nel 1991, schierato e “resistente” a sinistra, possiamo dire anche oltre le posizioni del PD, per dare un’idea. In prima fila bandiere No Ponte sventolate fieramente. Presenti le immancabili bandiere pro Pal, tanto sul palco quanto fra il pubblico. Al microfono Davide “Dudu” Morandi ringrazia le ONG per il salvataggio dei migranti in mare.

Insomma, pacchetto completo (diamo per buono che qualcuno si sia ricordato di portare una bandiera LGBTQI+, anche se in questo momento, fra le bandiere, va meno di moda rispetto al passato).

Il tutto nell’Arena intitolata alla memoria di Ciccio Franco, sindacalista e dirigente del Movimento Sociale Italiano che ha lottato per i diritti e il futuro di Reggio Calabria durante i Moti del 1970, rivoluzione popolare che proprio la sinistra, guarda caso, finisce sempre per dimenticare.

Questo è un esempio di come il sindaco Falcomatà spenda i soldi del Comune per l’intrattenimento: un concerto comunista in cui fare propaganda anti-destra e, soprattutto, No Ponte. La fiera del no sense in una città che il dal Ponte sullo Stretto otterrà benefici importanti. E ricordiamolo: il NO di Falcomatà al Ponte non è ideologico. Lui non fa propaganda politica. Lui vuole solo risposte. Il concerto con le bandiere No Ponte, infatti, non è mica propaganda politica.

Del resto, le hanno portate fra il pubblico: è solo libertà di pensiero, giusto? Un po’ come la bandiera “Pro Ponte” mostrata su una feluca nello Stretto per salutare il ministro Salvini, rappresentante del governo italiano, per la quale la parte politica opposta si è sentita in dovere di stigmatizzare il gesto e dar seguito a una protesta (flop) cercando di tirare in ballo i pescatori. Ecco, pensate se qualcuno si fosse presentato con una bandiera “Pro Ponte” questa sera, come sarebbe stato accolto e rispettato. L’ennesimo caso in cui la libertà di pensiero vale solo se scritta con la mano sinistra.