Vannacci a Messina, Petrella: “le sue idee sono il contrario dei valori democratici”

Petrella: "a Messina Roberto Vannacci è arrivato in perfetto stile: niente comizi infuocati, nessuna voce rotta dalla rabbia"

“A Messina Roberto Vannacci è arrivato in perfetto stile: niente comizi infuocati, nessuna voce rotta dalla rabbia. Il tono è misurato, quasi pacato, ma il contenuto fa rumore. Perché Vannacci non urla con la voce: urla nei concetti. I suoi discorsi sono affilati, assoluti, destinati più a colpire che a convincere. E questo basta, oggi, per conquistare attenzione e consensi”, dichiara Ninni Petrella, Presidente del Movimento Politico “Partiamo da Qui”, nella nota inviata alla stampa. “Il generale – ormai protagonista fisso della scena leghista – è il volto che Matteo Salvini ha scelto per rilanciare un partito in evidente affanno. Ma il rischio è chiaro: più Vannacci si rafforza, più la Lega sembra perderne il controllo. È lui ora il magnete della destra identitaria, l’uomo forte che dice quello che “nessuno ha il coraggio di dire” – anche quando sarebbe meglio tacerlo. E i casi non mancano. Il suo libro, Il mondo al contrario, ha scatenato polemiche feroci: l’idea che le persone omosessuali non siano “normali”, la proposta di separare gli studenti disabili per “non rallentare” gli altri, la visione dell’Italia come una nazione “snaturata” da immigrazione e multiculturalismo. Sono parole che dividono profondamente, che parlano a un elettorato nostalgico, impaurito dal presente e sospettoso verso il futuro”, rimarca Petrella.

“Vannacci non riflette il tempo reale”

“Ma in tutto questo, Vannacci non riflette il tempo reale. Le sue idee sono il contrario dei valori democratici, moderati e liberali su cui dovrebbe poggiare ogni buon governo. In una stagione politica che avrebbe bisogno di ricucire, lui insiste a strappare. Il populismo, oggi, ha solo cambiato volto. Non è più l’urlo da balcone, ma la parola dura detta con calma. E in questo, Vannacci eccelle: dice ciò che molti vogliono sentirsi dire, senza mediazioni, senza filtri. Ma resta da chiedersi: è questo il futuro che vogliamo? Una politica che parla solo alla pancia, e mai alla testa?
Per ora, i riflettori sono su di lui. Ma come sempre nella storia italiana, il problema non è chi parla forte. È chi smette di pensare mentre applaude”, conclude Petrella.