Dall’arrivo di ieri, con tanto di saluto accogliente e caloroso, alla presentazione di oggi. Questa mattina conferenza stampa di Pippo Inzaghi come nuovo allenatore del Palermo. A introdurlo, con un po’ di emozione, il DS Carlo Osti: “la sua dote più grande è l’umiltà, pur essendo stato un grande calciatore. E poi ha trasmesso sempre grande passione e carica a tutti. Sono emozionato nell’annunciarlo come nuovo allenatore del Palermo. Poi gli ho sempre riconosciuto qualità morali, quei valori che gli sono stati trasmessi da una sana famiglia piacentina, alla quale è ancora legatissimo. Personalmente lo conosco dal ’93, io cominciavo a fare questo lavoro, ero al Piacenza. La prima trattativa alla quale partecipai fu proprio la cessione in prestito dal Piacenza al Verona, dopo il suo anno all’Albinoleffe. Quando ho capito che, dopo la promozione del Pisa in Serie A, forse poteva anche non rimanere lì, l’ho contattato immediatamente e mi ha trasmesso un grande entusiasmo nel venire. E’ stata la prima scelta in assoluto”.
La commozione nel ringraziare il Pisa e i motivi della scelta Palermo
Poi a prendere la parola è Inzaghi, che si commuove nel ringraziare il Pisa: “ringrazio tutti qui al Palermo e ringrazio anche Pisa, dove ho lasciato il cuore e una tifoseria fantastica. Sono emozionato a parlare di loro, mi hanno dato tanto i miei giocatori, ma ho capito che qualcosa non andava per il verso giusto e io e la società abbiamo preso questa decisione. Io non ho scelto tra Pisa e Palermo, ma ho scelto Palermo dopo aver chiuso col Pisa, è bene precisarlo. Sarei potuto rimanere fermo e aspettavo solo il Palermo, speravo di ricevere questa telefonata, conosco Gardini e Osti da una vita e quindi non c’è stato bisogno di altro. Quando è arrivato il Palermo mi si è riacceso l’entusiasmo. Quello che è successo ieri è qualcosa che non mi ha fatto dormire stanotte, è immeritato, perché non ho fatto ancora niente, ma mi dà una carica incredibile. E’ giusto che questo popolo torni dove è stato, dove merita di stare, e per questo ho una grande responsabilità. Posso assicurare che daremo tutto noi stessi”.
Gli obiettivi
“Se la società mi ha chiesto la Serie A? No, non voglio pronunciare nessuna parola, abbiamo un sogno. Abbiamo una società già pronta, dei tifosi già pronti. Per me sarà più difficile dell’anno scorso, perché un anno fa partivo a fari spenti, ma ora ho un pubblico da Champions League e quindi non ho paura di nulla. Pensavo a tante cose ieri sera, tra queste quella di uscire con gli applausi anche dopo una sconfitta. I ragazzi sanno che con me chi corre poco sta fuori, io non guardo in faccia nessuno. Per me il Palermo è già molto forte, era favorito lo scorso anno, da fuori. Non penso ci sia molto da fare, ma solo di dare fiducia a questi giocatori. Abbiamo già pensato a quello che potrà essere utile”.
“Dico sempre che gli allenatori non hanno inventato niente, il calcio lo fanno i giocatori, le società forti. Penso che a tutti gli allenatori piaccia giocare bene ed è questo l’obiettivo. E dico sempre: fare meno danni possibili. Siamo fortunati e ai giocatori dirò questo: che siamo fortunati a giocare davanti a 40 mila persone e che siamo fortunati ad avere una società così”.
Da Gattuso e Taibi a Miccoli: “mi hanno chiamato in tanti. E poi al Sud sono sempre stato benissimo…”
“Con Gattuso ci siamo sentiti quando è diventato C.T. della Nazionale. Sono contento perché insieme abbiamo condiviso tante vittorie, ci siamo fatti i complimenti a vicenda. Spero che l’Italia vada ai Mondiali e lui ha tutte le capacità per farlo”.
“Con Max Taibi mi sento sempre, so cosa pensa, è stato uno dei primi a chiamarmi. Ma mi hanno chiamato anche Carrozzieri, Miccoli, Biffi. Mi hanno chiamato in tanti. Non avevo comunque bisogno, a Palermo ci ho giocato spesso da avversario, ho fatto qualche gol di troppo contro e devo farmi perdonare. Ho anche perso eh, ricordo uno 0-2 del Palermo a San Siro”.
“Da calciatore ho sempre giocato al Nord e da allenatore ho scoperto il Sud ed è stato benissimo. Sono stato benissimo a Benevento, Salerno, Reggio Calabria, ci piace stare al mare e la mia famiglia sta benissimo in questi posti”.
“Da calciatore c’era stato qualcosa in ballo, potevo venirci a fine carriera. E quando ero avversario per me era un campo difficile, perché entravi e vedevi tutta questa gente. Quando ero lì pensavo: ‘magari un giorno ricambierò e verrò qui'”.



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