Israele, la verità sulla guerra a Gaza. Il super-esperto Lion Udler: “in Italia e in Europa vi raccontano una realtà parallela, è tutto l’opposto…”

Dopo oltre un anno dalla dirompente intervista, il super esperto Lion Udler torna a parlare ai microfoni di StrettoWeb e svela dettagli molto importanti sulla guerra a Gaza e il consenso di Netanyahu in Israele

La guerra a Gaza è in modo sempre più prepotente in cima all’agenda del dibattito politico europeo e occidentale: in Italia e in gran parte dell’Occidente la questione medio orientale è diventata sempre più centrale negli ultimi mesi, a causa di un surreale posizionamento di molti partiti politici. Quando su StrettoWeb abbiamo intervistato l’esperto Lion Udler, più di un anno fa, ad accusare in modo folle Israele di “genocidio” erano ancora soltanto poche frange di estremisti, mentre il Partito Democratico di Elly Schlein e il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte erano ancora saldamente dalla parte giusta della storia.

Tuttavia, quando Hamas attaccava barbaramente Israele il 7 ottobre, inizialmente anche la sinistra esprimeva vicinanza e solidarietà nei confronti di Israele. Adesso le cose sono cambiate: quegli stessi partiti, quelle stesse persone, sono diventate filo palestinesi per speculazione politica: senza alcun ruolo di governo, oggi accusano Israele per propaganda politica e sono passati dalla parte dei terroristi. Ma il vero grande pericolo, è che stanno insinuando nelle parti più fragili, deboli e ignoranti della popolazione il convincimento che Israele sia davvero il cattivo della vicenda, addirittura che sia in corso un vero genocidio contro i palestinesi e che siano in corso “crimini contro l’umanità” di cui il governo italiano guidato da Giorgia Meloni sarebbe “complice“. Non c’è dubbio che è il modo peggiore per fare opposizione politica, ma non vogliamo limitarci ad esprimere commenti o opinioni che potrebbero apparire superficiali e così abbiamo contattato nuovamente Lion Udler, per approfondire la vicenda in una nuova intervista anche alla luce del fatto che tutti gli scenari da lui indicati a marzo 2024, si sono poi puntualmente verificati.

Lion, perdonaci per questa domanda iniziale, non vorremmo metterti in imbarazzo, ma innanzitutto dicci qualcosa di te. Chi sei, cosa fai… Sai, qualcuno dopo aver letto la nostra precedente intervista, ci ha scritto di aver intervistato un estremista, una sorta di fanatico, nonostante ti avessimo presentato nel modo più corretto. 

Chi sono, cosa faccio… Vi dico quello che vi posso dire. Sono un ex comandante di un’unità speciale anti terrorismo dell’esercito israeliano, l’Idf. Ho fatto la mia carriera nel corso degli anni e oggi mi occupo di consulenza in materia di sicurezza anti terrorismo, faccio interventi su strategia militare e anti terrorismo militare e civile e questa è la mia specialità. Qualche anno fa ho iniziato a scrivere su Telegram in lingua italiana su richiesta di alcuni amici che volevano essere più informati su quello che succede in Medio Oriente. Doveva essere un canale per amici, aggiornato per 20-30 persone, ma poi è diventato più grande perché è pubblico ed evidentemente in Italia c’è interesse a sapere cosa succede in Medio Oriente, tanto che si è diffuso a macchia d’olio e oggi ho 20 mila iscritti. Non è un canale politico, ma una fonte di notizie di una persona che è un professionista nel settore militare e della difesa civile che pubblica notizie dirette dal territorio di Israele, da Gaza, dal Libano, da tutto il Medio Oriente, e ogni tanto le approfondisce con alcune analisi. Non sono un giornalista di professione, ma di fatto adesso faccio il giornalista da esperto di questo settore mettendo la mia esperienza e conoscenza al servizio di tutti“.

Insomma, chiarito che non stiamo parlando con uno scalmanato guerrafondaio, ci interessa innanzitutto capire come stanno le cose in Israele: cosa pensa davvero l’opinione pubblica, qual è il consenso politico di Netanyahu e cosa pensa la gente della guerra a Gaza.

Secondo i sondaggi ufficiali, la maggior parte degli israeliani, anche quelli che non votano per Netanyahu, è nettamente a favore della politica del suo governo sulla guerra a Gaza. Forse è una cosa banale da dire, ma visto il dibattito surreale che c’è in Italia e in Europa vorrei ricordare innanzitutto che Netanyahu è stato eletto democraticamente dalle elezioni, è stato il più votato nel 2021 e nel 2022, quando ha creato una coalizione con altri partiti e ha ottenuto la fiducia della maggioranza democratica del parlamento israeliano, il Knesset. Netanyahu, quindi, è stato scelto dagli israeliani esattamente come in Italia avete scelto Giorgia Meloni o negli USA hanno scelto Donald Trump, in Gran Bretagna hanno eletto Starmer e in Germania Merz, perché Israele è una democrazia che funziona esattamente come in Italia e in Europa, decide il popolo. In Israele torneremo regolarmente al voto al termine del mandato legale di Netanyahu, a dicembre 2026, oppure in modo anticipato se Netanyahu dovesse perdere la maggioranza del parlamento. Oggi, sulla guerra a Gaza, Netanyahu ha un grande apprezzamento e sostegno nel Paese. La maggior parte delle persone sostiene il governo israeliano, quindi non solo il partito di Netanyahu ma tutta la coalizione, ad andare avanti: la gente pensa che gli obiettivi della guerra siano corretti e bisogna insistere per raggiungerli. E’ molto interessante vedere dai sondaggi che la pensa così anche una buona parte, circa il 30%, di coloro che non votano per Netanyahu, oltre alla totalità di coloro che lo votano. Anche in Israele, come in Italia, ci sono alcuni media, giornali e tv, molto schierati a sinistra, e questi fanno sondaggi con domande manipolative perché vorrebbero far vedere al pubblico che la maggior parte degli israeliani è contro la politica del governo. Ma è un falso, è manipolazione. Da questa manipolazione, anche alcuni media occidentali, quelli che sono di sinistra, danno in pasto al pubblico questa falsità. Lo abbiamo visto anche con l’ultimo referendum abrogativo in Italia: la sinistra sosteneva che avrebbe raggiunto il quorum e vinto, invece ha preso una sonora mazzata. In Israele, come in Italia e forse in tutto l’Occidente, la sinistra pensa di essere superiore, pensa di avere sempre la maggioranza e di dover sempre governare, ma poi viene smentita clamorosamente dal popolo ogni volta che si vota. La sinistra, insomma, si attribuisce vantaggi che non ha, e invece solo le elezioni certificano la verità. E in Israele la verità è che il popolo sta dalla parte del governo e sostiene la guerra a Gaza“.

Quali sono gli obiettivi di questa guerra che Israele conduce, quindi, con ampio consenso popolare? 

Sono tre, e sono stati dichiarati pubblicamente all’inizio della guerra: Israele è trasparente, non ha mai nascosto nulla e il governo ripete con massima trasparenza quali sono ogni volta che qualcuno li chiede. Si tratta di: 

  1. Eliminare Hamas e tutte le organizzazioni terroristiche di Gaza, quindi distruggere le loro infrastrutture, i loro armamenti, le loro munizioni e ovviamente anche eliminare fisicamente i terroristi, i loro leader, i loro comandanti e i loro miliziani 
  2. Recuperare tutti gli ostaggi. È il secondo obiettivo: fino ad oggi ne sono stati recuperati quasi 200, ma ne rimangono ancora 55 di cui almeno 20 sono in vita. 
  3. Fare in modo che la striscia di Gaza diventi sicura, non possa mai più rappresentare in futuro una minaccia per Israele. Quindi bisogna destituire il governo terroristico di Hamas e creare le condizioni per costruire un nuovo governo che non sia estremista e che non appartenga ai terroristi. Per fare questo bisogna creare, nel momento giusto, quando Hamas sarà molto debole o non esisterà più, un governo temporaneo, di transizione, che potrebbe anche essere un governo internazionale, quindi guidato da altri Paesi (che possono essere anche alcuni Paesi Arabi, quelli che hanno già accordi di pace con Israele). Questo governo di transizione dovrebbe iniziare la ricostruzione e poi creare le condizioni per la creazione di partiti politici palestinesi che non abbiano alcun legame con organizzazioni terroristiche, che accettino l’esistenza di Israele e che porti i palestinesi al voto in modo democratico. Le elezioni a Gaza erano previste dagli accorti di Oslo e dovevano tenersi ogni quattro anni, ma i palestinesi non hanno rispettato quegli accordi: Hamas ha vinto le elezioni nel 2006 e poi ha annullato la democrazia per governare da sola, diventando una dittatura che governa con il terrore da 19 anni.

Solo quando saranno completati tutti e tre questi obiettivi, finirà la guerra a Gaza“.

Insomma, non sembra un manifesto genocida…

Non lo è affatto, a Gaza c’è una guerra con obiettivi precisi, e nessun obiettivo è quello di voler sterminare un’intera popolazione. Anzi. L’esercito israeliano agisce nel pieno rispetto della legge internazionale e della convenzione per prevenire i genocidi. Infatti l’Idf avverte ogni vola che bombarda, avverte la popolazione e spiega quali territori diventeranno di combattimento, affinché i civili si spostino in un luogo sicuro. L’esercito israeliano, insieme all’ONU e alle organizzazioni internazionali, ha istituito nella zona a sud di Rafah, ad al-Mawasi, un’area umanitaria dove la popolazione ha il diritto di trascorrere il periodo della guerra, in un territorio senza combattimenti. Ovviamente ci sono, per vari motivi, dei casi d’eccezione in cui l’Idf viene a sapere che proprio in quella zona si nascondono terroristi, com’è successo con il comandante dell’ala militare di Hamas che si era recato proprio ad al-Mawasi in quella zona, dove doveva svolgere un incontro con altri comandanti, ed è stato eliminato proprio lì. Un caso eccezionale in cui l’intelligence ha informazioni e decide di attaccare, ma sempre e solo i terroristi. Israele avverte sempre la popolazione sulle zone di combattimento, proprio per farli andare nella zona umanitaria dove i combattimenti non ci sono. Non c’è nessun genocidio nella striscia di Gaza, la definizione giuridica di genocidio viene utilizzata dai palestinesi per fare propaganda contro Israele, credono che con questa propaganda a Israele verrà imposta la fine della guerra, ma fino ad oggi si sono sbagliati e posso assicurare che Israele non si fermerà. Nel mondo c’è una parte politica che ha deciso di abbracciare, senza pensare alle conseguenze, la propaganda palestinese, e quindi anche in occidente c’è chi ripete a sproposito la fandonia del genocidio. Non c’è nessun genocidio, la popolazione è invitata ad andare nella zona sicura, e le organizzazioni internazionali portano cibo, acqua, medicine, ospedali da campo, che Israele stesso ha provveduto a realizzare nella zona di al-Mawasi“.

Molte testate giornalistiche in Italia e in Europa rilanciano numeri incredibili sui morti a Gaza: sarebbero 50 mila, o addirittura 80 mila secondo alcune fonti, di cui molti bambini. Ma è vero? 

Tutti i numeri dei morti a Gaza sono forniti da Hamas, che controlla il territorio. Quando dicono Ministero della Salute o Ministero dei Soccorsi, sono sempre e solo Hamas. Sono tutti dati falsi, inventati, non controllati. Ogni giorno Hamas fornisce una lista di civili morti, ma ad oggi, a quasi due anni dall’inizio della guerra, non hanno mai fornito il numero di quanti terroristi siano morti. Una persona ragionevole dovrebbe chiedersi come mai ogni giorno pubblicano una lista dettagliati in cui parlano di donne, bambini, donne incinta, ma non hanno mai detto quanti terroristi sono stati uccisi, quindi senza questo dato fondamentale, quei numeri non hanno alcuna credibilità, sono completamente falsi. Anche perché lo sanno tutti che la stragrande maggioranza dei morti sono terroristi. Posso fare una precisazione su questa lista che loro pubblicano: non hanno mai scritto bambini, ma scrivono minorenni. Minorenni non significa bambini, minorenni significa anche 16-17 anni, e infatti queste organizzazioni utilizzano ragazzini di 15-16-17 anni come terroristi, sono ragazzini armati che appartengono alle varie organizzazioni terroristiche e che combattono armati. Se loro muoiono, vengono contati come minorenni, quindi nel mondo poi i media Occidentali dicono che sono bambini. Ma in realtà sono terroristi, e non sono bambini ma sono minorenni, terroristi minorenni: sparare a 17 o 19 anni non fa alcuna differenza. I palestinesi utilizzano i ragazzi come bambini-soldato, è un crimine di guerra, e non ne parla nessuno. I crimini li fanno loro, e quei morti non sono bambini innocenti come vorrebbero far credere, non è così“.

Basterebbe guardare la storia degli scambi tra prigionieri per capire quanto vale la vita umana per Israele e avere conferma che gli israeliani non uccidono civili.

La liberazione di più terroristi islamici in cambio di un solo ostaggio ebreo è storicamente nota in Medio Oriente. Gli arabi, non solo i palestinesi (è successo anche in Libano, in Egitto, in Siria, in Giordania), loro hanno sempre imposto a Israele di liberare più prigionieri loro in cambio di un solo israeliano. Israele lo accetta, anche se è ingiusto, perché Israele considera sacra la vita umana, per Israele la vita di una persona è come se fosse il mondo intero, e quindi pur di salvare quella persona, la tradizione di Israele è di rilasciare in cambio tanti terroristi. Non è così ovunque. In Ucraina, ad esempio, Russia e Ucraina scambiano i loro prigionieri uno per uno, cento russi per cento ucraini. Solo nel conflitto arabo israeliano Israele ha sempre rilasciato più persone per avere un solo israeliano: gli altri sanno che Israele ha questa sensibilità e la sfruttano al massimo. Figuriamoci se gli israeliani sparano deliberatamente sui civili…

Ci sono tante operazioni dell’Idf in cui vediamo saltare in aria un solo appartamento in una palazzina di più piani, proprio per uccidere i terroristi senza colpire i civili. 

L’Idf opera esattamente come previsto dalla legge internazionale, che prevede che in caso di guerra bisogna fare tutte quelle operazioni tecniche per limitare o ridurre i danni ai civili. E Israele fa queste operazioni, fa tutto ciò che è possibile: avverte la popolazione in anticipo, manda messaggi via sms, chiama le persone. Israele riesce ad avvisare un intero quartiere di essere sgomberato, se deve colpire un edificio con depositi di munizioni. E se ci sono terroristi in un appartamento, Israele non colpisce l’intero edificio ma solo un appartamento, usando l’alta tecnologia e l’intelligence, studiando la cubatura dell’appartamento, il suo volume e calibrare così il tipo di missile, la quantità di esplosivo e tutti i dettagli necessari ad eliminare i terroristi ma non far crollare l’edificio per tutelare i civili. Israele si distingue da sempre per questo, che ad esempio non vediamo in Ucraina. Stanotte, tanto per essere attuali, la Russia ha lanciato centinaia di droni e 20 missili che hanno colpito maggiormente edifici residenziali, case, appartamenti, senza alcun valore militare e senza avvertire in anticipo la popolazione, non hanno detto agli ucraini di andare nei rifugi, e ormai passa tutto in cavalleria, nessuno dice niente. Invece quando Israele colpisce un appartamento dopo aver avvertito la popolazione, tutti gridano al crimine di guerra, è assurdo“.

Eppure sulla Russia tutti si sgolano a dire che c’è un aggredito e un aggressore; perchè non vale la stessa regola per Israele? 

Questo dovremmo chiederlo a loro, la guerra a Gaza è iniziata il 7 ottobre con un attacco genocida, quello sì, dei terroristi palestinesi. Senza quell’attacco non sarebbe iniziata alcuna guerra, era da tanto che c’era la pace. I partiti di sinistra che organizzano manifestazioni in Italia, in Europa, in Occidente, sono guidati dall’antisemitismo, che è molto diffuso e non è finito con la fine del nazismo e della seconda guerra mondiale. La sinistra è assolutamente dalla parte sbagliata della storia. Israele si sta difendendo da Hamas, ha tutto il diritto di farlo nonostante ciarlatani che non conoscono la legge internazionale blaterino il contrario. Israele si sta difendendo per garantire la sicurezza dei propri cittadini ed evitare altri 7 ottobre“.

A proposito di manifestazioni, nelle piazze italiane a sostegno dei palestinesi abbiamo visto persino i partigiani dell’ANPI. Che ne pensi? 

E’ tutto assurdo, cercano di mistificare la storia. I palestinesi erano alleati di Hitler, mentre gli ebrei erano partigiani. Gli ebrei hanno combattuto con i veri partigiani per liberare l’Italia e la Germania dal nazifascismo: la Gran Bretagna ha mandato combattenti ebrei formando la famosa Brigata Ebraica con combattenti sia locali, sia provenienti dalla terra di Israele. Oggi i partigiani, anche il 25 aprile, fanno venire in Italia rappresentanti palestinesi, alleati di Hitler, e impediscono alla Brigata Ebraica di manifestare per la liberazione. Eppure non c’erano partigiani musulmani o palestinesi, è un pericolosissimo tentativo propagandistico di cambiare la storia, e bisogna stare attenti perché se non ci opponiamo, la gente un giorno crederà che i palestinesi erano davvero partigiani e non gli ebrei“.

L’assurdo dell’assurdo, è quando abbiamo visto le bandiere palestinesi persino ai Gay Pride. 

L’omosessualità nell’Islam è assolutamente vietata, proibita. In realtà lo è anche nelle altre religioni, ma in Occidente viene tollerata e rispettata, nel mondo arabo non è ammessa tanto che in vari Paesi è prevista la pena di morte. Anche a Gaza, gli omosessuali vengono perseguitati e uccisi. Dove governano i fanatici, gli estremisti, i fondamentalisti, come Hamas a Gaza, se un omosessuale viene scoperto non ha alcuna speranza di sopravvivere: viene trucidato pubblicamente. Infatti tanti palestinesi che nascono omosessuali a Gaza, scappano in Israele dove si nascondono per tutta la vita. Israele ha aiutato molti omosessuali a scappare da Gaza e a vivere in Israele, dove possono vivere in modo normale tant’è che hanno riconosciuti tutti i diritti civili e sono considerati totalmente alla pari degli eterosessuali. Ecco perché l’unica bandiera che dovrebbe sventolare ai Gay Pride è quella di Israele, e non certo quella della Palestina. Questo episodio dimostra una profonda ignoranza di tanti occidentali di sinistra che non sanno neanche di cosa parlano, gli omosessuali che vanno a manifestare a favore dei palestinesi non capiscono che si schierano dalla parte di regimi fanatici, omofobi, gente che uccide gli omosessuali e li costringe a nascondersi o scappare. È una questione di ignoranza: non conoscono i fatti, non conoscono la differenza tra Israele, stato democratico, libero, occidentale, e i regimi islamici come quello palestinese che nega agli omosessuali ogni libertà e ogni dignità“.