Un’altra assenza che fa rumore. Il Sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, non ha partecipato alle solenni celebrazioni per la Festa della Repubblica che si sono tenute nel cuore della città, a piazza Italia e presso il Monumento ai Caduti. Un appuntamento istituzionale importantissimo, perché ricorda il referendum del 1946 in cui gli italiani scelsero la propria forma di governo segnando la nascita della democrazia italiana dopo il fascismo e la guerra. È il momento fondante della Repubblica, della Costituzione e della sovranità popolare.
Le istituzioni dovrebbero onorarla in modo sacro perché rappresenta i valori fondamentali su cui si basa la nostra nazione: libertà, uguaglianza, giustizia e partecipazione. Celebrarla con solennità significa rendere omaggio alla volontà del popolo, alla memoria storica e all’impegno per una società democratica e unita. E invece Falcomatà non c’era, nonostante quella di oggi fosse la sua ultima Festa della Repubblica da Sindaco: le elezioni comunali di Reggio Calabria, infatti, sono in programma per la primavera 2026 e Falcomatà, già in carica da due mandati, non potrà più ricandidarsi.
Al suo posto, con la fascia tricolore sul petto, presenziavano in prima fila i due vice Sindaci di Comune e Città Metropolitana, rispettivamente Brunetti e Versace. Ma all’evento officiato dal Prefetto Clara Vaccaro c’erano praticamente tutti gli altri rappresentanti istituzionali del territorio: il senatore Nicola Irto, il deputato Francesco Cannizzaro, l’eurodeputato Giusi Princi, l’assessore regionale Maria Stefania Caracciolo, il presidente della Camera di commercio Ninni Tramontana, l’arcivescovo Morrone. Tutti hanno voluto rendere omaggio all’importante ricorrenza, come possiamo vedere dalle nostre fotografie:


Ancora più grave l’assenza di Falcomatà se consideriamo che quella di oggi è stata una festa dalla doppia valenza, in quanto il Prefetto Vaccaro ha consegnato le onorificenze OMRI e le Medaglie d’Onore ai deportati italiani. Un altro smacco del Sindaco a tante personalità che avrebbero meritato il riconoscimento pubblico anche da parte del primo cittadino, rappresentante del popolo, che invece è mancato.
E non è la prima volta.
Ha già fatto molto discutere l’atteggiamento del Sindaco che lo scorso 9 maggio non ha partecipato al grande evento con cui il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha annunciato alla Mediterranea lo storico finanziamento per il campus universitario reggino; anche in quel caso Falcomatà si è limitato a mandare Brunetti. Ancor più controverso il comportamento tenuto tre giorni fa durante la visita del Ministro Salvini per l’incontro in Prefettura sulla legalità rispetto alla gestione dei lavori per il Ponte sullo Stretto, dove Falcomatà ha accolto il Ministro come se fosse l’ultimo dei facinorosi, appoggiato alla transenna dei manifestanti che urlavano e fischiavano al Ministro, e poi è andato via in anticipo.
Non certo un comportamento da profilo istituzionale, ma quantomeno in quelle occasioni c’era una sorta di giustificazione politica. Per quanto non condivisibile, si può comprendere l’atteggiamento di un Sindaco che è anche militante di partito e mal digerisce le formalità quando si impongono nei confronti di cariche istituzionali di parte politica avversa. Un atteggiamento molto infantile, inadeguato, ma comunque con una spiegazione.
Oggi, invece, l’assenza è incomprensibile. Era semplicemente la Festa della Repubblica, una festa di tutti a cui infatti hanno partecipato tutti. Destra, sinistra, centro, chiesa, militari, professionisti e imprenditori, oltre a tanti liberi cittadini. E Falcomatà ancora una volta non c’era. Ha lasciato un paio di post social per celebrare il 2 giugno nel mondo virtuale di Facebook e Instagram mentre dava buca alla sua ultima Festa della Repubblica da Sindaco. E magari nei prossimi giorni dovremo sorbirci anche le sue prediche sulla fantomatica importanza civica di recarsi al voto, che in caso di referendum abrogativo è di per sé follia (è l’unico caso in cui l’astensione determina una scelta politica, quindi condiziona l’esito della votazione e quindi è una scelta civica consapevole e nobile), ma dal pulpito di chi si assenta in continuazione ai propri doveri da primo cittadino sarebbe totalmente inefficace. Sarebbe, insomma, come il classico papà che vuole educare il figlio a non fumare mentre ha la sigaretta in bocca.
Ma perchè il Sindaco ha mancato un appuntamento così importante? Era semplicemente troppo impegnato in altre attività festive, sarà andato a Monaco a vedere la finale dell’Inter in Champions League e si sarà perso nei festeggiamenti a cui si sarà unito, da milanista incallito? O Ha visto l’eruzione dell’Etna e ha preso il primo traghetto per andare a fotografarla da vicino? Oppure si sta lentamente, e magari anche inconsapevolmente, disimpegnando dal proprio ruolo in vista di un passaggio di testimone ormai inevitabile?
Di certo c’è che comunque vadano le prossime elezioni comunali, l’anno prossimo alle celebrazioni del 2 giugno non ci potrà più essere Falcomatà con la fascia tricolore.
Non è certo uno scenario così nitido al punto da scommetterci sù, ma forse non è neanche un’eresia, immaginare che l’anno prossimo a vestire quel drappo ci sarà qualcuno che invece oggi – pur non essendo Sindaco – ha scelto di esserci.





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