Fabregas, il NO all’Inter è lo specchio dei tempi: i soldi comandano e il Como conta quanto una big

Fabregas dice no all'Inter, il Como risponde ai nerazzurri con un duro comunicato: è lo specchio dei tempi che cambiano, i soldi comandano più dell'appeal delle (povere) big

L’estate calcistica che precede la stagione di Serie A 2025-2026 sarà ricordata come quella dei ‘grandi NO‘. Antonio Conte ha detto no al ritorno alla Juventus. Simone Inzaghi ha detto no alla proposta di rinnovo con l’Inter. Vincenzo Italiano ha declinato le avance del Milan. Ma c’è un rifiuto in particolare che ha fatto parecchio discutere: quello di Fabregas all’Inter. Il giovane tecnico spagnolo era l’opzione numero 1 in caso di addio di Simone Inzaghi e, una volta accolta la volontà del tecnico di Piacenza di terminare qui il suo ciclo in nerazzurro, Marotta ha virato con decisione sull’ex centrocampista iberico.

Una scelta rischiosa per l’Inter che, dopo gli ottimi anni della gestione Inzaghi che ha lavorato con scarso budget di mercato, parametri zero e qualche prestito arrivando a 2 finali di Champions in 3 anni, ha virato su un tecnico inesperto, con una panchina in Serie A, 0 esperienza in una big e nelle coppe. Una scommessa morta ancor prima di nascere perchè Fabregas ha detto NO. E le ragioni di questo no sono clamorose.

Fabregas e il NO all’Inter: il progetto del Como vale di più?

In passato una cosa del genere non sarebbe mai successa. Un allenatore alle prime armi che, dopo una salvezza tranquilla avesse ricevuto la chiamata di una big del calibro dell’Inter, subito dopo una finale di Champions, avrebbe smosso mari e monti per firmare all’istante. Il sogno e l’occasione di una vita, la svolta di una carriera. Oggi Fabregas può permettersi di dire NO e il Como stesso respinge duramente l’Inter con un comunicato che fa i nerazzurri ‘piccoli piccoli’.

Questo è lo specchio dei tempi moderni. Non deve sorprendere che una società come il Como, in mano alla famiglia Hartono con un patrimonio di circa 50 miliardi di dollari (la più ricca, per ampio distacco, fra le proprietà di Serie A!), possa permettersi di far paura alle big del calcio italiano, soprattutto se esse sono:

  • Inter che viene da anni di mercati al risparmio per coprire le difficoltà di bilancio
  • Juventus che viene da anni di perdite disastrose, aumenti di capitale e un ultimo mercato segnato dal taglio di stipendi alti e alcuni sacrifici dolorosi
  • Milan che non spende più di 25-30 milioni per calciatore, è fuori dalle coppe e rischia di dover sacrificare diversi big

Fin qui eravamo stati abituati a vedere le big europee depredare la Serie A. Due esempi sono il PSG e il Manchester City che, dopo essere stati rilevati dagli arabi, si sono trasformati negli ultimi anni da club della periferia calcistica europea a superpotenze del calcio mondiale che fanno incetta di campioni e trofei a suon di centinaia di milioni.

Il Como ha un progetto simile in fase embrionale. Gli stessi PSG e City, nei primi anni, hanno avuto difficoltà ad attrarre i top, dovendosi accontentare di calciatori di medio-alto livello, qualche big a fine carriera, e qualcuno che era stato abile a fiutare il futuro prima di altri. Con il passare del tempo, dei risultati di alto livello, delle qualificazioni in Champions League, i campioni si sono accumulati e sono arrivati vittorie, trofei e status.

Non deve sorprendere, quindi, se il Como, a centro classifica da neopromossa dopo la prima stagione in Serie A, con un mercato da 96 milioni complessivi (l’Inter scudettata ne ha spesi 76 incassandone 14) in cui sono arrivati Caqueret (Lione), Diao (Betis finalista Conference League), Nico Paz (Real Madrid), Belotti (Roma), Sergi Roberto (Barcellona), Alberto Moreno e Pepe Reina (Villarreal), Perrone (Manchester City), più Varane (ex Nazionale francese) e Dele Alli (ex Nazionale inglese), abbia un progetto parecchio intrigante. E ricordiamolo ancora una volta, questi calciatori sono arrivati in una neo promossa: è come se questo fosse il prossimo mercato della Cremonese!

Il Como ripartirà da una rosa ben superiore a metà della Serie A attuale, rinforzandosi sul mercato allo stesso ritmo dell’anno scorso, ma con in più una stagione solida alle spalle che attrarrà ancor più calciatori e di livello medio-alto. In pochi anni, continuando così, il Como potrà arrivare a giocarsi un piazzamento europeo a discapito di alcune delle ‘vecchie’ big del calcio italiano. E poi chissà, magari lottare anche per lo Scudetto.

Quindi sì, Fabregas, che è anche azionista del Como, è stato ex calciatore e ora ne è l’allenatore, crede fortemente nel progetto della famiglia Hartono e un po’ meno in quello dell’Inter che ripartendo da Chivu, ex allenatore della Primavera, con tanti big che riflettono sul proprio futuro e lo sconforto di una finale di Champions persa, ha tutta l’aria di essere pronta a vivere una stagione (almeno) di ridimensionamento. È lo specchio dei tempi.