Francesco Acerbi interviene in prima persona sulla questione della mancata risposta alla convocazione in Nazionale. Dell’argomento ne aveva parlato il CT Spalletti in conferenza stampa a Coverciano, ma il difensore dell’Inter ha voluto dare la sua versione dei fatti. Non c’entra la stanchezza, né la delusione per la finale di Champions persa malamente con l’Inter ieri notte. È una questione di rispetto che, inevitabilmente, c’entra con l’esclusione per i presunti insulti razzisti a Juan Jesus che ne preclusero la chiamata agli albori dell’era Spalletti.
“Dopo una profonda riflessione, ho comunicato oggi al CT di non accettare la convocazione in Nazionale. Non è una scelta presa a cuor leggero, perché vestire la maglia azzurra è sempre stato un onore e un orgoglio per me. Tuttavia, ho ritenuto che, alla luce degli ultimi avvenimenti non esistono ad oggi le condizioni proseguire serenamente questo percorso. lo non cerco alibi né favori, ma pretendo rispetto. E se questo rispetto viene a mancare da parte di chi dovrebbe guidare un gruppo, allora preferisco farmi da parte.
Non sono uno che si aggrappa a una convocazione: ho sempre dato tutto, ma non resto dove non sono più voluto davvero ed è chiaro che non faccio parte del progetto del CT. Questa è la mia decisione, e come ho detto stamattina al CT, non è definitiva né dettata dalla rabbia, né tanto meno dalla “depressione” per una finale Champions persa, ma solo da un bisogno di fare un passo indietro.
Auguro il meglio alla Nazionale e come ai miei compagni: continuerò a tifare per loro con lo stesso attaccamento che ho sempre dimostrato in campo“, ha scritto Acerbi sui social.



Vuoi ricevere le notifiche sulle nostre notizie più importanti?