Inter in finale di Champions: la chiave nelle parole di Inzaghi di 3 anni fa

L'Inter in finale di Champions League per la seconda volta in 3 anni: le parole di Simone Inzaghi del 2022 e la mentalità europea del tecnico piacentino
StrettoWeb

Circoletto nero e azzurro sul calendario alla data del 31 maggio. Sabato sera la finale di Champions League in un cui l’Inter affronterà il PSG. Un ritorno all’ultimo atto della competizione più importante del calcio continentale che si materializza a due anni da Manchester City-Inter. Due finali in tre anni per i nerazzurri che di finali di Champions League ne ha giocate solo sei nella sua storia, quattro delle quali dal 1964 al 1972, due nell’era moderna (2010 vinta, 2023 persa). Non proprio un dna europeo, termine associabile più ai cugini del Milan.

Eppure, Inzaghi ci aveva visto lungo. Se Mourinho era stato il ponte fra gli anni 60-70 della grande Inter e il Triplete dell’era moderna, Inzaghi ha costruito, mattoncino dopo mattoncino, una squadra di respiro europeo. La finale di Champions del 2023, così come quella del 2025, nascono da una particolare conferenza stampa.

Inzaghi, il Liverpool e l’inizio dell’Euro-Inter

Riavvolgiamo il nastro fino al 2022. L’Inter batte il Cagliari e rimanda ogni discorso Scudetto all’ultima giornata. Eppure c’è amarezza. Poco prima un clamoroso passo falso contro il Bologna ha vanificato ogni tentativo di riprendere il Milan che, all’ultima giornata, si sarebbe giocato il match point Scudetto contro il Sassuolo con il destino nelle proprie mani (vittoria e 19° titolo per i rossoneri, ndr).

In conferenza stampa, è stato chiesto a Simone Inzaghi “Se si potesse rigiocare una sola partita, quale giocherebbe?“. Le aspettative riguardavano magari la gara contro il Bologna, condizionata dalla ‘papera’ di Radu, oppure proprio un derby contro il Milan.

La risposta di Inzaghi spiazzò tutti: “l’andata con il Liverpool perché nelle partite di andata magari se non fossimo rimasti in dieci chissà. Penso alla stagione, ai trofei alzati, al livello che squadra, tifosi e società mi hanno dato. Non mi aspettavo una stagione così e devo dire grazie a tutti perché la squadra non ha mai mollato e ha fatto un grande percorso in Europa. Solo un’espulsione ci ha interrotto il cammino europeo che è stato magnifico“.

A Simone Inzaghi bruciava (da diversi mesi!) l’eliminazione dalla Champions League per mano del Liverpool poi finalista perdente contro il Real Madrid. La rimonta non completata: ko 0-2 all’andata, vittoria 1-0 al ritorno. Inzaghi sapeva che quell’Inter sarebbe potuta già arrivare in finale di Champions: Benfica e Villarreal nei turni successivi non sarebbero state un problema.

Una risposta dal respiro europeo che lasciò tutti attoniti, con gli stessi tifosi interisti disabituati a vedere l’Inter primeggiare in Europa e più interessati a una nazionalistica lotta Scudetto. Inzaghi ha premuto il bottone dello switch. L’Inter ha vinto uno Scudetto, in mezzo a due finali di Champions, con una rosa che vale la metà dei top club europei, condizionata da mercati al risparmio, giocatori rigenerati, cambi di ruolo e una solidità da fare invidia a tutti.

Domani sera l’appuntamento con la storia per chiudere il cerchio e provare a far tornare l’Inter sul tetto d’Europa scrivendo una storia alla quale credeva solo lui, già 3 anni fa.

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