Clamorosi retroscena sul Brescia di Cellino e il Trapani di Antonini: il legame tra Saladini e il gruppo Alfieri riapre la ferita della Reggina

Il Brescia di Cellino è spacciato: stavolta farà davvero la serie C, per aver subito una truffa orchestrata da un'improbabile azienda con sede nello stesso stabile del gruppo di Felice Saladini che due anni fa faceva fallire la Reggina consentendo al Brescia di Cellino di salvare la serie B. Troppe coincidenze in una vicenda in cui c'è ancora molto da chiarire
StrettoWeb

Il Brescia, stavolta, è spacciato davvero. Il prossimo anno giocherà in serie C, insieme alla perdente dello spareggio playout Salernitana-Sampdoria che con ogni probabilità si giocherà già nei primi giorni di giugno. Nessuna di queste società ha problemi finanziari o dirigenziali: le retrocesse si iscriveranno regolarmente in serie C. Ma il Brescia partirà con una penalizzazione di 4 punti, esattamente come il Trapani, per il caso del gruppo Alfieri che avrebbe truffato i due club sportivi di Cellino e Antonini vendendo crediti fiscali inesistenti. Il Trapani è stato penalizzato anche nel Basket: ha la stessa proprietà e aveva utilizzato lo stesso sistema. Questo dimostra che il caso è squisitamente amministrativo e non riguarda il mondo del calcio, ma quello aziendale e finanziario in generale.

Quello del Trapani basket non è un problema enorme: la penalizzazione arriverà il prossimo anno, intanto la squadra è in semifinale scudetto e si sta giocando proprio in questi giorni un titolo storico per tutta l’Italia meridionale con le big delle grandi città del Nord (Milano, Bologna e … proprio Brescia!).

Antonini è arrivato da poco nel mondo dello sport e ha già dimostrato di essere un tipo sui generis. Ma non per questo poco serio, o tantomeno fesso. Esattamente come Cellino, che però è molto più esperto e navigato. L’idea che sia stato truffato da un ragazzino di 25 anni di Atripalda non va giù a molti. “Il nostro fiscalista era tranquillo, aveva garanzie dalla Banca d’Italia: ora è disperato. Siamo nei guai” ha detto il proprietario del Brescia dopo il deferimento, che era stato preceduto da un avviso dell’Agenzia delle Entrate di un paio di mesi fa, colpevolmente sottovalutato dal club. Questa leggerezza ricorda molto da vicino l’atteggiamento di superiorità rispetto alle regole con cui Felice Saladini aveva portato, due anni fa, alla scomparsa della Reggina dal calcio che conta. Ma tra Saladini e il caso del Brescia ci sono altre clamorose analogie, che oggi risvegliano la ferita ancora aperta in riva allo Stretto.

Il Gruppo Alfieri, che avrebbe truffato il Brescia, dichiara la propria sede a Milano in via Monte Napoleone 8: si tratta di uno dei palazzi più prestigiosi e costosi del mondo, ma soprattutto è la stessa identica sede dell’azienda (ormai in malora) di Felice Saladini. Prima strana coincidenza.

Ricordate la vicenda del commercialista bresciano di Saladini, Filippo Brunori? Era il suo mentore, socio del noto avvocato super tifoso del Brescia Franco Baratti. Su StrettoWeb ne abbiamo parlato in modo approfondito in quei mesi caldi. Il Brescia riuscì nel 2023 ad evitare la serie C proprio prendendo il posto della Reggina di Saladini. Sarebbe molto interessante capire chi ha spinto Cellino ad affidarsi al Gruppo Alfieri, una società di un 25enne di Atripalda nata pochi mesi prima e in grado di truffare personalità del calibro di Cellino e Antonini, appunto.

Una tesi che non va giù al Corriere della Sera, che ha ricostruito i dettagli della vicenda con le sue firme più argute e ha commentato il caso così, in modo molto schietto ed eloquente: “Immaginare che un ragazzo di 25 anni senza esperienza in operazioni finanziarie sia riuscito a gabbare Cellino è arduo. Eppure sembra che anche altri (il Trapani, per esempio) ci siano cascati. […] Due aspetti vanno ancora ben compresi e derivano da affermazioni dello stesso Cellino. Il ragazzo venuto da Avellino e atterrato nella sede (virtuale) di via Monte Napoleone da ottobre 2024 a oggi avrebbe dunque messo in piedi un giro d’affari da 100 milioni? E quali erano le garanzie di Bankitalia visto che il presunto mestiere di Gruppo Alfieri è quello di veicolo per la cartolarizzazione dei crediti ma non esiste il nome Alfieri nell’elenco (pubblico) delle società-veicolo tenuto da Bankitalia? Sono due passaggi fondamentali per definire, eventualmente, il perimetro della presunta truffa. Non è escluso che Alfieri sia un prestanome in un sistema più ampio e complesso. C’è un’altra operazione che lascia qualche dubbio sul ruolo del giovane irpino. La capitalizzazione di una nuova società di lavoro interinale a lui intestata al 100%: i documenti indicano che Gianluca Alfieri ha versato 700mila euro con tre assegni Intesa Sanpaolo dello sportello di Roma Tiburtina. Soldi suoi? Chi c’è dietro il ragazzo? Ma soprattutto, come si fa a fidarsi?

Ecco, sarebbe molto importante capire se davvero Alfieri sia un prestanome e di chi. Se la sede nello stesso stabile in cui indicava la residenza l’azienda di Saladini sia soltanto una coincidenza (non ci crede davvero nessuno), o se ci sia un legame tra personaggi così spregiudicati ai confini della legalità. Che compiono spericolate manovre economiche e finanziarie coinvolgendo società sportive, e quindi giocando senza alcun tipo di scrupolo sulle passioni ed emozioni dei tifosi. Per la Reggina, si riapre una ferita aperta e mai rimarginata davvero: dopo quel fallimento, che si materializzava con la squadra allenata da Pippo Inzaghi che aveva appena disputato i playoff per la serie A, la gloriosa squadra amaranto non si è mai più ripresa e anzi sta vivendo il momento più basso della propria storia, imputridendosi nei Dilettanti a tempo indeterminato…

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