“Abbiamo notato a particolare enfasi da parte del sig. Sindaco nel dare risalto al murale realizzato ad Arghillá, a suo dire inclusivo, ed alle foto diffuse urbi et orbi con il noto calciatore Boban. Dalla foto dovrebbe apparire, per chi la osserva e non conosce la realtà, un contesto di serenità, sport, bambini che giocano, immagini di inclusione ed integrazione. Molto bello il messaggio nelle intenzioni, ma non descrive certo la martoriata realtà di Arghillà, pertanto rischia di essere interpretato come l’ennesimo atto di vuota e demagogica propaganda, finalizzata solo all’autocompiacimento e comunicando una falsa realtà“. Comincia così la nota di Democrazia Sovrana Popolare sul murales inaugurato ad Arghillà lunedì.
“Lo stesso sindaco, su invito di Aterp, ha firmato pochi giorni fa una ordinanza di sgombero per 110 alloggi popolari ad Arghillà occupati abusivamente, alloggi in condizioni di assoluto degrado, con carenza dei requisiti minimi di igiene, sono stati segnalati casi di furto energia elettrica, ci sono stati interventi di forze dell’ordine con ritrovamento di armi e droga, quindi che si pensi di risolvere la condizione di degrado generata da 11 anni di abbandono da parte dell’attuale amministrazione suona o come delirio o come provocazione”, aggiunge il coordinatore di DSP Giuseppe Modafferi.
“Dalle foto allegate appare evidente lo stato di degrado dell’immobile nel quale è stato realizzato il murale, può apparire carino esteticamente, ma rimarca sempre un tema, quello della inclusività, abbastanza caro ad una parte di sinistra ma che sta creando non pochi problemi di ordine sociale e pubblico anche nella nostra città. La cittadinanza reggina non ha mai avuto sentimenti di razzismo, ci sono sempre state comunità straniere perfettamente accolte ed integrate, quindi non si capisce il motivo del tema di tale murale che può apparire divisivo ed esasperare animi già stanchi, ci sarebbero infinità di temi che dessero valore alla nostra cultura e tradizione”.
“Sarebbe interessante conoscere i costi di simile opera (abbiamo tristi precedenti sui murales) e della ospitalità a Boban, se l’iter burocratico sia stato rispettato oppure è stato l’ennesimo capriccio del sinistro sindaco. Appare evidente che non basta una foto od un murale per cambiare lo stato delle cose di un quartiere martoriato da anni di mala gestio, ci aspettiamo dopo il fumo, azioni concrete volte al miglioramento della qualità della vita delle tante famiglie che da anni sono costrette a subire un violento stato di abbandono. Concludo dicendo questo episodio rappresenta un po’ l’essenza degli attuali amministratori, facce da murales, solo facciata a fronte di incapacità amministrative e fumosità diffuse”.