Si parla da giorni di Papa Francesco, della sua morte, delle preghiere per lui, dei funerali, delle polemiche sui giorni di lutto. Speciali, specialoni, edizioni straordinarie, talk, servizi, 20 pagine nei principali giornali. In tanti l’hanno definita una esagerazione, anche se si pensa alle grandi polemiche sui rinvii delle partite di calcio. Oggi, la conferma, con le lunghe dirette dei funerali. Eppure, seppur il protagonista oggi sia il Papa, il mondo della Chiesa, il Vaticano, l’immagine-simbolo, quella che ha catturato l’attenzione, è un’altra, e il Papa c’entra solo indirettamente. La foto più importante, infatti, è quella di Trump e Zelensky, seduti vicini.
Già. Un’immagine storica. Proprio perché è destinata a fare la storia. Dopo le polemiche, dopo gli scontri accesi delle settimane scorse, dopo le frecciate che continuano a non mancare, è incredibile tutto: loro due vicini, seduti a pochi metri su due sedie come se fossero due vecchi amici a chiacchierare del più e del meno, magari senza farsi sentire dalle pettegole del paese. Peccato però che si tratti del capo di stato USA e di quello ucraino, in Italia per i funerali del Papa, sotto gli occhi di migliaia di presenti, forze dell’ordine, autorità, e sotto gli occhi di milioni di persone collegate in tv. Dove? In mezzo all’immensità della Basilica di San Pietro. Una apparente location “di fortuna”, che di fortuna però non è, vista la sua importanza storica e artistica. Però urgono le esequie, il tempo è quello che è, e quindi in un quarto d’ora i due si ritrovano quasi per caso all’interno del simbolo clericale più importante al mondo. Per parlare di soluzioni, trattative. Per parlare di pace. In quel luogo. Una coincidenza incredibile, una foto simbolo. Che… sì, farà la storia.





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